Risultati della ricerca per: via Boncompagni

Giuseppe Mariani

Giuseppe Mariani, pistoiese (1863–1932) ha realizzato diversi edifici a Roma e, in particolare, nel Municipio II:

  • Villa Moretti in via Nomentana 355 (1906), dove sorgeva Villa Casalini, e avrà successivamente sede l’Istituto Marymount
  • villino di largo Spinelli 3 (1911-12),
  • Villino Giovanni Rossi in via Paisiello 33 (1914),
  • Villa del Conte Guardino Colleoni in via Aldrovandi 19 (1916),
  • villino in via Paisiello 35 (1916),
  • Palazzo per appartamenti di via Basento 37 (1920),
  • Clinica Qusisana in via Gian G. Porro 5 (1926),
  • palazzina in via Panama 16
  • palazzina in via Lima 7

Altri edifici di Mariani a Roma sono:

  • Palazzo Venanzo Lapi in via Pompeo Magno 1 (1888),
  • villino Pignatelli invia Boncompagni 12 (1898-1902),in stile neo rinascimentale fiorentino, per il duca Giuseppe Pignatelli di Terranova, senatore del Regno,
  • Villino Zeffiro Rossellini in via Nerva 1 (1901),
  • Palazzina di via Quintino Sella 60 (1905),

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Progettisti

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In rete:

  • https://www.info.roma.it/personaggi_dettaglio.asp?ID_personaggi=3029
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Palazzo Margherita

Il Palazzo Margherita è un edificio situato nel rione Ludovisi, su via Veneto che prende il nome della Regina Margherita che ne fece sua residenza ufficiale dopo l’assassinio del re consorte Umberto I di Savoia avvenuto nel 1900.

Il palazzo è costruito tra il 1886 e il 1890 su progetto di Gaetano Koch per Rodolfo, Principe di Piombino, uno dei tanti titoli nobiliari dei principi Boncompagni Ludovisi.  Nel fervore di costruire nuovi edifici infatti, il Principe aveva talmente sommerso di richieste di costruzione le autorità della nuova capitale che si era visto espropriare il Palazzo Piombino in via del Corso (il grande edificio dove è la Galleria Alberto Sordi, già nota come Galleria Colonna) e quindi volle sostituirlo con questo nuovo edificio chiamato Villa Piombino.

Il palazzo Margherita è circondato da un parco e incorpora, sul retro e invisibile dall’esterno, Palazzo Grande, dal 1622 primo nucleo di villa Ludovisi.  Gli alberi del giardino di Villa Margherita rappresentano l’ultimo residuo del parco originale della grande villa (insieme al giardino del Casino dell’Aurora Ludovisi).

Ma l’exploit immobiliare del Principe di Piombino gli aveva procurato più problemi che guadagni e l’immobile fu presto venduto ai Savoia, che l’acquistarono nel 1900 per farne la residenza della regina Margherita, divenuta regina madre dopo l’assassinio di Umberto I e il passaggio del trono al figlio Vittorio Emanuele III.  Qui, nel 1926, la regina tanto amata dai suoi sudditi, morì.

Dal 1931 il palazzo divenne sede dell’Ambasciata statunitense in Italia e, nel 1946, fu acquistato dal Governo degli Stati Uniti d’America.

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Via Vittorio Veneto

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Storia di Villa Ludovisi

Villa Ludovisi nasce nel 1621 quando Ludovico Ludovisi (1595-1632), appena nominato Cardinal-nepote dallo zio papa Gregorio XV (1554–1623), acquista la Vigna Del Nero. Una proprietà “periferica” (vicino le Mura Aureliane) con un casino nobile (oggi noto come Casino dell’Aurora).  Continue reading

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Giovanni Battista Giovenale

Giovanni Battista Giovenale nasce a Roma il 1849.  Architetto, ingegnere, restauratore e storico dell’architettura, costituì per oltre mezzo secolo una figura di primo piano nel panorama culturale romano.

Formatosi a Roma, inizia l’attività nel periodo della cosiddetta “febbre edilizia”: dopo il concorso per il palazzo delle Esposizioni (1876), Giovenale, fu tra gli artefici del rinnovo e della trasformazione della città capitale.

Le sue prime realizzazioni riguardano interventi sul tessuto urbano del centro storico, come il restauro del palazzo Wedekind (1879), a piazza Colonna (fu lui a mettere un solo orologio sulla sommità dell’edificio in luogo dei due originari).

