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“Ricordi di guerra” di Paolo Fantacone

RACCONTO DEL FLANEUR ROMA2PASS pubblicato il 23 settembre 2024

NdR  Questo racconto ci è stato gentilmente inviato dal socio AMUSE Domenico Misiti che l’aveva ricevuto dall’autore: il suo amico Paolo Fantacone, nato nel 1933 e scomparso nel 2019.  Paolo aveva studiato al Giulio Cesare, si era laureato in Ingegneria alla Sapienza e aveva abitato con la sua famiglia per lunghi periodi della sua vita nel Quartiere Trieste, dove oggi vive la moglie.  Come apprezzato dirigente d’azienda, aveva svolto la sua attività professionale nella VitroSelenia spa.  Legato da un’amicizia pluriennale a Domenico Misiti, aveva scambiato con lui ricordi e racconti di tempi lontani.  Il presente racconto fa parte di questo scambio di corrispondenza.  Il presidente dell’Associazione AMUSE ringrazia il prof. Misiti per averci inviato questo racconto che volentieri pubblichiamo. Continue reading

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Enrico Del Fa

Enrico Del Fa (1888-1955) è stato architetto, progettista e direttore dei lavori per diverse cooperative e imprese di costruzioni a Roma.  Continue reading

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Accademia di Belle Arti

Era l’anno 1845 quando, sulla via di Ripetta, dal lato verso l’antico porto omonimo, era inaugurata l’Accademia di Belle Arti.

L’architetto Pietro Camporese il Giovane (Roma, 1792-1873), che l’aveva ideata, aveva realizzato due nuclei collegati tra loro da un corpo attraversato da una ampia volta a botte arricchita, nel prospetto principale su piazza Ferro di Cavallo (lungo via Ripetta), da una struttura classicheggiante con colonnato ionico.

L’andamento dell’intera struttura assumeva, in pianta, uno sviluppo vagamente a ferro di cavallo, un’indicazione che da allora diventerà sinonimo dell’edificio fino ad offrire il nome alla piazza.  Attorno all’area destinata alla costruzione vi erano delle preesistenze molto significative: l’asse viario di via Ripetta era pienamente impostato e, nei pressi, importanti presenze architettoniche erano costituite dalla chiesa di S. Rocco, pochi anni prima terminata dall’architetto Valadier in stile sicuramente neoclassico.  La zona era poi caratterizzata dalla facciata di Santa Maria in Portae Paradisi, di pertinenza dell’Ospedale di San Giacomo in Augusta, detto degli Incurabili, nonché dell’Anfiteatro Corea, come allora era chiamata la struttura per gli spettacoli realizzata sopra i ruderi del Mausoleo di Augusto.

La zona stava già assumendo uno specifico ruolo artistico in quanto vi sorgeva, nei pressi, lo studio di Antonio Canova e, sulla non lontana via Margutta, cominciavano ad aprirsi i primi studi d’artista.

Papa Gregorio XVI, che aveva decretato la costruzione dell’edificio, fu all’epoca da alcuni criticato perché si erano spesi troppo soldi, specie in riferimento ad un periodo piuttosto critico per le finanze e per la storia dello Stato della Chiesa. L’edificio, infatti, aveva richiesto un cospicuo investimento non solo per la parte specificatamente architettonica ma anche per la dotazione di numerosissimi calchi in gesso che erano considerati fondamentali per la formazione dei giovani artisti.

La grande aula per le riunioni era stata arricchita, già in fase di costruzione, da due gigantesche statue dei Dioscuri, copia di quelli marmorei da originali di Fidia che ornavano, assegnandole addirittura il nome, la piazza di Monte Cavallo (com’era chiamata all’epoca piazza del Quirinale).  Papa Gregorio XVI aveva deciso di far costruire uno stabile appositamente come scuola per gli artisti poiché questi, da anni, o meglio da secoli, erano andati migrando da un edificio all’altro di Roma, sempre utilizzando strutture precedentemente adibite ad altro scopo.

L’istituzione artistica romana era antichissima, risalendo alla medievale Università dei Pittori, Miniatori e Ricamatori.  Sisto IV, nel 1478, rinnovando gli statuti dell’antica Università, aveva concesso un piccolo oratorio che fu dedicato a San Luca, protettore degli artisti.  Gli scultori erano a quel tempo ancora legati all’Università degli Scalpellini dalla quale si scissero nel 1539, all’epoca di papa Paolo III per interessamento di Michelangelo.

