Villa Anziani

Dal frazionamento della vigna Crostarosa intorno al 1890, tutto il fronte su via Nomentana è acquistato dalla famiglia Anziani che realizzano la loro residenza estiva. Il casale di Villa Anziani, con una piccola parte del parco che la circondava, ospita oggi l’Ambasciata di Libia. Anche l’Ambasciata di Tunisia su via Asmara è realizzata sul terreno del parco della villa.

Villa Anziani è su via Nomentana tra il complesso di Sant’Agnese e villa Leopardi e di fronte a villa Blanc e come queste colpita nel corso degli anni da numerose devastazioni.

Clotilde Anziani con l’acquisto di vigna Crostarosa del 1903 e con i successivi da Mengarini e da Cavallini, realizza assieme al marito un vasto possedimento che da via Nomentana, attraversata la marrana di Sant’Agnese, si affacciava da una parte sul vicolo di Sant’Agnese e dall’altra giungeva al fontanile del condotto dell’Acqua di Trevi, dal quale correva il vicolo del Fontanaccio che collegava con un lungo percorso la via Salaria alla via Nomentana.

Le esigenze di rappresentanza dei nuovi proprietari richiedono la riedificazione e l’ammodernamento delle fabbriche esistenti, l’insediamento di nuovi servizi e la sistemazione a parco, con serra scuderie e fontane, di gran parte del territorio prospiciente la via Nomentana, sulla quale viene costruito l’ingresso principale e altri due ingressi secondari. Con i lavori di restauro e ampliamento del fabbricato centrale, affidati all’architetto Camillo Bertarelli, nasce il casino nobile ancor oggi esistente, fatto di due corpi che formano un angolo retto e quindi caratterizzato da una la pianta ad L.

Il casino nobile della villa è decorato da Giuseppe Cellini (1855-1940) amico di Gabriele D’Annunzio che lo definisce “poeta che cesella madrigali” per le pitture che rivestono la galleria del palazzo Sciarra e le illustrazioni della rivista Cronaca bizantina e della “editio picta” dell’Isaotta Guttadauro, raccolta di poesie di d’Annunzio stesso e pubblicata nel 1886 dalla tipografia de “La Tribuna” che ebbe sede nello stesso palazzo. Come testimoniano i bozzetti pubblicati, il Cellini lavora principalmente alla grande hall di cui progetta il camino, il pavimento, il soffitto, ma anche l’arredamento oltre che la parte pittorica, ancora visibili, facendone un esempio di arte applicata, tipica dell’epoca. Anche le pareti esterne del fabbricato sono abbellite con pitture ora scomparse, così come vari altri ambienti, successivamente curati dall’arch. Luigi Brandoni come testimonia una fotografia d’epoca della mobilia e degli ornati della Sala di soggiorno.

La grande proprietà immobiliare degli Anziani non sopravvive oltre il primo ventennio del Novecento. Nel 1920, la Scalzi, dovendo trasferirsi in Inghilterra, vende una grande parte della sua proprietà  alla Società Generale Immobiliare e conferisce l’altra parte la alla Soc. Fondiaria Romana di cui è presidente il marito, maggiore Giovanni Anzianí.

Mentre Giovanni Anziani si trasferisce nel villino di via Antonio Nibby 6, tuttora esistente, dove rimane fino al 1934 quando passa in via Bertoloni 14, inizia il nuovo assetto urbanistico della zona di via Nomentana con la formazione di via Massaua, già “via privata di Villa Anziani” e di via Asmara, entrambe istituite con delibera comunale del 1920. Nel territorio della villa attraversato dalla nuova via Massaua cominciano a sorgere villini di notevole pregio (villino Pallottelli, villino Contini, villino Serapine, villino Chabertier, villino Chiaradia, ecc.) mentre nel resto del territorio fronte strada trovano ora la loro sede l’ambasciata dell’Iran, l’Ambasciata della Libia, che possiede l’edificio principale, e il complesso al n. 375 denominato “Villa Nomentana”.

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