L’acquedotto dell’Acqua Vergine inizia a pochi chilometri dal Grande Raccordo Anulare, nella località attualmente chiamata Salone, e arriva nel Campo Marzio dove alimenta fontane e fontanelle. La sua acqua è potabile.
Le acque sono dell’acquedotto dell’Acqua Vergine sono captate da sorgenti nei pressi del corso dell’Aniene, al km 10,5 della via Collatina, pochi chilometro dal Grande Raccordo Anulare, nella località attualmente chiamata Salone. Non si tratta di una vera e propria sorgente, ma di un sistema piuttosto vasto (tuttora funzionante e ispezionabile) di vene acquifere e polle, le cui acque, grazie a una serie di cunicoli sotterranei con funzione di affluenti, vengono convogliate nel condotto principale, o in un bacino artificiale esistente fino al XIX secolo, che alimentava il canale regolando l’afflusso con una diga.
L’intero percorso misura circa 20,5 km, ed è quasi completamente sotterraneo tranne un breve tratto per superare l’Aniene a Pietralata e l’ultimo tratto di circa 1.800 metri che correva all’aperto o su archi nella zona del Campo Marzio. Il tragitto compie un arco molto ampio che, partendo da est, entra in città da nord. Costeggia la via Collatina fino alla zona di Portonaccio, poi fino a Pietralata dove supera l’Aniene e da lì raggiunge la via Nomentana e poi la via Salaria, per piegare quindi a sud e attraversare le aree
- dell’attuale Villa Ada (sul muro della Villa, lungo via di San Filippo, c’è un cippo che lo ricorda),
- del quartiere Parioli,
- del quartiere Pinciano:
- in via Antonio Bertoloni un antico pozzo di ispezione dell’acquedotto è nel giardino del Villino Sant’Ermete;
- in via Ulisse Aldrovandi, uno scavo di un privato ha sfondato il condotto originale che è stato ripristinato con una conduttura moderna;
- a Valle Giulia dove l’acquedotto è stato modificatoper la costruzione della linea Roma Nord;
- a Villa Giulia dove alimentare le fontane della villa; in un ambiente sotterraneo sotto il Ninfeo l’acquedotto è visibile e ispezionabile;
- l’acquedotto corre sotto Villa Borghese all’esterno del muro posteriore del Giardino del Lago, in corrispondenza de;
- lungo viale del Muro Torto una piccola casa in mattoni segna l’ingresso a un pozzo d’ispezione;
- del quartiere Flaminio: un ramo secondario dell’acquedotto è stato realizzato a metà Cinquecento dai costruttori di Villa Giulia per alimentare le fontane su via Flaminia. Le tubazioni passano sotto via di Villa Giulia per arrivare alla grande fontana dell’Acqua Vergine sulla via Flaminia.
- (Fontana dell’Acqua Vergine, Fontana delle Conche, Abbeveratoio di Giulio, ecc.). Su questo ramo, una stazione di pompaggio è oggi presente in via Matteo Imbriani, in cui campeggia la scritta AGEA (Azienda Governatoriale dell’Elettricità e dell’Acqua), il nome dell’attuale ACEA nel periodo fascista (l’Impianto di sollevamento dell’Acqua Vergine);
- del Pincio: sotto Villa Medici, dove una scala a chiocciola in perfetto stato di conservazione e ispezionabile, detta appunto la Chiocciola del Pincio, conduce tuttora al condotto sotterraneo.
Un giro così lungo è giustificato sia dal fatto che l’acquedotto deve servire la zona del Capo Marzio a nord della città, fino ad allora priva di approvvigionamento idrico, sia dal fatto che trovandosi la sorgente ad un livello piuttosto basso (solo 24 metri s.l.m.) era necessario evitare quei forti dislivelli che l’ingresso per la via più breve avrebbe incontrato. L’ingresso in città da quel lato, infatti, consentiva di raggiungere il Campo Marzio senza attraversare aree cittadine densamente popolate.
Dopo la piscina limaria (bacino di decantazione) in via di San Sebastianello, sotto Villa Medici, inizia il tratto urbano vero e proprio, su arcuazioni parzialmente ancora visibili, importanti resti delle quali (tre arcate in travertino) rimangono in via del Nazareno 9/a, dove è anche conservata un’iscrizione relativa al restauro fatto dell’imperatore Claudio. La struttura passa poi per la zona di Fontana di Trevi e quindi scavalcava l’attuale via del Corso con un’arcata che fu successivamente trasformata in un arco di trionfo per celebrare i successi militari di Claudio in Britannia (Arco di Portogallo). Proseguiva poi per via del Caravita, piazza di Sant’Ignazio e via del Seminario, dov’era l’ultimo castello, per terminare, nei pressi del Pantheon, alle Terme di Agrippa. Un ramo secondario raggiungeva la zona di Trastevere.
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