Questa pagina è dedicata ad un nobile personaggio dell’ottocento palermitano: Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonìa e di Lercàra Frìddi, fondatore dell’ordine religioso delle Suore di Carità di via Giuseppe Luigi Lagrange.
Principe di PalagoniaFrancesco Paolo Gravina è il principe di Palagonìa e di Lercàra Frìddi, fondatore dell’ordine religioso delle Suore di Carità.
Nell’Ottocento i Gravina sono una delle più influenti famiglie siciliane. Appartiene alla famiglia Palazzo Comitini, per esempio, sede in passato della Provincia di Palermo e in cui, nell’epoca napoleonica quando la corte borbonica si trasferisce a Palermo, i Gravina ospitano l’ammiraglio Nelson.
Sua madre, rimasta vedova senza figli maschi a cui lasciare il titolo di principe, seguendo precise disposizioni testamentarie del consorte, aveva sposato il fratello del marito defunto. Francesco Paolo è l’ultimogenito della coppia, dopo due gemelli nati morti e quattro sorelle (di cui tre si monacheranno) e gli fu dato il nome per la grande devozione della sua famiglia per il santo di Paola.
Francesco Paolo Gravina sposa nel 1819 Maria Nicoletta Filangeri, figlia del principe di Cutò, la quale però ben presto lo tradisce con Francesco Paolo Notarbartolo, figlio del principe di Sciara. Quando la notizia si diffonde, il principe rispedisce a casa la consorte. Non si sarebbero più rivisti. Dopo la morte del principe, che lascia nel testamento la disposizione per messe in suffragio di entrambi gli amanti, lei sposerà religiosamente il Notarbartolo.
Rimasto solo, il principe avrebbe potuto rifarsi una famiglia per garantirsi la successione ma il Gravina non vuole divorziare, conformemente agli insegnamenti della chiesa, e ciò gli ha meritato l’appellativo di “ultimo principe”. Allora inizia il suo apostolato di carità che, dopo essere stato sindaco (chiamato allora pretore) di Palermo (1832-1834), lo porta a dirigere le strutture pubbliche che cercano di affrontare l’emergenza colera che esplose negli anni ’36-’37 e a dedicare a questa missione tutto il suo patrimonio. Il principe alloggiava in una stanza vicino all’ufficio del suo segretario, per meglio sovrintendere ai ricoveri.
Nel 1847 ottiene l’approvazione della regola per il nuovo ordine delle Suore di Carità del Principe di Palagonia e, fino ad ora, è stato l’unico laico ad istituire un ordine religioso.
La rivoluzione antiborbonica del ’48 lo vede schierato all’interno del parlamento siciliano in favore dell’indipendenza dell’isola e, quando i Borboni ritorneranno, a differenza di molti altri nobili siciliani lui non fa abiura alienandosi così le simpatie della corona.
Il principe muore a 54 anni e il suo funerale, in cui per sua volontà la sua salma era vestita di un saio francescano, fu seguito da una folla enorme. Nel 1990 l’arcivescovo di Palermo, Pappalardo ha dato il via alla sua causa di beatificazione. (tratto da un testo di Danilo Caruso).
A Roma le suore gesticono la Casa di Riposo di Maria del Santo Rosario, in via Giuseppe Luigi Lagrange, con la annessa cappella delle Suore della Carità del Principe di Palagonia.
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