La prima Casa dei Bambini sorge a via dei Marsi 38 nel popolare quartiere di San Lorenzo.
San Lorenzo nasce con Roma capitale per ospitare le migliaia di persone attirate dal boom edilizio ma che non riescono a elevarsi dalla povertà: artigiani, disoccupati, emarginati, operai, casalinghe, donne di servizio, mendicanti, per molti dei quali la quotidianità significava vivere sulla soglia della criminalità. Case di ringhiera che si affacciano su strade sconnesse, prive di rete fognaria, di acqua, con servizi igienici rudimentali; gli appartamenti sono semplici ricoveri per una forza lavoro sottopagata e spesso disoccupata.
La crisi edilizia che investe Roma tra il 1884 e il 1888. Il sistema di prestiti bancari e cambiali incomincia a vacillare, le banche a falliscono e non finanziano più i costruttori, la costruzione di molti edifici non viene completata, migliaia di operai perde il lavoro. A San Lorenzo gli edifici sono occupati da povera gente che ha bisogno di un luogo dove vivere. Essendo gli appartamenti composti di quattro o cinque stanze, diventa usuale la pratica del subaffitto.
Un’alimentazione povera e spesso di cattiva qualità compromette lo sviluppo fisico e psichico dei bambini esponendoli a malattie con una conseguente alta mortalità infantile. Le principali malattie che allora colpiscono l’infanzia, a causa della scarsa alimentazione, sono la tubercolosi, il rachitismo, la pellagra o “male delle miseria”, dovuta alla povera alimentazione, l’anemia. Il tasso di mortalità infantile è talmente alto che nel 1900 l’età che non viene superata dalla metà della popolazione è di soli 23 anni, nonostante un tasso di natalità del 33%. La mortalità era diffusa soprattutto tra i bambini poveri, in particolare i lattanti, a causa di tare ereditarie e alla mancanza di adeguate condizioni igenico-sanitarie di vita delle donne lavoratrici. Per cui il tema dell’alimentazione si presentava come problematica complessa che coinvolgeva quelle del salario, dell’abitazione, dell’igiene, dell’istruzione, della delinquenza, delle malattie, in definitiva l’assetto stesso della società. In queste precarie condizioni igienico-sanitarie e sociali, nel 1886 scoppia nel quartiere un’epidemia di colera.
Un quartiere, dunque, malfamato, ai margini della città, per i poveri, “dove – come afferma Montessori – la gente per bene passa solo dopo morta” – a causa della vicinanza con il cimitero del Verano -, abitato da una umanità reietta, abbandonata a se stessa. In questo contesto trovano diffusione le idee socialiste e anarchiche.
Quando San Lorenzo si affaccia al nuovo secolo, pur rimanendo un quartiere popolare con ampie sacche di disoccupazione e marginalità sociale, vive, come d’altra parte tutta la città, negli anni della politica giolittiana e, in particolare, dell’amministrazione Nathan, un periodo di riforme e riqualificazione architettonica, igienica e sociale. A modificare l’assetto urbanistico del quartiere intervennero diversi fattori tra cui, forse il più importante, l’intervento di riqualificazione edilizia dell’Istituto Romano di Beni Stabili, che acquista e ristruttura, con il sostegno della Banca d’Italia, molti degli stabili fatiscenti di San Lorenzo per ricavarne appartamenti da dare in affitto a costi calmierati. La ristrutturazione teneva conto delle norme igieniche e di nuovi criteri edilizi. Gli appartamenti sono realizzati sono di due, tre stanze al massimo ma il bagno è al piano, la cucina dell’appartamento è dotata di lavello con rubinetto per l’acqua potabile e piano piastrellato per la cottura a legna, entrambi in muratura.
Il riassetto urbanistico del quartiere e la ristrutturazione edilizia, si uniscono nel progetto dell’Istituto a un’analisi dei bisogni sociali e della situazione economica degli abitanti del quartiere, e diventano strumento di redenzione morale e civile.
A tal fine, nei cortili degli edifici sono affisse alcune scritte educative ispirate ai principi di ordine e conservazione del bene comune quali: L’IGIENE DELL’ABITAZIONE È LA SALUTE DEI FIGLI oppure CHI CURA LA CASA CURA SE STESSO e una serie di servizi sociali nascono a livello di edificio, come l’infermeria e la sala lettura.
Anche la manutenzione dei fabbricati dell’Istituto a San Lorenzo risente negativamente del fatto che i bambini sono lasciati a se stessi dai genitori a casa per gli impegni di lavoro e Talamo, anche per risolvere questo problema, decide nel 1906 di raccogliere i bambini dai tre ai sette anni di ciascun fabbricato in un appartamento dell’edificio e affida l’organizzazione di queste scuole infantili a Maria Montessori. Dopo soli due mesi, la prima “Casa dei Bambini” è inaugurata in Via dei Marsi 58.
La scelta ricade su Maria Montessori, già nota come docente universitaria e abile conferenziera, si è già impegnata a favore dei soggetti sociali più deboli: i bambini e le donne, affermandone i diritti all’istruzione (dal censimento del 1911 era emerso che la percentuale di analfabeti, sopra i sei anni di età, sul totale della popolazione è 32% tra gli uomini, 42% tra le donne), alla cure sanitarie, a una alimentazione adeguata, a un lavoro libero da sfruttamento e discriminazioni. La Montessori si è laureata in medicina nel 1896 e in quegli anni la figura del medico riunisce in sé quella dell’intellettuale attento ai problemi sociali e alla loro possibile soluzione.
Dove c’è una “Casa dei Bambini” del quartiere di San Lorenzo i genitori devono tenere in ordine lo stabile, mandare i figli puliti a scuola e avere un colloquio settimanale con la direttrice. La “scuola nel casamento” diventa così una proprietà collettiva, la cui importanza e utilità è ben presto compresa dagli inquilini: essa evita ai figli la strada, da ai bambini una possibilità di educazione e istruzione che altrimenti non avrebbero e offre un ambiente adatto in cui sono seguiti nello sviluppo psico-fisico dalla maestra e dal medico, spesso residenti nello stesso edificio.
La “scuola nella casa”, inoltre, realizza il principio pedagogico della continuità educativa tra scuola e famiglia e rappresenta una risposta al problema del lavoro femminile.
Fonte: Liberamente tratto da “quartiere di San Lorenzo e le Case dei Bambini” di Paola Trabalzini (www.montessoridesign.it).
La Casa dei bambini fu fortemente danneggiata da Bombardamento di San Lorenzo.
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Case dei Bambini di Paola Trabalzini
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