Questa pagina è dedicata al conte Virginio Vespignani (1808-1882), architetto romano attivo durante il pontificato di papa Pio IX.
Virginio nasce a Roma nel 1808 da famiglia nobile. Di formazione accademica, allievo e collaboratore di Luigi Poletti che segue nell’ispirazione verso le forme del neoclassicismo per poi volgersi a modelli rinascimentali e romantici.
Tra le sue opere più significative si possono ricordare:
- la cappella della Madonna dell’Archetto (1851), [2] piccola cappella nel rione Trevi, ben proporzionata e di gusto cinquecentesco,
- la ricostruzione, nell’aspetto attuale, di Porta San Pancrazio (1857),
- la facciata rivolta verso l’esterno di Porta Pia (1868)
- la ricostruzione di Porta Salaria, poi demolita.
Per il cimitero del Verano, realizza la chiesa, la prima parte del Pincetto e il quadriportico d’ingresso (1880), proseguendo il progetto iniziale di Giuseppe Valadier del 1807-1812,
Il suo monumento sepolcrale, eretto dal figlio Francesco che segue la stessa professione paterna, si trova nel portico dell’ingresso monumentale del Verano, a ricordare il ruolo avuto dall’artista nella creazione dello storico cimitero romano.
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Bibliografia essenziale:
- Bruno Maria Apollonj, «VESPIGNANI, Virginio», in Enciclopedia Italiana, Volume 35, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- Clementina Barucci, Virginio Vespignani. Architetto tra Stato Pontificio e Regno d'Italia, Roma, Argos, 2006. ISBN 88-88690-06-9.