Sepolcreto di via Allegri e via Peri

Il Sepolcreto di via Allegri e via Peri  fa parte del Sepolcreto Salario nel quartiere Pinciano.

Nell’area esterna a Porta Salaria venne raccolto un cippo di marmo con un’epigrafe databile al III secolo d. C. :

D(IS) M(ANIBUS) / C. POMPONIO HERACONTI SIC / DULCISSIMO / M. ULPIUS HERA / ET VALERIA SA / TORNINA PA SIC / RENTES HARCHI / TECTO EABRO / NABALI OPTUMO / VIXIT ANNOS XXV.

Tra Via Tevere e via di S.Teresa, di fronte alla quarta torre delle Mura Aureliane fu rinvenuto un sarcofago in marmo (m. 2,17 x 0,73 x 0,05) decorato sulla fronte con un clipeo centrale in cui sono rappresentati i due coniugi. Le teste dei personaggi sono appena abbozzate ma per il defunto si riconoscono attributi del rango senatorio. Sotto il clipeo è scolpita una scena pastorale con uomo che munge una capra e, di fronte a questo, un uomo che suona un flauto a canne. Il resto della fronte è campito con strigilature. Agli angoli del sarcofago si trovano due figure: a sinistra una figura femminile, mentre a destra una maschile in atteggiamento tipico delle rappresentazioni dei filosofi.

Nella stessa zona, duranti gli scavi per la costruzione della chiesa di Santa Teresa, fu individuata una scala che, attraversando un’arenaria adibita alle sepolture, immette in una galleria cimiteriale con i loculi chiusi da tegole. Non molto distanti si trovano altri cunicoli larghi poco più di un metro. Fu possibile misurare la lunghezza di una sola galleria: m. 9,50. Nelle pareti si aprono cinque ordini di loculi e due arcosoli. Questi cunicoli potevano costituire un sistema unitari di cimitero ipogeo pagano, poiché uno dei teschi aveva in bocca una moneta: il cosiddetto “obolo di Caronte”. Sempre sullo stesso lato, ma più a Nord, furono scoperti alcuni cunicoli. Il primo era largo m. 0,90, orientato in senso Nord – Sud, e conduceva ad altre gallerie (carta Arch. II C n. 94); altri cunicoli contenevano ossa umane. Questi si trovavano alla profondità di m. 7,00 dal piano stradale ma, al momento della scoperta erano ostruiti di terra. Fu pertanto impossibile determinarne la direzione, la struttura e il tipo di deposizioni.

Nel terreno dell’ex Stabilimento Voghera, sul alto occidentale di Via Po, poco distante da Corso d’Italia, fu raccolta una lastra di marmo con un epigrafe databile al II secolo d. C. poi riutilizzata nel III o IV secolo.

All’angolo tra Via Po e il lato meridionale di Via G. Allegri, a pochi passi da via Salaria, furono scoperti alcuni colombari databili dalla fine II al IV secolo d.C. Il pavimento di un colombario in opera reticolata costruito da liberti di Antonino Pio, fu distrutto per praticarvi nuove deposizioni, che si inoltravano fin sotto le pareti della stanza. Le nuove sepolture erano formate da un dolio, sopra al quale si trovava un tubo di terracotta affiorante dal pavimento, sul lato meridionale, da una sepoltura simile, ma senza tubo, sul lato occidentale. Al centro della stanza, invece, si trovava, alla profondità di m. 0,90 dal piano della risegAll’angolo tra Via Po e il lato meridionale di Via G. Allegri, a pochi passi da via Salaria, furono scoperti alcuni colombari databili dalla fine II al IV secolo d.C. Il pavimento di un colombario in opera reticolata costruito da liberti di Antonino Pio, fu distrutto per praticarvi nuove deposizioni, che si inoltravano fin sotto le pareti della stanza. Le nuove sepolture erano formate da un dolio, sopra al quale si trovava un tubo di terracotta affiorante dal pavimento, sul lato meridionale, da una sepoltura simile, ma senza tubo, sul lato occidentale. Al centro della stanza, invece, si trovava, alla profondità di m. 0,90 dal piano della risega, una tomba ad inumazione coperta da tegole. L’indagine nella parte di terreno esterna alla parete del colombario mise in luce un corridoio, parallelo alla suddetta parete, che si allungava fino ad altri colombari immediatamente a Nord di questo ambiente. Il corridoio aveva il piano di calpestio di terreno battuto. Approfondito lo scavo al di sotto di tale piano, tornò alla luce un cippo di travertino murato nella parete del colombario, a sinistra della soglia:

