La Robinia di via Lucrino non è solo un albero ma è il simbolo di come eravamo. E’ un superstite, uno dei pochi alberi rimasti di quei filari piantati e curati con dedizione fin dal 1954, prova di un approccio onesto e a regola d’arte alla città.
Ancora si notano le griglie metalliche, che impediscono la crescita delle erbacce e ampliano lo spazio pedonale, e i supporti di protezione del fusto, rimovibili a seconda della crescita della pianta.
Accanto, vediamo i nuovi ligustri piantati di recente in un disinteresse totale per la bellezza e la durata degli alberi utilizzati. Due stecche e un po’ di filo di plastica sono il misero corredo di questo sedicente progetto di riforestazione, che offre un verde economico e provvisorio.
Non si tratto di tornare al passato anacronistico ma di ripristinare un metodo che ha funzionato: una visione a lungo termine e una cura del patrimonio comune che sono state rimpiazzate da soluzioni rapide e scadenti.
Autore: Alessandro Cremona Urbani, che ringraziamo.
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