Santa Maria Portae Paradisi

A chi non piacerebbe trovare la Porta del Paradiso. Ebbene, a Roma basta andare a via di Ripetta 6 per trovare la chiesa di Santa Maria della Portae del Paradisi

La facciata di Santa Maria Portae Paradisi presenta due ordini. Nel portichetto del Sangallo apre il portale d’ingresso sormontato da un bassorilievo raffigurante la “Madonna con Bambino”.  A coronamento un timpano triangolare.  L’interno, attribuito a Giovanni Antonio De Rossi (1645), è a pianta ottagonale e riccamente decorato con stucchi, marmi policromi e affreschi di Pietro Paolo Naldini.

Le notizie relative all’edificazione di questa piccola chiesa sono incerte.  Sicuramente non prima del 1339, anno in cui, grazie a un lascito del cardinale Pietro Colonna, è inaugurato l’ospedale dedicato a S. Giacomo, il terzo grande ospedale romano in ordine di tempo (dopo l’ospedale S. Spirito in Sassia e l’ospedale del SS. Salvatore “ad Sancta Sanctorum” presso il Patriarchio Lateranense).  Nel 1451, l’ospedale S. Giacomo si specializza nella cura delle malattie veneree, finché, nel 1515, Leone X Medici lo trasforma in Arcispedale degli Incurabili.

Il nome di Santa Maria Portae Paradisi è collegato alla vicinanza della porta d’entrata agli antichi grandi giardini del Mausoleo di Augusto, per questo motivo la chiesa era anche popolarmente chiamata “in Augusta”.  La parola paradiso viene dal greco “parádeisos”, che a sua volta deriva dall’antica parola persiana che significa anch’essa giardino.   Ma sull’origine del suo nome c’è un’altra leggenda: a fianco all’edificio infatti c’era un cimitero e, secondo la tradizione cristiana, il cimitero è il luogo del grande sonno (dal greco koimetèrion, dormitorio), al termine del quale si sale al Paradiso.  Quindi la “porta del paradiso”, secondo questa interpretazione, indicava il piccolo cimitero affianco alla chiesa.   L’importanza e sacralità della parola “giardino” nel mondo cristiano si riesce a comprendere nel suo significato più antico, immaginando gli aridi territori dell’attuale Medio Oriente, dove l’opera dell’uomo faceva sorgere, in poco tempo, un rigoglioso giardino che appariva come un vero miracolo, frutto della conoscenza dell’uomo ispirata da Dio.

Ricostruita nel 1523 secondo un disegno di Antonio da Sangallo il Giovane, la chiesa fu ristrutturata nel 1626.

Fonti:  Turismo Roma e “Achitettura, Urbanistica e Topografia, Chiese di Roma, Religioni, Strade e piazze di Roma” Di Marco Gradozzi

Pagine al livello inferiore:

Pagina al livello superiore:

via di Ripetta

Pagine allo stesso livello:

CONDIVIDI QUESTA PAGINA:

I commenti sono chiusi.