Questa pagina racconta brevemente la storia degli Omnibus, i primi mezzi della mobilità pubblica, il tram a cavalli che è in auge per tutto il XIX secolo, prima dell’avvento delle linee di trasporto a vapore e a quelle a trazione elettrica.
Omnibus al deposito di via Flaminia.jpg
Il primo servizio di trasporto pubblico a Roma, inaugurato nel giugno 1845, fu un veicolo con trazione a cavalli, detto omnibus, che collegava piazza Venezia con la Basilica di San Paolo, effettuando un percorso di quattro chilometri e mezzo. Il pubblico, nonostante la scomodità dei carrozzoni, dimostrò entusiasmo per l’iniziativa e il successo da il via alla circolazione di altri omnibus. Nel 1871 nasce l’Impresa Romana degli Omnibus.
Verso il 1870 si cerca di realizzare linee di tram a vapore, per risolvere i problemi legati alla trazione animale: escrementi maleodoranti, turni di servizio limitati a poche ore, problemi logistici per la loro cura e alimentazione, malattie ed epidemie, ma i problemi sono insormontabili: fumi, faville, cenere, motrici grosse e pesanti. Le linee di omnibus a cavalli esercitate dall’Impresa furono all’inizio 7, poi 14 nel 1880 e 23 nel 1885. L’impresa diventa Società Romana Omnibus (SRO), e un ulteriore passo nel trasporto pubblico è effettuato nel 1887 con un servizio fluviale di vaporetti, tra ponte Milvio e San Paolo.
Il primo progetto di tram a cavalli su rotaia è del 1877, quando Ernesto Emanuele Oblieght (vedi Villa Oblieght) ottiene dal Comune la concessione di una linea sulla via Flaminia, da piazza del Popolo a ponte Milvio. La costruzione e l’esercizio della linea sono affidati a una società di Bruxelles che aveva in corso i lavori di costruzione della tramvia a vapore Roma-Tivoli. La linea sulla via Flaminia, a semplice binario posto in posizione laterale sulla strada, con uno sviluppo di 2800 metri fino all’imbocco di ponte Milvio, è dotata di due raddoppi intermedi. Inaugurata nel 1877, la linea è inizialmente servita da quattro vetture aperte e da quattro chiuse con scompartimenti di prima classe. Il percorso è coperto in 17 minuti. Nello stesso anno il binario è prolungato su ponte Milvio, fino all’omonimo piazzale. Il deposito era situato in località villa Massani. In prossimità di piazzale Flaminio, è costruita una grande scuderia, con un edificio ancora esistente con accesso in vicolo degli Omnibus. Il vicolo si chiama oggi via Mariano Fortuny e l’edificio è nell’area del Museo Explora. La stessa società, nel 1879 inizia l’esercizio della tramvia a vapore Roma – Tivoli, integrata nel tratto urbano, prolungata a via Marsala, dalla tramvia a cavalli Termini – Campo Verano, inaugurata nello stesso anno.
Con la costruzione di via Nazionale è realizzata una nuova linea di tram a cavalli di 2400 metri, dalla Stazione Termini fino a piazza Venezia, con il deposito in prossimità delle Terme di Diocleziano. La rete è poi integrata con altre due linee: la stazione Termini – San Giovanni, con un doppio binario in via Merulana e la piazza Montanara – Basilica di San Paolo. Nel 1886 nasce la Società Romana Tramways Omnibus (SRTO) che raggruppa vari gestori delle diverse linee, ottenendo nuove concessioni . Altre linee tramviarie furono progettate, per San Pietro su un ponte provvisorio costruito dopo la costruzione di corso Vittorio Emanuele e per Santa Agnese su via Nomentana, per la quale fu utilizzata la trazione a vapore. Un grande deposito tramviario, giunto fino ai nostri tempi, è costruito fuori Porta Maggiore.
Sulla linea della via Flaminia nel 1890, dopo un esperimento effettuato alla presenza del Re Umberto I, viene introdotta la trazione elettrica, ma tutto si risolve in un completo fallimento e dopo qualche mese, tornano a circolare i tram a cavalli. Nel frattempo la rete tramviaria a cavalli si era notevolmente estesa, con l’aggiunta dei collegamenti per la stazione di Trastevere costruita in piazza Ippolito Nievo, lungo la via Cavour per San Giovanni e con un prolungamento della linea di San Paolo lungo il Foro Romano sotto il Campidoglio.
Nel 1892 il Comune di Roma e la SRTO stipulano una convenzione per la costruzione e l’esercizio di cinque nuove linee e per il prolungamento di due linee esistenti, ancora a trazione animale. I tempi, però, erano maturi per la trazione elettrica, di cui si era fatto interprete nel 1879 all’Esposizione Industriale di Berlino il tedesco Werner von Siemens. La prima linea tramviaria a trazione elettrica, fu la San Silvestro-Stazione Termini, concessa nel 1894 e inaugurata l’anno dopo. La linea, lunga 2800 metri, è a doppio binario e si svolge lungo via Capo le Case, Porta Pinciana, via Ludovisi, via Boncompagni, via Quintino Sella, XX Settembre, via Goito, via Cernaia, via Volturno; all’incrocio con via Dogali (l’attuale via Romagna) un raccordo conduceva al deposito. La linea aerea è alimentata dalla sottostazione della società Anglo-Romana di via del Policlinico
Il successo del nuovo servizio diede l’avvio al rapido e grande sviluppo dell’elettrificazione di nuove linee, a opera della SRTO, unico gestore del trasporto pubblico a Roma.
Testo tratto da un articolo di Antonio Venditti su Specchio romano http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2004/Marzo/Omnibus,%20primo%20interprete%20della%20mobilit%C3%A0%20pubblica.htm
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