Case a torre in viale Etiopia 2-8

Su viale Etiopia ai civici 2-8, nella striscia di terreno tra il viale e la Tangenziale Est, tra piazza Adis Abeba e via Nomentana, sorgono quattro coppie di edifici a torre alti 9 piani, costruite tra il 1957 e il 1960 da Mario Fiorentino e B. Dubois in due fasi. Pochi anni dopo gli stessi architetti realizzeranno in un lotto adiacente, verso e il Ponte delle Valli, un secondo gruppo di case a torre costituito da due soli edifici.

Le torri comprendono 5 alloggi per piano. Il corpo scala centrale è illuminato da logge che si aprono, a piani alternati, sul fronte d’ingresso e su quello opposto.
Il particolare carattere di questi edifici è dato dal rapporto tra elementi costruttivi tradizionali (la struttura in cemento armato proiettata in facciata, i rivestimenti esterni in blocchetti di tufo) ed elementi prodotti industrialmente come i pannelli-finestra unificati o quelli metallici di copertura.

Dopo le esperienze neorealiste del Tiburtino, sempre per l’INA Casa, e di San Basilio, infatti, Fiorentino in questo progetto riprende il discorso architettonico aperto dalle torri di Ridolfi (Case a torre in viale Etiopia) e inizia ad affrontare il tema della produzione in serie, verso un’architettura «da montare più che da edificare» come la definisce Federico Gorio. Questo processo appare del resto in sintonia con i profondi cambiamenti che caratterizzavano l’Italia negli anni del boom economico

L’impianto urbanistico degli edifici è basato sullo schema delle Case a torre in viale Etiopia realizzate qualche anno prima da Ridolfi sul lato opposto della stessa strada, in cui le case sono accostate a due a due di spigolo e permettono di definire una quinta stradale discontinua che si dilata a intervalli regolari sullo spazio non costruito della ferrovia. Questa è infatti una buona soluzione che consente di ridurre notevolmente, malgrado la notevole altezza delle costruzioni, gli effetti negativi di una “rue corridor” compresa tra due file di intensivi.

Nella fascia di terreno tra queste costruzioni e la Tangenziale Est fino agli  anni Sessanta sorgeva un vasta baraccopoli detta Canalone di Sant’Agnese.

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Bibliografia essenziale

  • “Guida all'architettura moderna. Roma. 1909-2000”, di Tullio Ostilio Rossi
  • «L'Architettura», n. 45, luglio 1959;
  • Mario Fiorentino. La casa, pp. 137·52.
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