Tartaro

Il Tartaro era uno dei principali accessi al dedalo di grotte le cui aperture si possono ancora scorgere percorrendo viale Tiziano nella parete scoscesa sotto villa Balestra. Oggi è stato chiuso e trasformato in un garage nel distributore di benzina in viale viale Bruno Buozzi 108.

Salendo su viale Bruno Buozzi da viale delle Belle Arti, a sinistra prima di via dei Monti Parioli, c’è un distributore di benzina sotto la parete di tufo. Nella parete c’è la saracinesca di un garage, realizzato dal vecchio gestore chiudendo una grotta da cui prima, lui diceva, raggiungeva rapidamente viale Tiziano dove c’era un’altra sua pompa di benzina.

Quella grande grotta era il Tartaro, uno dei principali accessi al dedalo di grotte le cui aperture si possono ancora scorgere (chiuse da cancellate) su viale Tiziano dopo il crollo di qualche anno fa della parete  sotto villa Balestra. Il reticolo era collegato, dall’altra parte del colle, alle Catacombe di San Valentino e con delle aperture che erano presenti in via Guidubaldo del Monte, oggi cancellate dalla costruzione delle palazzine della stessa via e della sovrastante via Archimede.

Tutto nasce dalle cave di tufo che per secoli hanno permesso ai romani di disporre di questo materiale per le loro costruzioni.

Una leggenda vuole che attraverso queste grotte nel 1849, alcuni pastori guidano gli zuavi (che avevano attraversato il Tevere a ponte Milvio) superando così la posizione di resistenza dei garibaldini. I francesi, infatti, non riuscivano a sfondare la linea dei difensori della Repubblica Romana che guidati guidata dai fratelli Archibugi si sono attestati sulla via Flaminia in prossimità di Sant’Andrea del Vignola.  Gli zuavi, entrati in una grotta vicino all’attuale via Guidobaldo del Monte, uscirono da qui e presero tra due fuochi i garibaldini. Nessun dei difensori si arrese e tutti trovarono qui la morte. Il monumento ai caduti è nel giardino delle Belle Arti, tra via Flaminia e viale Tiziano, vicino a viale Belle Arti.

Al di là delle leggende, il Tartaro è l’unica traccia rimasta a Valle Giulia delle numerose grotte che sia aprivano su entrambi i versanti della valle prima che i lavori di sistemazione dell’area, portati avanti con l’Esposizione Universale del 1911, cancellassero tutto.

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Viale Bruno Buozzi

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