Via Giovanni Battista Martini è una strada del quartiere dei Musicisti che dal centro di piazza Verdi porta a via Giovanni Paisiello. Continue reading
Origine della via Salaria
La via Salaria è la più antica delle strade consolari e il suo nome, a differenza delle altre che prendevano il nome del loro artefice, deriva direttamente dalle sue antiche origini: il trasporto del sale, fondamentale per la conservazione dei cibi, facile merce per i baratti e poi parte della paga dei soldati (da qui la parola salario, per indicare la remunerazione di un lavoratore). Continue reading
Palazzina in viale Liegi 42
In viale Liegi 42, c’è una palazzina che si fa notare. Una targa vicino al portone ci dice l’anno di costruzione al 1922 e ne attribuisce la paternità a Marcello Piacentini. Continue reading
Giovanni Montemartini
Giovanni Montemartini (Montù Beccaria 1867 – Roma 1913) è stato un economista socialista riformista lombardo, chiamato da Ernesto Nathan a ricoprire l’assessorato ai Servizi Pubblici nella sua giunta. Continue reading
“Villa Borghese: un itinerario tra sogno, ricordo e realtà” di Massimo Santucci
Quelle case signorili costruite negli anni venti, i villini eleganti di quell’area del quartiere Pinciano, sospesa tra via Paisiello e via Mercadante, chiamata quartiere Sebastiani dal nome del proprietario dei terreni intorno all’attuale sede dell’Ambasciata di Grecia, mi riportano indietro nel tempo. Ma non è uno spazio temporale, piuttosto è uno stato dell’anima: lo avverto quando cammino frettoloso e disattento.
Appena getto lo sguardo, anche solo per un attimo, su ville e palazzi sento in modo ancor più indefinibile quel sentimento di malinconia, il confine incerto tra la tristezza per un passato fuggito via e il rifiuto per la realtà di oggi, caotica e spesso invivibile. Così la memoria s’incammina per sentieri intimi, certo lontani, ma nitidi per affetti indelebili.
Nonna Settimia mi parlava di quando il marito, Attilio Pizzi, la portò nella nuova casa di via Bellini appena costruita dall’architetto Sleiter; lei, nata in un paesino umbro, spaesata ma affascinata dalle case di Marcello Piacentini: nicchie, statue, fregi, come la palazzina di via Martini o quella di piazza Verdi 9 che ancora ha sul muro la S del vecchio rifugio antiaereo.
Linee eleganti che si possono ammirare soprattutto quando lo sguardo va verso gli attici, sperando di non imbattersi in qualche sopraelevazione abusiva. Intuizioni moderne, architettura sobria, cancelli di ferro battuto su giardini ben curati.
Mia madre seguiva sempre lo stesso itinerario per andare ai giardini: scendevamo per via Porpora, passando di fronte al villino Astaldi di Marco Ridolfi, per poi entrare a Parco dei Daini.
Non c’era ancora l’inferriata e spesso correvo avanti per salire lungo il muro vicino all’ingresso laterale del Giardino Zoologico (l’attuale Bioparco), sempre chiuso, di fronte all’hotel Parco dei Principi. Da lì, lungo il viale, correvo verso i due Sarcofaghi e poi altre salite sui blocchi marmorei. “Villa” era nostra, a piedi, di corsa, col pallone, in bicicletta, con mia madre o da solo, i pomeriggi non avevano ore, la felicità compagna di giochi.
Per i viali alberati intorno alla Galleria Borghese, allora perennemente chiusa e ora gremita di turisti, le pedalate erano interminabili, via via più lunghe col passare degli anni e con i permessi materni, fino a Piazza di Siena. Giravo intorno alle fontane, quella dei Cavalli Marini o quella del Sileno, nel laghetto di Parco dei Daini, vicino al serbatoio dell’Acqua Marcia che allora era chiamato il “Cisternone”, dove si entrava per giocare a nascondino … ora i bambini non possono nemmeno avvicinarsi perché tutto è transennato e pericolante, erbacce ovunque.
E poi, ancora più lontano, a scoprire Giardino del Lago, con le gare di barche di carta lungo i canali d’irrigazione che andavano verso il grande specchio d’acqua dominato dal Tempio di Esculapio dove ancora si affittano le barche … quelle vere.
Negli spazi più larghi del Parco le partite a pallone, due contro due, ma anche di più: “… noi col portiere volante siamo uno di meno!” E la voce di mia madre ”andiamo a casa … devi fare i compiti … sei tutto sudato … domani ti ammali!“. Ti vedo sai, signorile e distaccata, ma ansiosa se non mi vedevi arrivare vicino a te, sulla panchina. “Dove eri?” “Eccomi, sono stato a bere alla fontanella”: quelle due dietro al cancello dei due Sarcofaghi hanno l’acqua più fresca.”
Nel grande campo di Parco dei Daini giocavano i grandi: molte le maglie della Roma. Ma qui giocava anche la Lazio, dal 1906 al 1913, proprio dove fino alla fine dell’800 correvano daini e gazzelle.
