Nel giardini del Pincio, in viale dell’Orologio, c’è una strana fontana sormontata da un orologio. E’ l’antico idro-cronometro del Pincio, vero e proprio gioiello di fisica applicata all’idraulica e alla meccanica, che scandisce il tempo dal 1873.
Edicola delle Tre Madonne
La più antica edicola del Municipio non esiste più: era l’edicola delle Tre Madonne.
zz Catalogo 2024 – 2025 delle attività con le Scuole OLD
PROGRAMMA PASSEGGIATE PER LE SCUOLE 2024 – 2025
10 Itinerari per Conoscere il Municipio II
Dall’anno scolastico 2021 – 2022 AMUSE APS collabora con l’Amministrazione del Municipio II di Roma Capitale, ad un progetto intitolato “Guida Turistica – Scoprire il Municipio II di Roma” – Guida Turistica per fasce d’età 6/10 e 11/14. Continue reading
Ambasciata della Germania presso la Santa Sede
L’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede ha l’ingresso sia in via di Villa Sacchetti 4 che in via dei Tre Orologi 22 dietro Villa Delfino, su una delle strade più esclusive di Roma.
Manufatti nell’area dei Parioli
I manufatti riportati in questa pagina sono stati rilevati utilizzando come base la mappa 153 del catasto Gregoriano (1818-20), tranne che per la villa Lancellotti e la palazzina Filomarino, ubicate sulla via Salaria e contenute nella mappa 147 del medesimo catasto.
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Via Ulisse Aldrovandi
Via Ulisse Aldrovandi è il proseguimento di via Saverio Mercadante. Inizia dall’incrocio di quest’ultima con viale Gioacchino Rossini, davanti a uno degli ingressi di Villa Borghese, costeggia la villa fino a Valle Giulia, dove prosegue a destra con il nome di viale delle Belle Arti.
1870 Edifici moderni scelti da Archidiap
Questa pagina contiene le principali opere di architettura successive al 1870, nel Municipio II e dintorni, scelte dal sito www.archidiap.it (ROMA – 500 Architetture by Archidiap). Continue reading
Carmelo del Sacro Cuore
Il Carmelo del Sacro Cuore è un monastero in via dei Tre Orologi 3.
- MAPPA della Zona Pinciano 5 (da Villa Taverna a Villa Giulia)
Bioparco
Il Bioparco è il Giardino Zoologico o, più rapidamente, lo Zoo di Roma e sorge all’interno di Villa Borghese. L’ingresso è su viale del Giardino Zoologico all’incrocio con viale dell’Uccelliera.
Giovanni Battista Giovenale
Giovanni Battista Giovenale nasce a Roma il 1849. Architetto, ingegnere, restauratore e storico dell’architettura, costituì per oltre mezzo secolo una figura di primo piano nel panorama culturale romano.
Formatosi a Roma, inizia l’attività nel periodo della cosiddetta “febbre edilizia”: dopo il concorso per il palazzo delle Esposizioni (1876), Giovenale, fu tra gli artefici del rinnovo e della trasformazione della città capitale.
Le sue prime realizzazioni riguardano interventi sul tessuto urbano del centro storico, come il restauro del palazzo Wedekind (1879), a piazza Colonna (fu lui a mettere un solo orologio sulla sommità dell’edificio in luogo dei due originari).
Spesso ebbe a che fare con ampliamenti di fabbricati, talvolta anche di sensibile entità, effettuati con malcelato intento speculativo da committenti facoltosi: eclatante in tal senso è l’edificio che il marchese Filippo Theodoli fece costruire, su progetto del G., nel giardino della propria residenza di via del Corso accorpandolo a essa. Interventi di questo tipo venivano attuati in virtù di licenze edilizie rilasciate per lavori di “sopraelevazione” (con l’opportuna modifica delle coperture e l’aumento di altezza degli ambienti sottostanti) e di “riduzione” degli alti ambienti risultanti (come nei palazzi Malatesta, oggi Pecci-Blunt, e Costaguti).
È palese in questi primi lavori la ricerca di soluzioni progettuali il più possibile corrette che non pregiudicassero ulteriormente l’omogeneità del tessuto urbano: volontà concretizzata dal G. in una grande sobrietà stilistica, la quale risulta peraltro con altrettanta evidenza anche nelle architetture affrontate ex novo, come i casamenti Mencacci-Pericoli, oggi hotel Tritone, Spithöwer e Tombari, nei quali il progettista si rifece ad austeri modelli cinquecenteschi o della prima architettura barocca (rispettivamente: ibid., prott. 55733/1886 e 92343/1890; 8831/1886; 59039/1888).
Del tutto differente l’atteggiamento progettuale del G. alle prese con particolari tipologie residenziali come il villino unifamiliare o la palazzina di lusso: nel complesso costituito dal casamento e dal villino Folchi e nel villino Boncompagni, di epoca successiva, tra le più pregevoli realizzazioni della zona di villa Ludovisi, il G. attinse con mano particolarmente felice al repertorio formale tardobarocco, sorprendente omaggio a un gusto che come archeologo e restauratore lo stesso architetto negava polemicamente.
Dopo gli scandali finanziari che avevano sancito la crisi dell’attività edilizia, il G., dando voce alla necessità fattasi urgente di salvaguardare la qualità del patrimonio architettonico, fondò nel 1890 l’Associazione artistica fra i cultori di architettura, che, analogamente alle istituzioni sorte in Francia e in Gran Bretagna, nacque con l’obiettivo di risollevare le sorti e il prestigio dell’architettura attraverso una serie di iniziative volte allo studio dei monumenti, in particolare di quelli della cosiddetta “età di mezzo”, ma anche alla promozione di concorsi per la realizzazione degli edifici pubblici o di rappresentanza. L’azione di tutela, costante, e per certi versi ambigua, era esercitata attraverso una sorta di vigilanza compiuta da una commissione dei rioni, composta da quattordici soci, a cura della quale venne redatto un Inventario dei monumenti, intrapreso a partire dal 1895 durante la presidenza di Gaetano Koch, e che ebbe l’indubbio merito di rivalutare i pregi artistici di una certa edilizia minore.
Il restauro della chiesa di S. Maria in Cosmedin (1896-99) vide il G. impegnato personalmente fin dagli studi preliminari, condotti con grande rigore filologico. La fase progettuale, egualmente affidata al G. e oggetto di plauso unanime da parte dei contemporanei, costituì il manifesto del cosiddetto “restauro scientifico”, secondo il quale l’indicazione metodologica di intervento doveva essere dedotta in maniera univoca dall’analisi della formazione del monumento, e attuata rendendo i rifacimenti e le eventuali aggiunte individuabili in ogni tempo.
Fonte: Raffaella Catini Dizionario Biografico degli Italiani Treccani
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