Nella seconda metà del 1500 il pittore Girolamo Muziano si fece promotore di una vera e propria scuola per insegnare le arti ai giovani, così Gregorio XIII, accogliendone le richieste, autorizzava, nel 1577, l’istituzione di un’Accademia Romana di Belle Arti con annessa Congregazione, sotto la protezione di San Luca, con sede all’Esquilino (allo stesso Papa si deve l’istituzione della Congregazione di Santa Cecilia per i musicisti). Pochi anni dopo, Sisto V, tolta la sede sull’Esquilino, assegnava all’Accademia la Chiesetta di Santa Martina presso il Foro Romano (che in seguito fu rinnovata da Pietro da Cortona e prese il nome dei Santi Luca e Martina) con annessa Accademia di San Luca di cui fu primo principe Federico Zuccai. Nel 1754 Benedetto XIV istituì l’Accademia del Nudo che fu diretta da quella di San Luca, con locali sul Campidoglio.

Dal 1804 gli studenti furono ospitati in varie altre sedi fino alla costruzione dell’edificio del Camporese. Con l’avvento di Roma Capitale l’istituzione scolastica passò allo Stato e così anche l’istituzione artistica mentre l’Accademia di San Luca, trasferita la sua sede in Palazzo Carpegna, continuò ad assolvere funzioni in favore delle Arti.

Il Regio Istituto di Belle Arti, fondato alla fine del 1873 dal Ministero, cominciò a funzionare nel 1874.  Il programma di studio fu ripartito in un corso preparatorio della durata di un anno, un corso comune con tre anni d’insegnamento e un corso speciale di altri tre anni. Il corso speciale era diviso in quatto indirizzi: Figura disegnata, Ornato e decorazione, Modellato e Architettura. Con l’avvento del fascismo, il neoministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile attuò una profonda riforma della scuola e, con Regio Decreto del 1923, si istituirono i Regi Licei Artistici e le Accademie di Belle Arti. Nel 1962 furono aggiornati i programmi di studio del Liceo e, nel 1974, in attuazione dei Decreti Delegati, il Liceo ricevette una sua autonomia, separandosi amministrativamente dall’Accademia di Belle Arti.  Personalità significative hanno insegnato nell’istituto, quali Afro, Carrino, Cordio, Consagra, Guelfo, Guccione, Maccari, Mafai, Monachesi, Novelli, Nunzio, Purificato, Sanfilippo, Tacchi, Turcato.  Altri artisti e architetti insigni ne sono stati allievi, come Ceccobelli, Dessì, Levini, Bordini, De Renzi, Lai, Lombardi, Mainardi, Miarelli, Pellegrin, Ridolfi, Sacripanti.
Nel 2001, in attuazione del piano del dimensionamento del comparto scuola, il Primo Liceo Artistico venne fuso con il Sesto Liceo Artistico, prendendo la denominazione di Liceo Artistico Statale “Via di Ripetta”.

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Notizia

Dopo questo luglio torrido Grazia Attili ci regala un breve racconto ambientato del Quartiere Coppedè, probabilmente il “luogo più fantastico” di tutto il territorio del Municipio II.  Ipotizzando una strana “operazione di smontaggio” di piazza Mincio e degli edifici intorno, che lascia attoniti abitanti, semplici passanti e perfino noi lettori, Grazia ci descrive gli elementi di questo particolarissimo, piccolo quartiere che tutto il mondo ci invidia:  “Il Quartiere Coppedè Tra Arte, Sogno e Fantasia”.  Buona lettura!”

Lo staff Roma2pass augura a tutti i suoi lettori una serena estate e gli suggerisce un consiglio: seduti sotto l’ombrellone o sotto un albero (o semplicemente a casa vostra), approfittate di qualche istante di tranquillità per leggere i Racconti del Flâneur.

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“Il Quartiere Coppedè tra arte, sogno e fantasia” di Grazia Attili

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“Il Quartiere Coppedè tra arte, sogno e fantasia” di Grazia Attili

Dopo il luglio torrido del 2023, Grazia Attili ci ha regalato un breve racconto ambientato del Quartiere Coppedè, probabilmente il “luogo più fantastico” di tutto il territorio del Municipio II.  Ipotizzando una strana “operazione di smontaggio” di piazza Mincio e degli edifici intorno, che lascia attoniti abitanti, semplici passanti e perfino noi lettori, Grazia ci descrive gli elementi di questo particolarissimo, piccolo quartiere che tutto il mondo ci invidia:  “Il Quartiere Coppedè, tra arte, sogno e fantasia”.  Buona lettura!”

Questo racconto si è classificato 1° nel concorso “Premio AMUSE 2023”.

CLICCA QUI PER ASCOLTARE IL PODCAST  oppure  CLICCA QUI PER LEGGERE IL RACCONTO

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Fontane moderne

Il 1911 fu l’anno della grande Esposizione d’arte, commemorativa della raggiunta unità d’Italia. Roma aveva ormai già completato il primo grande ampliamento edilizio, resosi necessario dopo la proclamazione a capitale ed era tempo che si tornasse a pensare alle fontane.    Continue reading

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Villino di Lola Mora de Hernandez

All’incrocio di via Sardegna con via Romagna, c’è il villino Hernandez, una costruzione molto elaborata nella decorazione in stile eclettico, che nel progetto originale era dotato di una torre angolare con tetto a cono.

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