Scendendo oltre le due fontane, dopo la Meridiana e due piccoli obelischi, si correva lasciando a destra la “valle dei platani”, meglio conosciuta come valle dei cani. Luogo d’incontro per amicizie tra cinofili, nomi che risuonano ancora oggi : ”Leopolda, Gastone, Brando, Diogene …”, setter o pastori tedeschi o … amici discreti, autentici, fedeli?
Sotto agli alberi austeri con le foglie increspate “dar ponentino”, ormai flebile … , non ti sembra di vedere una dama e il suo cavaliere, in costume del ‘700 ? Cosa non darei per tornare anche solo per un attimo indietro nel tempo e nascondermi dietro ai grandi tronchi. Osservare Byron, mentre scrive sulle sue passeggiate romane, o Asprucci, che finisce uno disegno, o ancora i ragazzi della Repubblica Romana, giunti da ogni parte prima di morire, per l’Italia che verrà, nell’ultima resistenza di Roma. O la verità su vecchie storie, come quella della fanciulla romana rinvenuta intatta nel suo sepolcro nel 1500 e seppellita in luogo segreto, qui vicino, per evitare paure e leggende.
Ma “Villa” non è dei fantasmi. Per i bambini ha sempre rappresentato corse, giochi, allegria, biciclette.
Quando, ormai adulto, sono tornato a tirar calci a un pallone con figli e i nipoti, ho avvertito quel sentimento profondo e malinconico, ma anche il senso del ritorno.
Si, sono tornato, cara “Villa”, tornato coi miei nonni, mia madre, ripensando al bimbo che ero, ma forse sono tornato dentro di me, nell’uomo di oggi. Un ritorno che mi aiuta a capire come la strada di ognuno di noi sia un sentiero a volte tortuoso, pesante, incerto, perché attraversa luoghi sconosciuti, panorami inattesi, ma torna sempre al punto di partenza.
Non importa se a Villa Borghese o in un altro luogo: quel posto, alla fine, è dentro di noi ed è chiaro, nitido, preciso perché è lì che ritroviamo la nostra storia, gli affetti, le persone a cui abbiamo voluto bene e che ci hanno amato.
Massimo Santucci
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Pagine allo stesso livello:
- “Caduti alle Fosse Ardeatine del Municipio II” di Armando Bussi
- “Il Civico Giusto” di Elena Cipriani
- “Il Flâneur racconta …” di Caterina Loredana Mammola
- “L’Acqua Acetosa e Gigi Riva” di Luciano Valle
- “La Madonnina di guerra” di Maurizio Rocco Lazzari
- “Passeggiando al Pincio” di Maria Grazia Toniolo
- 1.2.1 Presentazione dei Racconti del Flâneur Roma2pass
- 1.2.3 Premio AMUSE Il miglior Racconto del Flâneur Roma2pass
- Racconti del Flâneur Roma2pass degli anni passati
- Regole di pubblicazione
Pagine correlate:
Nei dintorni (per vedere i Punti di Interesse in zona, clicca su MAPPA):
Calendario 2016 del Comitato Piazza Verdi
Nel 2016, il Comitato Piazza Verdi ha pubblicato un Calendario che racconta l’architettura della zona Roma2pass Pinciano 3 cioè il Quartiere dei Musicisti intorno a piazza Verdi.
Copertina – Dettaglio della facciata del Poligrafico dello Stato – Fotografia di Donatella Marini
Un’architettura da raccontare e architetti da ricordare. Un patrimonio da preservare e valorizzare. Continue reading
Localizzazione degli alberi nel Municipio II
Questa pagina elenca gli alberi presenti nelle strade e nelle piazze e nel giardini del Municipio II. Non comprende invece gli alberi presenti a Villa Borghese, Villa Ada, Villa Torlonia. Laddove disponibile, tra parentesi è indicato l’anno di piantumazione. Continue reading
Marcello Piacentini
Marcello Piacentini (Roma, 1881 – Roma 1960), architetto, figlio di Pio Piacentini. E’ il protagonista dell’architettura italiana nel trentennio 1910-1940, assumendo la figura di massimo ideologo del monumentalismo nel ventennio fascista. Nel dopoguerra è oggetto di forti polemiche a causa del suo legame con il regime. Continue reading
Casa dell’Automobile
Fino agli anni Sessanta, in piazza Verdi, di fronte all’Istituto Poligrafico dello Stato, sorgeva un grande edificio-garage, costruito con rara lungimiranza per ospitare le auto degli abitanti di quest’ara del quartiere Pinciano, detta il quartiere dei Musicisti.
Corso d’Italia 41 e 43 Due edifici per uffici
A corso d’Italia ai civici 41 e 43, tra via Tevere e via Aniene, sorgono due palazzi per uffici, costruiti per ospitare la sede della STET (una volta società capogruppo di Telecom Italia).