Film “Il tetto”

“Il tetto” è un film del 1956, diretto da Vittorio De Sica con  Gabriella Pallotta, Giorgio Listuzzi, Gastone Renzelli, Angelo Bigioni, Maria di Rollo, […]. (1)

Una giovane e povera coppia di sposi, che ha un disperato bisogno di una casa, mobilita amici e parenti per costruire una baracca in un terreno comunale.  Hanno scoperto che, per legge, se riusciranno in una notte ad arrivare al tetto non potranno più essere cacciati.  Alla mattina i lavori non sono ancora ultimati, ma le guardie, di buon cuore, fingono di non accorgersene. (2)

Scena:  La casa al Canalone di Santa Agnese.

Costruire una casa non è così semplice: prima di tutto è necessario trovare il luogo adatto. Natale (Giorgio Listuzzi), dopo aver fallito alla borgata Prenestina, la stessa notte lo trova – anche grazie all’aiuto decisivo del cognato – al “Fossato di Santa Agnese” (così viene chiamato nel film il Canalone di Villa Borghese).  Siamo in prossimità della ferrovia e qui, saldate come voleva la prassi le 5200 lire di multa per l’abuso edilizio, Natale avrà finalmente una casa propria (al tempo, chi riusciva a chiudere il tetto prima dell’arrivo della guardia otteneva una sorta di condono edilizio).  Le baracche di via del Fosso di Sant’Agnese, all’epoca note per aver ospitato il film di De Sica e per le frequenti disgrazie dovute all’estrema vicinanza dei binari che alcuni abitanti dovevano attraversare uscendo di casa, oggi non esistono più. Al loro posto una zona recintata mentre, più o meno sopra il punto dove stava la casa, è stato costruito il ponte delle Valli, iniziato durante i lavori per le Olimpiadi del 1960 e inaugurato il 16 Gennaio 1963. Il film fotografa la realtà amministrativa dell’epoca: l’assenza di regolamentazioni urbanistiche locali era in sintonia con la più generale politica del laissez-faire in auge in quegli anni. (1)

La via del Fosso di Sant’Agnese è un sentiero lungo le sponde dell’Aniene in corrispondenza del Ponte delle Valli, nel cosiddetto Parco delle Valli, in Zona Trieste 5 (quartiere Africano)

Fonti:

Scena: La casa provvisoria degli sposini a via Giuseppe Vasi (zona Nomentano 5 )

Nel film, via Giuseppe Vasi ricorre con una certa frequenza, e viene inquadrata a più riprese. Lì c’è la casa della famiglia di Natale (Giorgio Listuzzi), dove i due protagonisti andranno ad abitare una volta sposati, in attesa di trovare un alloggio tutto per loro.  Il problema è che la piccola casa ospita già i genitori, la sorella, suo marito Cesare (Gastone Renzelli) e la loro numerosa prole.  Troppi!  E così, di nuovo, tutti i problemi legati al sovraffollamento riemergeranno.

Scena: L’uscita, girata alla Batteria Nomentana e a via Giuseppe Vasi angolo via Nomentana (zona Nomentano 5 )

Rottura inevitabile: passa non molto tempo e ritroviamo Natale col carretto (il fotogramma qui sotto) che in seguito a un violento litigio con il cognato ha preso la roba sua e della moglie e ha deciso di andarsene da lì assieme alla neosposa.

via Giuseppe Vasi è una stradina senza uscita che da via Nomentana scende verso il cosiddetto vallo ferroviario.  Ma la stradina al vallo non ci arriva mai. E’ interrotta dal un grande riempimento di terra di riporto su cui corre la vecchia tangenziale e e tutti gli isolati della parte finale di via Rodolfo Lanciani. La via era all’epoca costituita da palazzine, da piccole e vecchie case, con qualche baracca qua e là. Il tutto è sparito a causa della cementificazione intensiva, in gran parte per mano di cooperative.  Via Nomentana inoltre, che ai tempi del film era una consolare tranquilla e a due carreggiate, per fare fronte all’aumento smisurato del traffico privato e pubblico, ha dovuto essere ampliata, espropriando e demolendo tutta una fascia di territorio, tra cui il giardino che si vede nel film.

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via Giuseppe Vasi

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