Spesso ebbe a che fare con ampliamenti di fabbricati, talvolta anche di sensibile entità, effettuati con malcelato intento speculativo da committenti facoltosi: eclatante in tal senso è l’edificio che il marchese Filippo Theodoli fece costruire, su progetto del G., nel giardino della propria residenza di via del Corso accorpandolo a essa. Interventi di questo tipo venivano attuati in virtù di licenze edilizie rilasciate per lavori di “sopraelevazione” (con l’opportuna modifica delle coperture e l’aumento di altezza degli ambienti sottostanti) e di “riduzione” degli alti ambienti risultanti (come nei palazzi Malatesta, oggi Pecci-Blunt, e Costaguti).

È palese in questi primi lavori la ricerca di soluzioni progettuali il più possibile corrette che non pregiudicassero ulteriormente l’omogeneità del tessuto urbano: volontà concretizzata dal G. in una grande sobrietà stilistica, la quale risulta peraltro con altrettanta evidenza anche nelle architetture affrontate ex novo, come i casamenti Mencacci-Pericoli, oggi hotel Tritone, Spithöwer e Tombari, nei quali il progettista si rifece ad austeri modelli cinquecenteschi o della prima architettura barocca (rispettivamente: ibid., prott. 55733/1886 e 92343/1890; 8831/1886; 59039/1888).

Del tutto differente l’atteggiamento progettuale del G. alle prese con particolari tipologie residenziali come il villino unifamiliare o la palazzina di lusso: nel complesso costituito dal casamento e dal villino Folchi e nel villino Boncompagni, di epoca successiva, tra le più pregevoli realizzazioni della zona di villa Ludovisi, il G. attinse con mano particolarmente felice al repertorio formale tardobarocco, sorprendente omaggio a un gusto che come archeologo e restauratore lo stesso architetto negava polemicamente.

Dopo gli scandali finanziari che avevano sancito la crisi dell’attività edilizia, il G., dando voce alla necessità fattasi urgente di salvaguardare la qualità del patrimonio architettonico, fondò nel 1890 l’Associazione artistica fra i cultori di architettura, che, analogamente alle istituzioni sorte in Francia e in Gran Bretagna, nacque con l’obiettivo di risollevare le sorti e il prestigio dell’architettura attraverso una serie di iniziative volte allo studio dei monumenti, in particolare di quelli della cosiddetta “età di mezzo”, ma anche alla promozione di concorsi per la realizzazione degli edifici pubblici o di rappresentanza. L’azione di tutela, costante, e per certi versi ambigua, era esercitata attraverso una sorta di vigilanza compiuta da una commissione dei rioni, composta da quattordici soci, a cura della quale venne redatto un Inventario dei monumenti, intrapreso a partire dal 1895 durante la presidenza di Gaetano Koch, e che ebbe l’indubbio merito di rivalutare i pregi artistici di una certa edilizia minore.

Il restauro della chiesa di S. Maria in Cosmedin (1896-99) vide il G. impegnato personalmente fin dagli studi preliminari, condotti con grande rigore filologico. La fase progettuale, egualmente affidata al G. e oggetto di plauso unanime da parte dei contemporanei, costituì il manifesto del cosiddetto “restauro scientifico”, secondo il quale l’indicazione metodologica di intervento doveva essere dedotta in maniera univoca dall’analisi della formazione del monumento, e attuata rendendo i rifacimenti e le eventuali aggiunte individuabili in ogni tempo.

Fonte:  Raffaella Catini Dizionario Biografico degli Italiani Treccani

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Villa Ludovisi: il mito

Documentarsi e ricostruire monumenti, ville e strade non più esistenti a Roma è coinvolgente ma al tempo stesso sconvolgente.   Enorme infatti è la perdita del patrimonio culturale e paesaggistico della città, che non è rimasta certo indenne ai millenari passaggi storici e quindi ai cambiamenti che questi portarono con sé.  Con questa pagina torniamo sulle tracce di una villa urbana che non esiste più: Villa Ludovisi Continue reading

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Passeggiate Roma2pass nel 1° trimestre del 2024

Abbiamo appena finito di ringraziare Armando Bussi per la sua interessante passeggiata “Pretoriani, ferrovieri, bersaglieri”, da piazza della Croce Rossa a Porta Pia“, che vi informiamo sulle quattro passeggiate che Roma2pass ci offre nel 1° trimestre di quest’anno.    Continue reading

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