“Caro Diario” è un film di Nanni Moretti del 1993 con Nanni Moretti, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller, Claudia Della Seta, Lorenzo Alessandri, Raffaella Lebboroni, Marco Paolini, Moni Ovadia, Riccardo Zinna, Jennifer Beals, …
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Caro_diario
Il film è diviso in tre momenti distinti.
Nella prima parte di “Caro diario”, intitolata “In vespa”, siamo a Roma nel mese d’agosto. Il personaggio-protagonista girovaga, cercando quartieri e luoghi inusuali. Va al cinema e vede, oltre a un film italiano minimalista sulle sconfitte presunte della sinistra e del ’68, Henry-Pioggia di sangue. Trovandolo brutto e troppo violento, decide di fare un terzo grado a un critico, che ne ha scritto le lodi con un linguaggio pseudo-colto e incomprensibile (piccola apparizione di Carlo Mazzacurati). Dopo aver osservato delle coppie ballare il merengue, incontra Jennifer Beals. Infine visita il luogo dove è stato ucciso Pier Paolo Pasolini.
La seconda parte, denominata “Isole”, è la più disimpegnata e divertente. Incontra un amico che non ama la televisione e insieme girano le isole Eolie fino a quando la tranquillità e la solitudine non fanno esplodere l’amico, che si converte a Beautiful e a Chi l’ha visto? e fugge verso il continente.
La terza parte, “Medici”, è la cronistoria, con una ripresa iniziale autentica, della lunga malattia che Moretti aveva contratto. Diagnosi e medicine sbagliate, medici poco disposti ad ascoltare. Poi il paradosso finale: quella che sembrava una malattia della pelle era un tumore benigno e i sintomi erano riportati da una semplice enciclopedia medica.
Fonte www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=4555
Scene ambientate del Municipio II
Nei quartieri Flaminio e Parioli, con musica: “Batonga” di Angélique Kidjo. La Vespa di Moretti prosegue il suo viaggio su Lungotevere Arnaldo da Brescia. Quando si trova leggermente più a nord di Piazza del Popolo ecco arrivare la prima galleria fino a Ponte Giacomo Matteotti. Ancora uno stacco e ci troviamo in Viale Buozzi. E’ da qui che Moretti (interrompendo la musica) comincia il suo lungo monologo che proseguirà per l’intero l’episodio. Siamo in estate, e la prima considerazione riguarda i cinema, che sono tutti chiusi o trasmettono cose come “Sesso, amore e pastorizia”, “Desideri bestiali”, “Biancaneve e i sette negri”, o horror come “Henry” (quest’ultimo verrà ripreso più avanti nel film, come vedremo, e non certo per tesserne le lodi…).
Nel quartieri Flaminio e Gianicolense, con musica: “I’m Your Man” di Leonard Cohen. Mentre ancora riflette su quanto non sia affatto male un musical su un pasticcere trotzkista nell’Italia degli anni ’50, vediamo Moretti in piedi di fronte a un palazzo di via Fabrizi e subito dopo nella stessa posizione davanti a uno sul Lungotevere Flaminio. Sono gli attici dove dice che gli piacerebbe andare ad abitare, ristrutturandoli. A questo punto si ferma di fronte a un altro palazzo, in via Dandolo, mentre in piedi accanto a lui ora c’è Silvia, anche lei col casco. Dice di aver chiesto il prezzo e di aver saputo che costava dieci milioni al metro quadro. Perché è Via Dandolo, una via storica… Per una volta quindi nessun mistero sulla via. Il viaggio riprende su Ponte Flaminio, che Moretti dice di amare e di percorrere almeno due volte al giorno!
Successivamente a questa scena se ne apre una di celeberrima: siamo all’incrocio di Viale della Moschea e ancora risuona la “I’m your man” di Leonard Cohen, interrotta precedentemente solo per la visita al cortile o quasi. Moretti ferma la Vespa all’incrocio davanti al rosso e una Mercedes gli si affianca; allora mette il cavalletto alla Vespa, scende, e rivolto all’uomo in Mercedes comincia il celebre monologo sulle minoranze, che resta uno dei momenti più indimenticabili dell’episodio. La conclusione è di quelle che lasciano il segno: “Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza”. L’uomo nell’auto, evidentemente non troppo colpito dal discorso e anzi chiaramente disinteressato, non può che rispondere con un “Vabbè, auguri” e rimettere in moto.
Fonte www.davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=476
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