Fontana della Vasca

Su uno slargo di viale Gabriele D’Annunzio, alle spalle del complesso di Santa Maria del Popolo dove la strada che scende dal Pincio fa uno stretto tornante a sinistra, c’è una fontana con una grande vasca romana. La fontana della Vasca è ormai ai margini della vita cittadina, inutile praticamente invisibile anche  a chi scende dal colle verso piazza del Popolo, eppure, ne avrebbe di storie da raccontare.

Nel Rinascimento è diffusa tra le famiglie romane più importanti l’abitudine di collocare una vasca antica vicino all’ingresso del loro palazzo. Spesso la vasca è vuota poiché l’acqua scarseggia (il ritorno dell’acqua a Roma avverrà tra il Cinquecento e il Seicento con l’acqua Vergine, l’acqua Felice, l’acqua Paola.

A questa moda non sfugge papa Paolo II Barbo (1464-1471) che nel 1466, per abbellire la piazza su cui affacciavano palazzo Barbo e il suo viridarium, fa prelevare dalla piazza antistante la chiesa di San Giacomo al Colosseo (non più esistente) una grande vasca in granito, lì pervenuta dalle Terme di Caracalla. Da quel giorno la piazza (oggi piazza Venezia) è chiamata “piazza della Concha” (il latino concha indicava sia il guscio della conchiglia sia qualunque oggetto di tale forma, quindi anche una vasca).

La moda della vasca vuota contagia anche papa Paolo III Farnese (1534-1549), che fa trasportare di fronte a Palazzo Farnese una vasca proveniente anch’essa dalle Terme di Caracalla, gemella di quella di piazza della Concha. Lo spostamento avviene prima del 1545, visto che in un disegno di quell’anno Van Cleef illustra una corrida in piazza Farnese in cui gli spettatori sono addirittura all’interno della vasca, probabilmente per proteggersi dal toro.

In seguito al restauro dell’Acqua Vergine (nel 1570) la Camera Apostolica stabilisce che alcune piazze sarebbero state dotate di fontane: tra queste, piazza Venezia e piazza Farnese. Poco prima che l’Acqua Vergine raggiungesse palazzo Venezia (nel 1587) l’influente cardinale Alessandro Farnese (nipote del defunto Paolo III), avendo intravisto la possibilità di avere di fronte al suo palazzo due vasche uguali, fa prelevare da piazza Venezia quella portata da Paolo II, rimpiazzandola con una vasca egizia in granito proveniente da una vigna di sua proprietà (era situata nei pressi della chiesa di San Lorenzo fuori le Mura). Tuttavia, l’Acqua Vergine non giunse mai in piazza Farnese, che sarà rifornita soltanto dopo l’arrivo dell’Acqua Paola tramite ponte Sisto nel 1612.

L’architetto comunale Giacomo Della Porta (grande esperto di fontane) decide che la fontana di piazza Venezia merita un fondale strepitoso e fa collocare la colossale statua di Marforio (rinvenuta presso l’arco di Settimio Severo) accanto alla nuova vasca di piazza della Concha. Incredibilmente però, qualche settimana dopo, probabilmente pe soddisfare un desiderio del papa Sisto V, si decide di spostare l’enorme monumento sul Campidoglio. Finalmente, nel 1592 la fontana di piazza della Concha è  addossata al palazzetto San Marco e inaugurata ma il condotto dell’Acqua Vergine è molto basso e la nuova vasca in granito è posizionata in una piscina per ovviare il problema della pressione dell’acqua.

Il livello più basso del piano stradale rendono la fontana in breve tempo inutilizzabile, sommersa da terra e sporcizia. Nel 1860, il Palazzetto San Marco è spostato e la fontana è smontata e la vasca è spostata al Pincio. Nel 1941, vasca è arretrata di qualche metro per favorire la viabilità e, due anni dopo, è ripristinata come fontana.

Testo tratto da un articolo di Marco Gradozzi che ringraziamo marcogradozzi.blogspot.co.uk/.

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