Via Alessandro Vessella

Via Alessandro Vessella è l’ultima traversa di via Somalia, a destra scendendo verso via Salaria, verso via Alfredo Catalani e i Prati della Signora.

Alessandro Vessella nacque ad Alife, Medio Volturno, nel 1860. Studiò pianoforte al conservatorio di Napoli ma un crampo alla mano lo costrinse a passare alla direzione d’orchestra. Il Comune di Roma, che nel 1883 aveva trasformato la banda della Guardia Nazionale in Concerto comunale, alla morte del maestro Pezzini di Chieti, bandisce il concorso per un nuovo direttore. Vessella, appena venticinquenne, risultò primo ed ebbe l’incarico dal sindaco principe Torlonia.

Nel suo primo concerto, in Piazza Colonna, suonò musiche di Mozart, Wagner ed altri compositori tedeschi. L’esecuzione fu impeccabile ma il pubblico e la critica erano dei campanilisti contrari alla musica tedesca. Sulla stampa si ebbero applausi e critiche, durante l’estate romana acclamazioni e fischi. Ma Don Alessandro tirava diritto. Ci vollero anni, ma introdusse la musica classica tedesca a Roma ed in Italia.
Contemporaneamente Vessella riformava il complesso strumentale. L’effetto fonico dell’esecuzione non doveva staccarsi dal modello originale della composizione, e doveva corrispondere strettamente all’orchestra. Egli costruì il tipo della partitura per banda, distribuendo gli strumenti per famiglie, abolendo strumenti inutili, introducendone altri (come la famiglia dei saxofoni) che servissero a temperare, ad amalgamare timbri fra loro dissimili (come i legni e gli ottoni).

Volle la riforma delle bande militari e vinse la battaglia con l’insegnamento, nel ’95 fu istituita una cattedra appositamente per lui presso il liceo di Santa Cecilia, con le pubblicazioni, con le trascrizioni ma, fondamentalmente, con la sua banda. I suoi 60 esecutori, con un nutrito repertorio, entusiasmarono nell’estate del ’94 Berlino, Dresda, Monaco e Norimberga. Gli si vietò il concorso internazionale di Nizza nel ’97, ma nel 1903 stava a Londra e girava per la Gran Bretagna con 75 esecutori (pagati maluccio dal Comune) e veniva acclamato dalle folle e da Re Eduardo VII. Nel 1906 entusiasmava Milano e Firenze.

La crisi del 1905, con lo scioglimento della banda e la sua ricostituzione, trovò il Maestro pronto ad un’altra realizzazione. Fondò un’orchestra per offrire a basso prezzo dei concerti alle classe più modeste, e così educarle alla musica. In due anni, dal 26 novembre 1905, offrì 50 concerti. E per essi, dopo aver bussato al teatro Costanzi, all’Argentina, all’Adriano, finì all’anfiteatro Corea, che divenne l’Augusteo. Nel 1929 fu accompagnato al sepolcro da una folla sterminata di romani.

L’opera sua fondamentale rimane sempre “Studi di strumentazione per banda” (1894) insieme a numerosi e appassionati pezzi per pianoforte. Vessella lega il suo nome a notissime composizioni, quali Urrà!, che, su versi di D. Gnoli, fu eseguita nel 1898, alla basilica di Massenzio, con 300 coristi e 374 suonatori, in omaggio a Guglielmo II. Originalissimo è il Corteo nuziale eseguito al Quirinale per le nozze del nostro sovrano, nel 1896, e la dolorante Marcia funebre per la morte di Re Umberto I. Per eseguire tali composizioni Vessella riuniva le bande degli Allievi Carabinieri, e quelle dei reggimenti dei Granatieri e di Fanteria, e allora la potenza della musica diveniva veramente colossale e irresistibile. Così fu eccezionale il concerto al Palatino, nel 1901, per la nascita della principessa Iolanda, e nel 1910 per il 25° della sua nomina: 400 esecutori, fra cui 200 ottoni, e fra essi, per la prima volta, alcuni contrabassi a corda.

La sua biblioteca musicale di 1078 volumi e 1832 opuscoli a stampa, e 50 volumi e 400 fascicoli manoscritti, fu donata dalla vedova, Maria Villa, all’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA) Archeologia a Palazzo Venezia in piazza San Marco 49.

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