55 Lapide a Ginzburg

Al n. 55 di via Basento c’è una lapide che dice:

UN AGGUATO POLIZIESCO / NELLA TIPOGRAFIA DELL’ITALIA LIBERA / STRAPPAVA ALLA LOTTA CLANDESTINA LEONE GINZBURG / ITALIANO / PER PASSIONE DEL RISORGIMENTO EUROPEO / DI PENSIERI E DI IDEALI. / ERA NATO A ODESSA IL IV IV MCMIX / MORI’ A REGINA COELI / VITTIMA DEL TERRORE NAZISTA / IL V.II.MCMXLIX / VIVA LA SUA MEMORIA / NEL CUORE DI CHI SPERA E COMBATTE / PER UNA GIUSTA LIBERTA’.

Ci ricorda che nel 1943 qui c’era una tipografia clandestina. Vi si stampava “Italia libera”, il giornale del Partito d’Azione. Ne era direttore Leone Ginzburg (it.wikipedia.org), marito di Natalia Ginzburg, intellettuale coltissimo, straniero ed ebreo, che contro il fascismo organizzò e animò redazioni, case editrici e gruppi partigiani.

Nel 1933, insieme a Bobbio, Pavese e Giulio Einaudi aveva fondato la casa editrice che porta il nome di quest’ultimo.

Nel seminterrato di via Basento, Leone Ginzburg sta lavorando alla redazione e alla pubblicazione di “Italia Libera” quando, il 19 novembre 1943, la polizia fascista fa irruzione e lo arresta. Muore l’anno dopo, in seguito alle torture subite nel carcere di Regina Coeli, per non aver rivelato i nomi dei suoi compagni. Ginzburg è sepolto nel cimitero del Verano.

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