Parco di Villa Mercede

Il parco pubblico di Villa Mercede, situato tra via Marruccini e via Tiburtina, nonostante le modeste dimensioni, è molto frequentato e costituisce un ambiente fresco e ombroso per gli abitanti della zona, uno dei quartieri più congestionati dal traffico e meno ricchi di verde della città.

Il parco è una tipica creazione dell’inizio del XIX secolo e attualmente appare incassato tra gli edifici moderni circostanti. Appena superato il cancello di ingresso inizia un vialetto di sampietrini, fiancheggiato da scogliere rustiche con evidenti tracce di nicchie, che si addentra nel bosco, sopraelevato rispetto al piano del viale, fitto di palme, pini, cedri e piante lussureggianti, sistemate sul modello dei giardini paesaggistici. Il lato del giardino situato sul lato opposto del via letto è solcato da due sentieri fiancheggiati da lecci.  L’area ospita il cosiddetto “teatrino”, attualmente sede della biblioteca comunale Tullio De Mauro, si addentra nella zona boscosa.

Dotata di un’ampia arena, d’estate la villa ospita rassegne cinematografiche e altri eventi. Attualmente all’interno esiste anche un parco giochi, un campo di palla canestro ed una pista di pattinaggio.

Dopo il restauro del 2004, il Parco di Villa Mercede è stato dedicato alla memoria di Vittorio Occorsio.

Nell’antichità tutta l’area oltre la Porta Tiburtina costituiva il suburbio di Roma ed era caratterizzata dalla presenza di importanti assi viari come la Tiburtina, la Collatina e da numerosi diverticula o strade minori, che si dirigevano verso le vie consolari limitrofe (Nomentana e Prenestina-Labicana) o zone vicinali.

L’area dove oggi sorge Villa Mercede era parte fino alla fine dell’Ottocento, di una vasta area coltivata a vigne denominata vigna Zampillone, estesa dalle Mura fino al Verano.

L’urbanizzazione del quartiere agli inizi del ‘900 ridusse velocemente l’area coltivata. Nel 1913, quando la proprietà risultava intestata alla famiglia De Reinach e a Teresa Lemoine, fu costruito un edificio di notevoli dimensioni denominato “La Villetta”. Poche sono le notizie riguardo ai proprietari: i De Reinach possedevano numerosi terreni fuori Porta Tiburtina mentre la signora Lemoine era una religiosa la quale, insieme ad altre facoltose signore, nel 1907 acquistò il terreno dalla Banca d’Italia per destinarlo ad opera pia. Essa, infatti, nel 1931 cedette al vicino Istituto delle Suore Ausiliatrici tutta la proprietà con l’edificio della “Villetta” e la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice allora in fase di costruzione, progettata dall’arch. G. Gualandi nel 1921 consacrata nel 1926. Fino al 1970 l’area di circa 22.000 mq. compresa tra via Tiburtina, via dei Marruccini, via dei Ramni, via dei Luceri, rimase di proprietà delle suore Ausiliatrici che la lottizzarono dividendola in due parti e mettendo in vendita quella su via Tiburtina.

L’area fu acquistata nel 1975, per destinarla a centro sportivo aziendale, dal Banco di S. Spirito e nel 1979 fu aperta al pubblico, grazie a una convenzione con il Comune di Roma (e grazie al cambio di destinazione del 1982 dell’area destinata, dal piano regolatore del 1962, a “verde privato”). Nel 1983 il Banco di S. Spirito cede definitivamente al Comune di Roma la porzione del complesso di Villa Mercede (di circa 8.000 mq.) tra via dei Marruccini e via Tiburtina con le due costruzioni adibite a teatrino e a portineria. La restante parte fu venduta alla diocesi di Roma che nel 1974 costruisce la parrocchia intitolata a Tommaso Moro. La chiesa è in stile neogotico a tre navate, suddivise da colonne che terminano con capitelli corinzi; essa ha una volta a crociere e cappelle laterali. Su via dei Ramni, nel 1926 furono costruiti due villini in stile composito neomedioevale, frutto della collaborazione tra due importanti architetti dell’epoca, Del Fa e Gino Coppedè, l’architetto del quartiere Coppedè nel quartiere Trieste.

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