Piazza del Popolo ai tempi di Roma antica

In epoca classica la zona era l’estrema propaggine, non abitata, del Campo Marzio con una prevalente sistemazione a giardini ed orti. Sotto l’obelisco e le fontane al centro della piazza passa l’antica via Flaminia che, venendo dal Campidoglio lungo il tracciato rettilineo del’attuale via del Corso, collegava la città con le regioni a nord. I basolati di via Flaminia sono ancora lì, circa 1,5 m sotto l’attuale livello stradale. piazza del Popolo durante l’inondazione del 1953.  

Numerosi erano i sepolcri disposti, secondo l’uso, lungo la strada consolare. Dove oggi sorge la piazza, erano collocati due mausolei a forma di piramide, uno dei quali era detto Meta (un esempio di tale monumento è il mausoleo di Caio Cestio sulla Via Ostiense). I due monumenti furono demoliti in funzione del riuso del materiale marmoreo per la gloria della Chiesa barocca e le due Chiese gemelle ne hanno preso il posto. Non distante il corredo sepolcrale sul quale dominava l’Ara Pacis ed il mausoleo imperiale costruito dall’imperatore Augusto.
Nel III secolo la zona era stata inclusa dentro la cinta muraria di Aureliano solo per ragioni strategiche, per coprire con mura il ristretto braccio di pianura esistente tra il fiume e l’estremità del colle pinciano.
Fra gli altri sepolcri qui sorgeva quello dei Domizi, la gens di Nerone, e con la caduta dell’impero il ricordo di lui venne collegato a tal luogo e ne scaturirono una serie di leggende legate anche al fatto che, fuori le mura, era anche situato il piccolo campo di sepoltura delle donne di facili costumi morte senza pentirsene. Per esorcizzare il luogo frequentato anche dallo spirito dell’imperatore Nerone, Pasquale II costruì una cappella dove oggi sorge Santa Maria del Popolo. Un “populus” è probabilmente all’origine del toponimo sul quale la fantasia degli eruditi ha costruito tutta una serie di interpretazioni (più o meno immaginarie): i pioppi decorativi, il denaro del “Populus” romano, utilizzato per la costruzione della chiesa, ecc.
Ancor oggi la leggenda è viva ma si è trasferita in periferia: una località sulla Cassia è denominata Tomba di Nerone.

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