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“Giacomo Balla e la via dei Parioli” di Giovanna Alatri

In questa seconda puntata del racconto “Quando ai Parioli c’erano i campi …” di Giovanna Alatri parliamo di Giacomo Balla (1871-1958)  pittore, esponente di spicco del Futurismo, che abitava ai Parioli, sul vicolo (poi via) dei Parioli, una viuzza stretta e solitaria che da Porta Pinciana conduceva all’osteria delle Tre Madonne, sul percorso delle odierne via Pinciana e via Giovanni Paisiello).

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R2p news: “Giacomo Balla e la via dei Parioli”

In attesa di riprendere l’attività di Roma2pass, continuiamo a proporvi una passeggiata virtuale nell’area, fuori le Mura Aureliane a nord della città, genericamente chiamata Parioli e farvi conoscere alcuni illustri “inquilini” che vi abitavano, un secolo fa, poveri e sconosciuti ma che avrebbero acquistato nel tempo fama e notorietà. Stiamo parlando del pittore Giacomo Balla, del pedagogista Alessandro Marcucci e del poeta e scrittore Giovanni Cena, protagonisti del racconto Quando ai Parioli c’erano i campi …  che Giovanna Alatri ha scritto per i Soci e gli amici di AMUSE.  Continue reading

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Galleggiante Tofini

Negli anni tra le due guerre la capitale ha un rapporto molto stretto con il “suo” fiume, nonostante la sistemazione degli argini avesse già creato una barriera artificiale.

Il paesaggio tiberino rimane comunque uno dei luoghi prediletti dai pittori, dai puristi (Trombadori, Francalancia, Donghi) agli espressionisti (Ferrazzi, Scipione, Mafai) e ai tonalisti (Capogrossi). Delle vedute particolarmente luminose sono quelle dipinte da Giacomo Balla negli anni ‘30 e ‘40, nelle quali l’artista, che viveva in via Oslavia, registra con il suo sguardo l’espansione urbanistica della città verso nord.

La zona intorno a Ponte Milvio vede all’opera alcuni grandi cantieri del Regime, come quelli del Foro Italico e del Ponte Duca D’Aosta, ma non bisogna dimenticare per la storia del razionalismo a Roma anche i galleggianti di nuova progettazione, che ritroviamo in alcuni dipinti di Capogrossi ( Allenamento alla corda, Il poeta del Tevere, Ballo sul fiume).  Il Tevere, allora ancora balneabile, è nella buona stagione uno dei ritrovi preferiti di artisti, architetti e scrittori.

Ricorda Romeo Lucchese: “Sul galleggiante Tofini, di fronte al Ministero della Marina, si recavano per fare i bagni di sole, per remare sulle battane, sulle iole o sui sandolini, e anche per nuotare, perché in quel tratto, tra Ponte Risorgimento e Ponte Regina Margherita, l’acqua del Tevere non era ancora infetta, alcuni tra gli artisti che sarebbero stati, più tardi, chiamati della “Scuola Romana”: Cagli, Capogrossi, Sclavi, lo scultore Mimmo Spadini, la pittrice Katy Castellucci, il gallerista Pier Maria Bardi, oltre alla giovane scrittrice Elsa Morante (che allora scriveva novelle per bambini) gli architetti La Padula e Paladini e a diversi altri artisti figurativi, registi, attori.”

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