Seti I

L’obelisco di piazza del Popolo risale al faraone Seti I (1324 a.C. circa-1279 a.C.), figlio di Ramses I,  è stato un faraone della XIX dinastia egizia.  Il nome Seti è traducibile come Uomo di Seth, stando a indicare che Seti I si era posto sotto la protezione di tale dio. 

A destra vedete il busto di Seti I da una statua che lo raffigura inginocchiato in atto di adorare una divinità, probabilmente Osiride, in granodiorite. Le braccia sono mancanti. Metropolitan Museum of Art, New York .

Dopo l’eresia amarniana di Akhenaton (1351 a.C. – 1334 a.C.[4]) e gli sconvolgimenti sociali, religiosi e politici che ne conseguirono, con pesanti ripercussioni sui caotici regni di Ankhtkheperura, Smenkhara, Tutankhamon e Ay, la priorità dei successori Horemheb (iniziatore di una grande riforma[8]), Ramses I e Seti I fu ristabilire l’ordine in Egitto e riaffermare la sovranità egizia su Canaan e la Siria, gravemente compromessa dall’espansione della potenza ittita.

L’attività di costruttore di Seti I fu notevole, tra le opere più importanti: il completamento della sala ipostila di Karnak ed il suo tempio funerario ad Abido dove fece realizzare un rilievo in cui egli stesso compare mentre compie un omaggio nei confronti di 76 suoi predecessori; è questa la famosa “Lista reale di Abido” che inizia da Narmer ed una delle fonti di maggior importanza per la cronologia dei sovrani egizi. Promosse la realizzazione di obelischi in onore di Ra per abbellire il tempio di Eliopoli, di cui resta l’obelisco Flaminio, che sarà completato dal figlio Ramses II e poi trasportato a Roma da Augusto.

Non era ancora cinquantenne quando morì

La tomba ben conservata di Seti I fu rinvenuta nell’ottobre del 1817 da Giovanni Battista Belzoni nella Valle dei Re; si rivelò la più lunga (136 metri) e la più profonda fra tutte le tombe faraoniche del Nuovo Regno. Fu anche la prima a essere decorata in ogni suo punto, con raffinati bassorilievi e pitture di colori vivaci. Questo vasto complesso iconografico fornì un modello seguito da tutti i successivi faraoni del Nuovo Regno.

Il suo imponente sarcofago, ottenuto da un unico blocco di alabastro, decorato su ogni lato (all’interno si trova un’immagine della dea del cielo, Nut, oltre a varie divinità che avvolgono il corpo del faraone), si trova al Sir John Soane’s Museum, a Londra; Sir Soane lo acquistò per la sua collezione nel 1825, quando il British Museum rifiutò di pagare le £2000 del suo prezzo. Al momento dell’arrivo al museo, l’alabastro del reperto era completamente bianco e ancora arricchito con inserti di solfato rameico di colore blu posizionati nell’antichità. I due secoli trascorsi nel clima di Londra e l’inquinamento hanno fatto scurire il sarcofago, portandolo a un colore brunato; inoltre l’umidità ha causato la caduta delle decorazioni blu[26]. Sull’intero corpo del sarcofago sono incisi brani dal Libro delle Porte, un importante testo sacro funerario che descrive il viaggio notturno del dio-sole Ra nell’oltretomba.

La mummia di Seti I fu scoperta nel 1881, nel nascondiglio delle mummie reali a Deir el-Bahari, e identificata grazie al nome inscritto sul coperchio del sarcofago[28]. Da allora si trova al Museo egizio del Cairo. Fu sbendata da Gaston Maspero il 9 giugno 1886.

Dagli esami condotti sulla mummia di Seti, molto ben conservata, è emerso che il re morì in giovane età, in netto contrasto con i suoi predecessori Horemheb e Ramses I e con il figlio Ramses II, che si spensero in età avanzata.  Le cause di questa morte prematura sono sconosciute; sulla sua salma non c’è traccia di violenza. La testa fu rinvenuta distaccata dal corpo, ma il danno è imputabile all’azione dei razziatori di tombe: i sacerdoti di Amon della XXI dinastia la riattaccarono con cura servendosi di panni di lino. Si è ipotizzato che potrebbe essere morto per una malattia cardiaca che l’avrebbe afflitto per anni.  Enigmaticamente, il cuore fu rinvenuto nella parte destra del torace, quando la prassi prevedeva che fosse rimesso a posto, mummificato, nel lato sinistro: alcuni ipotizzano che potrebbe essersi trattato di un grossolano errore, oppure di un tentativo poco chiaro di far funzionare meglio l’organo nell’aldilà.

La mummia di Seti I è lunga un metro e 70 centimetri. Per il suo stato di conservazione straordinario e la perizia dell’arte degli imbalsamatori, lasciò ammirati gli scopritori e i ricercatori[29]; Maspero, che la sbendò, commentò:  «Era un capolavoro dell’arte dell’imbalsamatore, e l’espressione del volto era quella di uno che appena qualche ora prima ha esalato l’ultimo respiro. La morte aveva leggermente teso le narici e contratto le labbra, la pressione delle bende aveva un poco appiattito il naso e la pelle era annerita dalla pece; ma un calmo e mite sorriso aleggiava ancora sulla bocca e le palpebre semiaperte lasciavano intravedere sotto le ciglia uno scorcio di una riga apparentemente umida e brillante, il riflesso dei bianchi occhi di porcellana introdotti nelle orbite al momento della sepoltura»

La figura di Seti I è stata più volte utilizzata in produzioni cinematografiche.  Nel film “I dieci comandamenti” Seti è interpretato da Cedric Hardwicke e viene presentato come un re giusto e bonario.  Apprezza molto le capacità di Mosè, suo nipote adottivo, e lo ama molto più di quanto non ami il proprio figlio Ramses.

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Obelisco di piazza del Popolo

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