Questa pagina elenca gli alberi presenti nelle strade e nelle piazze e nel giardini del Municipio II. Non comprende invece gli alberi presenti a Villa Borghese, Villa Ada, Villa Torlonia. Laddove disponibile, tra parentesi è indicato l’anno di piantumazione. Continue reading
Dal 1930 al 1945
Questa pagina elenca le principali costruzione realizzate negli anni in esame.
1930 Continue reading
IIS Tommaso Salvini
In via Tommaso Salvini al civico 24, tra via Giacinta Pezzana e piazza delle Muse, un edificio si fa notare per l’articolazione del suo costruito. Ospita l’Istituto Genovesi (Tecnico Commerciale) e il Liceo Azzarita (Liceo Scientifico) che insieme al Liceo Classico Mameli costituiscono l’ Istituto di Istruzione Superiore via Salvini 24.
1924 INCIS
L’Istituto nazionale per le case degli impiegati statali (in acronimo INCIS) era un ente pubblico costituito per costruire abitazioni e gestirne l’assegnazione, a canone agevolato, agli impiegati pubblici. Questo ente ha avuto un grande ruolo nello Sviluppo urbanistico del Municipio II. Continue reading
PA3
DA RIVEDERE PER ESTRARRE I BRANI UTILI E BUTTARE IL RESTO
Dalla larghezza (o meglio dalla strettezza) della strada che prosegue in leggera discesa verso nord, capiamo che siamo su una strada antica. Qui, sotto i nostri piedi, infatti correva l’antica via Salaria, una strada più antica della fondazione di Roma, l’unica strada consolare che non ha preso il proprio nome né dal console che l’ha realizzata né della località che permette di raggiungere. E sapete perché? Perché quando questa strada nasce non c’erano consoli, e i piccoli villaggi della penisola non avevano nemmeno un nome. Su questo percorso le greggi si spostavano con le stagioni, dai monti della Sabina al mare e viceversa, semplicemente seguendo la sponda sinistra del Tevere. Continue reading
Accademia di Belle Arti
Era l’anno 1845 quando, sulla via di Ripetta, dal lato verso l’antico porto omonimo, era inaugurata l’Accademia di Belle Arti.
L’architetto Pietro Camporese il Giovane (Roma, 1792-1873), che l’aveva ideata, aveva realizzato due nuclei collegati tra loro da un corpo attraversato da una ampia volta a botte arricchita, nel prospetto principale su piazza Ferro di Cavallo (lungo via Ripetta), da una struttura classicheggiante con colonnato ionico.
L’andamento dell’intera struttura assumeva, in pianta, uno sviluppo vagamente a ferro di cavallo, un’indicazione che da allora diventerà sinonimo dell’edificio fino ad offrire il nome alla piazza. Attorno all’area destinata alla costruzione vi erano delle preesistenze molto significative: l’asse viario di via Ripetta era pienamente impostato e, nei pressi, importanti presenze architettoniche erano costituite dalla chiesa di S. Rocco, pochi anni prima terminata dall’architetto Valadier in stile sicuramente neoclassico. La zona era poi caratterizzata dalla facciata di Santa Maria in Portae Paradisi, di pertinenza dell’Ospedale di San Giacomo in Augusta, detto degli Incurabili, nonché dell’Anfiteatro Corea, come allora era chiamata la struttura per gli spettacoli realizzata sopra i ruderi del Mausoleo di Augusto.
La zona stava già assumendo uno specifico ruolo artistico in quanto vi sorgeva, nei pressi, lo studio di Antonio Canova e, sulla non lontana via Margutta, cominciavano ad aprirsi i primi studi d’artista.
Papa Gregorio XVI, che aveva decretato la costruzione dell’edificio, fu all’epoca da alcuni criticato perché si erano spesi troppo soldi, specie in riferimento ad un periodo piuttosto critico per le finanze e per la storia dello Stato della Chiesa. L’edificio, infatti, aveva richiesto un cospicuo investimento non solo per la parte specificatamente architettonica ma anche per la dotazione di numerosissimi calchi in gesso che erano considerati fondamentali per la formazione dei giovani artisti.
La grande aula per le riunioni era stata arricchita, già in fase di costruzione, da due gigantesche statue dei Dioscuri, copia di quelli marmorei da originali di Fidia che ornavano, assegnandole addirittura il nome, la piazza di Monte Cavallo (com’era chiamata all’epoca piazza del Quirinale). Papa Gregorio XVI aveva deciso di far costruire uno stabile appositamente come scuola per gli artisti poiché questi, da anni, o meglio da secoli, erano andati migrando da un edificio all’altro di Roma, sempre utilizzando strutture precedentemente adibite ad altro scopo.
