Nel 2004, Sindaco Walter Veltroni, con delibera Consiliare del 24 novembre, fu approvato il progetto per realizzare, in deroga al vincolo archeologico e alla destinazione N, con integrazione volumetrica, un polo museale a Villa Ada per custodire la collezione di giocattoli Leonardo Servadio (uno stock di 10mila e 663 pezzi, per lo più d’origine svedese, degli anni fra il 1860 e il 1930) acquistati dal Comune di Roma al costo di 4,5 milioni + IVA (1).
Il costo previsto per la ristrutturazione degli edifici delle Scuderie, dopo importanti modifiche al progetto iniziale e la previsione di un museo ipogeo, lievitò dagli iniziali 5 milioni a 8 milioni di euro. Il Museo sarebbe stato su tre piani, con laboratori, servizi hi-tech modernissimi per i visitatori, biblioteca, bar, ristoranti, scale mobili, ampie vetrate.
Guarda il video del progetto ufficiale al link https://www.youtube.com/watch?v=Ul90QevO8tY)
Inoltre, prosegue Affari Italiani, :”in fondo alla delibera consiliare c’era un allegato. Una sorta di codicillo. In attesa del restauro delle Scuderie Reali, si rendeva necessario, infatti, “provvedere temporaneamente alla custodia della collezione presso la stessa Servadio srl” a Castiglione del Lago (Perugia). In conto al Comune di Roma finivano “la disponibilità del magazzino, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei giocattoli, le utenze (luce, acqua, riscaldamento)”. Ma anche il premio assicurativo (19.843,90 euro), il servizio di custodia e perfino “l’appartamento a disposizione del custode”. Il quantum? Esattamente 99.991,90 euro all’anno + iva. In totale 116.021,50 euro. (1) Tutto nero su bianco .
Ma il progetto non andò in porto. Da qualche anno la collezione è stata trasferita a Roma, presso la Centrale Montemartini a Via Ostiense . Come riportato dal Messaggero del 30/12/2017: “Sono circa 11 mila pezzi per 34mila componenti, una cifra impressionante per quella che viene stimata come la più grande collezione di giocattoli d’Europa. La maggior parte degli oggetti risale agli anni tra il 1860 ed il 1930 ma vi sono pezzi più antichi, risalenti al XIII-XV secolo, come due bambole di stoffa di cultura preincaica. Più della metà dei giocattoli sono di fabbricazione tedesca, un quarto di produzione svedese, il resto si divide tra manifattura francese, italiana, inglese e americana. Nel deposito sono custoditi, tra gli altri, 43 case di bambola, 100 giochi da tavolo, 92 giochi da costruzione, 300 automi, giochi da luna park, fotografie ed una biblioteca di 3000 volumi ” (2).
(1) Vai all’articolo del 5 dicembre 2011 di Affari Italiani:
http://www.affaritaliani.it/roma/l-ultima-follia-di-veltroni-vale-milion-i-l-epopea-del-museo-dei-balocchi-di-villa-ada-05-12-11.html
(2) Vai all’articolo del 30/12/2017 de il Messaggero:
https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/le_bambole_di_roma_senza_casa_la_collezione_di_giocattoli_antichi_piu_grande_d_europa_chiusa_nei_depositi-3450679.html
Fonte: https://www.carteinregola.it/
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