il Casino dell’Aurora Pallavicini è nel Palazzo Pallavicini-Rospigliosi in via 24 Maggio 43. Questo palazzo, essendo sul lato destro della strada che sale da largo Magnanapoli a piazza del Quirinale, fa parte del rione Monti.
Costruito sulle imponenti rovine delle Terme di Costantino e oggi nascosto da un grande muro che corre lungo via XXIV Maggio, palazzo Pallavicini Rospigliosi fu iniziato nel 1613 su progetto di Flaminio Ponzo per volontà del cardinale Scipione Borghese, nipote del papa Paolo V, uno degli uomini più influenti di Roma, grande estimatore delle arti e straordinario mecenate. Il vasto complesso era costellato di piccoli Casini, uno dei quali è il celebre Casino dell’Aurora.
Realizzato dal fiammingo Jan van Santen (conosciuto in Italia come Giovanni Vasanzio) per ospitare banchetti estivi e concerti, il Casino è un gioiello del barocco romano: un’architettura dai volumi semplici alla quale si accede attraverso una meravigliosa doppia rampa, la cosiddetta “Scala della Pastorella”, ornata da statue e busti marmorei di epoca romana trovati nei sotterranei del palazzo durante la sua realizzazione, che porta a un giardino pensile sul quale si affacciano le tre grandi vetrate del padiglione centrale del Casino.
La facciata è decorata con magnifici bassorilievi, provenienti da sarcofagi romani databili tra il II e il III secolo d.C., che narrano storie della mitologia classica legate al tema dell’amore-morte e dell’immortalità dell’anima. Ma il nome e la fama del Casino si devono al celebre affresco con l’Aurora di Guido Reni, dipinta sulla volta della sala centrale, considerato uno dei vertici della pittura europea per l’uso dei colori e per la resa delle figure. Sul soffitto vola l’Aurora che sparge fiori sulla terra mentre anticipa il carro del Sole guidato da Apollo, circondato da Fosforo, la prima stella del mattino, e dalle Ore. Dipinto come se fosse una tela da appendere al muro, già nel Seicento si diceva che andasse osservato tramite uno specchio per apprezzare al meglio l’immensa opera.
Incorniciato da stucchi dorati, l’affresco è circondato da opere di altri esponenti della prima pittura barocca: due fregi di Antonio Tempesta con i Trionfi della Fama e dell’Amore, quattro riquadri con le Stagioni di Paul Bril e putti alati di Cherubino Alberti. Completano la decorazione anche busti marmorei secenteschi e sculture di epoca romana fra cui le celebri “Artemide Cacciatrice” e “Athena Rospigliosi”. I due ambienti laterali, le cui volte sono affrescate da Domenico Cresti, detto il Passignano, con il “Combattimento tra Rinaldo e Armida” e da Giovanni Baglione con la “Favola di Armida“, conservano alcuni dipinti della straordinaria Collezione Pallavicini, con opere di Guido Reni e Luca Giordano.
Nonostante la bellezza del luogo e delle decorazioni, pochi anni dopo la fine dei lavori Scipione Borghese vendette la tenuta alla famiglia Altemps. Passato attraverso diversi proprietari, nel 1708 fu acquistato dalla famiglia Pallavicini-Rospigliosi a cui appartiene tuttora.
Fonte: www.turismoroma.it/
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