D VETURI TI L /// / VETURIAE D ET TI L / RUFAE / D VETURI D L PHILOD / ASINIAES T L RUFAE / IN FR P XII / IN AGR P XII / T ASINIUS CAIAE L FAUSTUS / A ERICIUS A L GRATUS

. La diversità tra i nomi dei liberti ricordati in questa iscrizione rispetto a quelli dei liberti menzionati nelle epigrafi interne, e la maggiore profondità del cippo rispetto alla risega delle pareti del colombario, fecero associare l’iscrizione ai defunti sepolti al di sotto del pavimento della stanza: ci fu quindi un passaggio di proprietà dell’edificio alla fine del II o all’inizio del III sec. d. C. In un’altra camera sepolcrale del medesimo complesso, databile al II sec. d. C., si individuarono restauri praticati nel IV secolo e forse in età ancora posteriore: nel piano di calpestio vennero, infatti, ricavate delle formae.

Altre tre formae, orientate in senso Nord/Ovest – Sud/Est, furono scoperte all’angolo tra via J. Peri e Via G: Allegri. Le sepolture avevano le dimensioni di m. 2,00 x 0,45 ed erano divise da muri in opera vittata. In una delle formae era murata l’iscrizione con il nome del defunto, C. Roscius Magnus.

A m. 4,00 di profondità dal piano di Via Pinciana, di fronte all’imbocco di Via G. Allegri, fu individuato il cubicolo di una catacomba con volta a crociera. Questo è scavato nel tufo ed è decorato con rappresentazioni di temi cristiani dipinti direttamente sulla roccia senza strato preparatorio . Un ambulacro collega il cubicolo con altre gallerie, ma non si può capire in quale direzione si estendano, poiché, già al momento della scoperta avvenuta nel 1913, il corridoio suddetto era ostruito da terra.a, una tomba ad inumazione coperta da tegole. L’indagine nella parte di terreno esterna alla parete del colombario mise in luce un corridoio, parallelo alla suddetta parete, che si allungava fino ad altri colombari immediatamente a Nord di questo ambiente. Il corridoio aveva il piano di calpestio di terreno battuto. Approfondito lo scavo al di sotto di tale piano, tornò alla luce un cippo di travertino murato nella parete del colombario, a sinistra della soglia: D Veturi Ti l /// / Veturiae D et Ti l / Rufae / D Veturi D l Philod / Asiniaes T l Rufae / in fr p XII / in agr p XII / T Asinius Caiae l Faustus / A Ericius A L Gratus. La diversità tra i nomi dei liberti ricordati in questa iscrizione rispetto a quelli dei liberti menzionati nelle epigrafi interne, e la maggiore profondità del cippo rispetto alla risega delle pareti del colombario, fecero associare l’iscrizione ai defunti sepolti al di sotto del pavimento della stanza: ci fu quindi un passaggio di proprietà dell’edificio alla fine del II o all’inizio del III sec. d. C. In un’altra camera sepolcrale del medesimo complesso, databile al II sec. d. C., si individuarono restauri praticati nel IV secolo e forse in età ancora posteriore: nel piano di calpestio vennero, infatti, ricavate delle formae.

Altre tre formae, orientate in senso Nord/Ovest – Sud/Est, furono scoperte all’angolo tra via J. Peri e Via G: Allegri. Le sepolture avevano le dimensioni di m. 2,00 x 0,45 ed erano divise da muri in opera vittata. In una delle formae era murata l’iscrizione con il nome del defunto, C. Roscius Magnus. A m. 4,00 di profondità dal piano di Via Pinciana, di fronte all’imbocco di Via G. Allegri, fu individuato il cubicolo di una catacomba con volta a crociera. Questo è scavato nel tufo ed è decorato con rappresentazioni di temi cristiani dipinti direttamente sulla roccia senza strato preparatorio . Un ambulacro collega il cubicolo con altre gallerie, ma non si può capire in quale direzione si estendano, poiché, già al momento della scoperta avvenuta nel 1913, il corridoio suddetto era ostruito da terra.

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