Su via Nomentana, in corrispondenza di Villa Mirafiori, c’è stata i dal Settecento e forse anche prima un’osteria, La Baracca.
- MAPPA della Zona Nomentano 1 (lungo via Nomentana)
La strada non era così larga e qui c’era la vigna dei Lancellotti Ginnetti con casa sulla strada e dietro una slargo con una grande serra a cristalli. Nella pianta della vigna redatta dal sottomastro di strada Giulio Martinelli nel 1661 troviamo un’osteria e anche nei libri mastri di tasse per l’occasionale risarcimento delle strade consolari del 1674 c’è scritto: “vigna del sign. Ginnetti con casa su la strada dove si fa l’osteria. E’ l’osteria denominata La Baracca o Antica Baracca e si trova in un punto strategico, vicino all’intersezione della Nomentana con il vicolo di Sant’Agnese e il vicolo di Santa Costanza o della Valle di Sant’Agnese che si raccordavano alla Salaria e alla Tiburtina. Sul Catasto Gregoriano l’intera zona è denominata località Baracca.
Nel 1870, la casa con osteria è affittata a Marianna Pozzonetti, vedova di un Alegiani che apparteneva a una famiglia romana di osti, gestori tra l’altro del vecchio Passetto e della trattoria locanda di piazza del Paradiso, ma quattro anni dopo la vedova Alegiani deve abbandonare i locali che, insieme alla vigna, erano stati venduti alla contessa di Mirafiori, Rosa Vercellana. Nasce così Villa Mirafiori e scompare l’Antica Baracca.
La sontuosa Villa Mirafiori resta solo per pochi anni in proprietà della contessa. Dopo la morte di Vittorio Emanuele nel 1878, è di nuovo smembrata e, nel 1890, l’osteria riapre con un nuovo gestore, tal Roberto Guardati, che la dotata del classico gioco di bocce e la pubblicizza per i vini eccellenti, per la posizione amenissima e per lo splendido panorama che ne fanno un piacevole ritrovo d’estate, raggiungibile con un servizio giornaliero di omnibus. La Baracca resta però un’osteria di cucina, così com’era la precedente, con un carattere decisamente rustico e campestre, la sua grotta e i suoi locali al piano terra collegati da una scaletta a un ambiente superiore sottotetto.
Pochi anni dopo, anche Villa Mirafiori deve arretrare il proprio confine per l’allargamento della strada e, oltre che la grande serra e altre costruzioni, anche la casa dove era la Baracca deve essere demolita. La Baracca chiude definitivamente i battenti nel 1901, con l’ultimo gestore, Giovanni Michisanti. L’ unica traccia iconografica rimastaci della gloriosa osteria che aveva segnato per secoli un punto di sosta per i viandanti diretti alla basilica di Sant’Agnese è proprio un disegno tracciato per l’esproprio dall’Ufficio del Piano Regolatore.
Fonti: un articolo di Roberto Quintavalle pubblicato sulla Strenna dei Romanisti del 2002,
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