Il 20 ottobre 2021 è stata annunciato dal Centro Studi dalla Fondazione Bettoni Pojaghi, con sede in via Fracastoro 1, la riscoperta di una scultura dell’artista siciliano Giovanni Nicolini (Palermo 1972-Roma 1956), situata nel giardino in via Fracastoro 1, nel lotto di terreno in cui sorgeva il Villino Nicolini. Giovanni Nicolini, è l’autore, fra l’altro, della nota Fontana dei Satiri, detta anche ‘Fonte Gaia’, che si trova nel Giardino del Lago, a Villa Borghese.
La scultura è dell’inizio del 1907 e rappresenta “l’Idea” dell’artista, nel momento della sua trasformazione da pura ispirazione a realizzazione materiale.
L’opera è una scultura di circa tre metri di altezza ancora non completamente definita che raffigura una giovane donna in atteggiamento pensoso e contemplativo. La base è costituita da marmo grezzo, martellato, che circonda anche la figura a rappresentare la metamorfosi che, dalle fasi iniziali indistinte dell’ispirazione porta alla realizzazione compiuta dell’opera. La figura presenta una delicata orecchia alata sulla destra della testa e ai piedi alcuni simboli: una lanterna, la Luce che accende la mente dell’Artista, e il martello, l’utensile necessario al completamento dell’opera. Sotto il martello, a impreziosire la scultura, c’è la firma dell’autore in un angolo nascosto della pietra.
Nell’opera è possibile riconoscere l’influenza delle opere di Auguste Rodin, legato allo scultore siciliano da un rapporto di amicizia. Giovanni Nicolini infatti fu amico dei maggiori artisti degli inizi Novecento. La statua inoltre rimanda alla vivacità intellettuale dell’epoca, che nel nostro Municipio ha lasciato diverse testimonianze. A pochi passi della casa dell’autore abitavano, tra gli altri, Grazia Deledda (in via Imperia) e due altri grandi siciliani, Luigi Pirandello, la cui ultima residenza è stata Casa Pirandello in via Antonio Bosio, ed Ettore Ximenes, che fece costruire a piazza Galeno il Villino Ximenes, primo edificio Liberty di Roma, del quale progettò i decori interni ed esterni.
“L’Idea” venne realizzata per la Settima Biennale d’Arte di Venezia (1907). Dopo varie altre mostre, anche all’estero, fu collocata, per decisione dell’Autore, nel giardino di casa, addossata al muro del suo atelier. Lì, all’interno di una proprietà privata non accessibile al pubblico, ma nella stessa posizione in cui la volle il suo creatore, è rimasta per oltre un secolo, sconosciuta praticamente a tutti.
Il ritrovamento e l’autenticazione di questa scultura, oggi sottoposta alla tutela propria dei beni di pregio del nostro patrimonio artistico, si deve al lavoro del prof. Marco Bottoni Pojaghi, del Centro Studi Fondo Bettoni Pojaghi – Biblioteca Italo-Tedesca, e trova conferma in uno scritto pubblico, del 2008, dello stesso Renato Nicolini che parla di “una figura di giovinetta che sembra sbocciare dalla pietra, assorta in meditazione ma già con le ali alla testa“
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