Porta Salaria

Porta Salaria era a piazza Fiume, dove oggi c’è solo il disegno nell’asfalto dell’antica porta romana e una lapide.

Siamo nel punto in cui convergono il rione Sallustiano (R.XVII), il Rione Ludovisi (R.XVI) e due zone del Municipio II: la Zona Salario 1 e la Zona Pinciano 1.

Porta Salaria era la porta nelle Mura Aureliane da cui usciva via Salaria, ed è l’unica porta delle mura oggi non più al suo posto.  C’è invece un “taglio” effettuato nelle mura per favorire la circolazione tra l’attuale via Salaria e via Piave, che ricalca il percorso della via Salaria Nova prima della costruzione delle mura, quando la via proveniva da Porta Collina (da dove usciva anche la Salaria Vetus).

Nei disegni e nelle vecchie fotografie, la porta appare ad un unico fornice con due torri semicilindriche, di cui quella orientale più piccola dell’altra. E’ la tipica porta di Aureliano restaurata da Onorio.

La Porta Salaria, danneggiata seriamente durante il cannoneggiamento dei piemontesi per aprire la breccia di Porta Pia, nel settembre 1870, è demolita pochi mesi dopo.  Ricostruita nel 1873 su disegno dell’architetto Virginio Vespignani (lo stesso che due anni prima dell’arrivo degli Italiani aveva realizzato la facciata esterna di Porta Pia).

Porta Salaria è definitivamente demolita nel 1921 per motivi di viabilità: sul selciato è ancora visibile il tracciato della porta originaria “disegnato” con cubetti di porfido.

Dalla demolizione del 1871 emergono diverse parti di antichi sepolcri, utilizzate senza scrupoli come riempitivo, nella costruzione delle Mura Aureliane.

Dalla torre occidentale di Porta Salaria vengono alla luce diversi blocchi di travertino appartenuti alla cosiddetta tomba Cornelia, con una parte dell’iscrizione funebre incisa a grandi lettere: FIGLIA DI LUCIO SCIPIONE E MOGLIE DI VATIENO, oggi collocata pochi metri a ovest di piazza Fiume (verso il Muro Torto), presso i resti di un altro sepolcro a tumulo circolare con rivestimento marmoreo, a basamento quadrangolare di travertino e coronamento con rilievi di bucrani, databile alla fine del I secolo a.C..

Con la demolizione della torre orientale di Porta Salaria sono venuti alla luce due monumenti sepolcrali inglobati nella costruzione è che precedentemente facevano parte del vasto Sepolcreto Salario, uno dei più vasti dell’immediato suburbio romano. Entrambi i sepolcri son oggi collocati all’interno delle mura, all’incrocio tra via Piave e via Sulpicio Massimo, accanto ai resti di un edificio quattrocentesco.  Il primo, databile alla fine del I secolo a.C., non è stato identificato ed è costituito da una struttura di epoca Sillana composta da una cella rettangolare costruita in grossi blocchi di peperino, con cornici e lesene in calcare e sottobasi di ardesia.  Il secondo monumento, posto di fronte a una casetta adibita a corpo di guardia, ricavata all’interno delle mura è la tomba di Sulpicio Massimo.

Il portale su via Piave a pochi metri da dove sorgeva Porta Salaria da accesso a un piccolo isolato all’interno delle Mura aureliane, creato dalla apertura di via Sulpicio Massimo per alleggerire il traffico di piazza Fiume. C’è anche una fontana. Era lo parte posteriore dello studio di Ettore Ferrari ricavato da una serie di vecchie abitazioni addossate alle mura tra la porta e Villa Paolina.

Le mura in questo tratto, tra Porta Salaria e Porta Pia, sono a galleria coperta e soprastante cammino di ronda scoperto.

Interessante è la presenza, nella parte alta del muro, subito a est della porta Salaria, di una sorta di garitta semicilindrica poggiata su due mensoloni di travertino: è una latrina pensile, l’unica delle 260 latrine che un tempo “ornavano” l’intera cerchia delle Mura. Continuando verso Porta Pia, si apre via Sulpicio Massimo e tra torri  mal conservate, si trova il monumento commemorativo della breccia di Porta Pia.

Porta Salaria era detta di San Silvestro in quanto, nella tradizione dei pellegrinaggi cristiani, era rivolta alla basilica di San Silvestro, soprastante le Catacombe di Priscilla  nella zona del Monte delle Gioie.

Grazie al tradimento di alcuni romani, da questa porta entrano a Roma i Visigoti di Alarico nel 410 e dai vicini Horti Sallustiani inizia il saccheggio della città, l’evento che Sant’Agostino interpreta come un segno della fine del mondo in arrivo.

Oltre la Porta Salaria,si estendevano ville, vigne, orti, costellati di ruderi di tombe del vastissimo sepolcreto Salario.  L’espansione edilizia nei primi anni del Novecento spazza via tutto senza riguardi; come tracce della situazione di allora rimangono Villa Borghese e villa Albani.  Oggi l’iniziale vocazione residenziale si è ormai persa e il quartiere è pieno di uffici e studi professionali.  Piazza Fiume si caratterizza per il Palazzo della Rinascente. Al di sotto, nei sottopassaggi oggi chiusi si trovano i resti di una una sostruzione della Salaria che qui superava la valletta che scendeva verso destra (via Nizza, via Dalmazia, vicolo della Fontana).

A sinistra corso d’Italia, con i sottovia degli anni ’60 Villa Calderai, i palazzi della Stet, la Casa Generalizia dei Carmelitani Scalzie e la Basilica di Santa Teresa nell’area che custodisce ancora importanti resti del Sepolcreto Salario.  La necropoli infatti si estendeva fino a via Pinciana ed era composta da sepolcri pagani e cristiani, ipogei e catacombe.  La densa urbanizzazione non lascia immaginare nulla di tutto questo: anche questo quartiere tanto vitale in superficie per la presenza di uffici ed esercizi commerciali affonda le sue radici nella città dei morti.

Merita di ricordare, prima di arrivare alla chiesa di Santa Teresa, che nel giardino di villa Calderai, alle spalle del giornalaio è stato attivo per lungo tempo la gelateria Fazi, un luogo di piacevoli incontri con tavolini, poco disturbati dal traffico circostante, inseriti in una atmosfera primo novecento.

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Tomba Cornelia

Dopo le distruzione del 1870, nella demolizione della torre occidentale di Porta Salaria, venne alla luce un sepolcro, oggi collocato a ovest di piazza Fiume, lungo corso d'Italia a ridosso delle Mura Aureliane.  Il sepolcro è oggi chiamato Tomba Cornelia Continue reading →

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Latrina pensile di Porta Salaria

La latrina pensile di Porta Salaria è a mezza altezza, sulle Mura Aureliane prospicienti piazza Fiume. Continue reading →

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Tomba di Sulpicio Massimo

Dalla demolizione della torre orientale di Porta Salaria nel 1921 sono venuti alla luce due monumenti: uno non identificato e il monumento funebre di Quinto Sulpicio Massimo.  La strada, che passa a pochi metri da qui, è stata a lui intitolata per ricordare a tutti il nome di quel poeta, un bravo e sfortunato bambino...

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Protetto: Porta Salaria Approfondimento

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