L’istituzione artistica romana era antichissima, risalendo alla medievale Università dei Pittori, Miniatori e Ricamatori. Sisto IV, nel 1478, rinnovando gli statuti dell’antica Università, aveva concesso un piccolo oratorio che fu dedicato a San Luca, protettore degli artisti. Gli scultori erano a quel tempo ancora legati all’Università degli Scalpellini dalla quale si scissero nel 1539, all’epoca di papa Paolo III per interessamento di Michelangelo.
Nella seconda metà del 1500 il pittore Girolamo Muziano si fece promotore di una vera e propria scuola per insegnare le arti ai giovani, così Gregorio XIII, accogliendone le richieste, autorizzava, nel 1577, l’istituzione di un’Accademia Romana di Belle Arti con annessa Congregazione, sotto la protezione di San Luca, con sede all’Esquilino (allo stesso Papa si deve l’istituzione della Congregazione di Santa Cecilia per i musicisti). Pochi anni dopo, Sisto V, tolta la sede sull’Esquilino, assegnava all’Accademia la Chiesetta di Santa Martina presso il Foro Romano (che in seguito fu rinnovata da Pietro da Cortona e prese il nome dei Santi Luca e Martina) con annessa Accademia di San Luca di cui fu primo principe Federico Zuccai. Nel 1754 Benedetto XIV istituì l’Accademia del Nudo che fu diretta da quella di San Luca, con locali sul Campidoglio.
Dal 1804 gli studenti furono ospitati in varie altre sedi fino alla costruzione dell’edificio del Camporese. Con l’avvento di Roma Capitale l’istituzione scolastica passò allo Stato e così anche l’istituzione artistica mentre l’Accademia di San Luca, trasferita la sua sede in Palazzo Carpegna, continuò ad assolvere funzioni in favore delle Arti.
Il Regio Istituto di Belle Arti, fondato alla fine del 1873 dal Ministero, cominciò a funzionare nel 1874. Il programma di studio fu ripartito in un corso preparatorio della durata di un anno, un corso comune con tre anni d’insegnamento e un corso speciale di altri tre anni. Il corso speciale era diviso in quatto indirizzi: Figura disegnata, Ornato e decorazione, Modellato e Architettura. Con l’avvento del fascismo, il neoministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile attuò una profonda riforma della scuola e, con Regio Decreto del 1923, si istituirono i Regi Licei Artistici e le Accademie di Belle Arti. Nel 1962 furono aggiornati i programmi di studio del Liceo e, nel 1974, in attuazione dei Decreti Delegati, il Liceo ricevette una sua autonomia, separandosi amministrativamente dall’Accademia di Belle Arti. Personalità significative hanno insegnato nell’istituto, quali Afro, Carrino, Cordio, Consagra, Guelfo, Guccione, Maccari, Mafai, Monachesi, Novelli, Nunzio, Purificato, Sanfilippo, Tacchi, Turcato. Altri artisti e architetti insigni ne sono stati allievi, come Ceccobelli, Dessì, Levini, Bordini, De Renzi, Lai, Lombardi, Mainardi, Miarelli, Pellegrin, Ridolfi, Sacripanti.
Nel 2001, in attuazione del piano del dimensionamento del comparto scuola, il Primo Liceo Artistico venne fuso con il Sesto Liceo Artistico, prendendo la denominazione di Liceo Artistico Statale “Via di Ripetta”.
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Questa pagina presenta i punti salienti di una lunga passeggiata urbana sui viali lungo il Tevere, da Ponte Cavour, a ponte Pietro Nenni. Continue reading
Vita e amori di Scipio Slataper
Scipio Slataper (1888-1915) è eroico irredentista che ha combattuto tutta la sua vita . La sua biografia, la sua attività letteraria, le sue relazioni ci restituiscono un personaggio avventuroso e degno di nota. Continue reading
R2p news: “Slataper, una famiglia di eroi e non solo”
Questa settimana per i nostri “Racconti del Flâneur” di Roma2pass, abbiamo scelto di parlare di uno dei personaggi che danno il nome a una strada del quartiere Parioli: Scipio Slataper. Continue reading
“Slataper, una famiglia di eroi e non solo” di Andrea Ventura
Circa a mezza via del percorso di viale Romania, quasi davanti alla sede della LUISS, marcata dalla massiccia presenza della torre ovale in bugnato di blocchi di tufo della Caserma che fu della Milizia Fascista, si apre una strada che si dirige verso il lato settentrionale di viale dei Parioli: via Scipio Slataper. Continue reading