IL VILLINO
L’edificio odierno di Villa Alberoni risale al 1924 quando fu realizzato dalla Società Anonima Edilizia Latina su progetto dell’lng. Francesco Bruno con l’imponente impianto decorativo dell’architetto e decoratore Armando Brasini.
Nel terrazzamento verde al di sopra del tinello venne inserita una quinta in mura con andamento semicircolare con al centro una fontana posta in asse al prona anch’esso semicircolare, della palazzina, assetto realizzato da Brasini su ispirazione delle architetture di Palazzo Farnese a Caprarola e di Villa d’Este a Tivoli.
Le due rampe di scale che circondano il tinello e attraverso le quali si accede alla Villa sono state ricreate dall’lng. Bruno ma quasi certamente ricalcano la struttura settecentesca che tendeva a sottolineare la monumentalità dei fabbricati, cosi come le sculture delle nereidi in cocciopesto, che scandiscono le rampe di scale, le stelle a cinque punte, le conchiglie, simbolo di rinascita e l’albero che insieme formavano l’emblema Alberoni, stemma che ritroviamo come omaggio a sovrastare il portale del lato della fontana.
La maggior parte dell’area, a parte alcuni ambienti d servizio come il casale, venne occupata dal palazzetto principale di tre piani sormontati da un attico; un edificio elaborato sia nell’architettura esterna che negli interni, con prospetti ricchissimi di cornici, nicchie, bugne angolari, sottili paraste in un trionfo di decorazioni barocche.
Anche la pianta dell’edificio è articolata e varia: alle semplici e squadrate forme della fabbrica preesistente sono stati aggiunti un pronao semicircolare, una sala ovale, una loggia laterale aperta. Gli interni corrispondono agli esterni e presentano un’ampia Scalinata elicoidale, pavimenti in marmi pregiati, colonne marmoree a sorreggere e incorniciare trionfi di stucchi dorati, sontuose tempere in cui predomina il colore oro e maestosi portali.
Il palazzetto verrà completato nel 1929 come testimonia l’epigrafe commemorativa sulla pavimentazione esterna realizzata con ciottoli di fiume e cubetti di porfido, tecnica a mosaico ligure denominata “risseu” e caratterizzata da malta di porcellana in polvere e da sassolini di fiume o mare.
Le notizie sugli abitanti della Villa non sono precise: dal 1936 ai primi anni ’50 vi risiedette l’Ambasciatore cinese e nel 1959 la proprietà venne acquistata dall’Unione Internazionale Pro Deo che provvide ad una ristrutturazione impiantistica e, negli anni 60, alla realizzazione di nuove aule per la nascente Università Pro Deo. Daglı anni Settanta la sede è di proprietà della Luiss Guido Carli che ha portato avanti con costanza un importante opera di restauro e conservazione della Villa.
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