Franco Moscato abitava in via Salaria 195, in un piccolo appartamento al terzo piano. Lavorava in una fabbrica che produceva pezzi del motore dei tram. Dopo una soffiata, il 16 ottobre del 1943 i nazifascisti andarono a casa sua per arrestarlo.
Franco si nascose in un soppalco che conteneva i cassoni dell’acqua ma un rumore richiamò l’attenzione delle militi, che lo trovarono e lo portarono via. Morì ad Auschwitz.
Oggi, una Pietra d’inciampo sul marciapiede davanti a casa sua lo ricorda.
Ma quello che è incredibile è che nel palazzo c’è una gentile signora, di cui non conosciamo nemmeno il nome, che ci ha portato su al terzo piano, dove Franco viveva. È stata un’emozione imprevista e difficilmente descrivibile. L’appartamento è rimasto pressoché uguale a come era ai tempi della guerra: il pavimento, la stanza da letto, il soppalco dove i nazisti trovarono Franco.
Ogni anno, nella Giornata della Memoria, un gruppo di cittadini dei dintorni, viene a trovare Franco Moscato e pulisce e lucida con cura la sua Pietra d’Inciampo.
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Via Salaria 1a parte: da piazza Fiume a viale Regina Margherita
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