… caffettani, profumi, ombretti e chador, mentre un po’ ovunque si rosolano grossi cilindri di carne da cui vengono affettati brandelli per farcire le pagnotte che tutti addentano con gusto. Il cosiddetto mercatino della Moschea o mercato islamico si è costituito in modo spontaneo nell’estate del 1995, in viale della Moschea, davanti all’ingresso della grande Moschea di Monte Antenne, inaugurata in quell’anno, per consentire ai fedeli che si recano a pregare di acquistare cibi, libri sacri, oggetti legati alla cultura e alla religione islamica.
- MAPPA della Zona Parioli 4 (Acqua Acetosa)
Nonostante sia abusivo e in molti banchi non sono rispettate le norme si sicurezza vigenti, il mercato si svolge tutti i venerdì dalla tarda mattinata al termine della funzione religiosa, durante le festività musulmane e nell’intero mese del Ramadan (che ogni anno si celebra in un mese differente).
Qui si ritrovano mussulmani che provengono da tante nazioni diverse, sono olivastri e neri, bianchi e con gli occhi a mandorla, e tra loro contrattano, litigano e scherzano nell’unica lingua che tutti conoscono almeno un poco, cioè l’italiano, o addirittura un bizzarro romanaccio. Oggi è frequentato anche da italiani che desiderano conoscere costumi, sapori ed aromi diversi e dalle scolaresche in visita alla Moschea ed al Centro Culturale Islamico ed è un luogo dove le differenze culturali e religiose sono vissute come risorse, ricchezze e opportunità in un clima di rispetto e pacifica coesistenza, costituendo così un prezioso e pacifico luogo d’incontro fra popoli.
Qui si ascoltano storie avvincenti e s’impara molto: mentre si mercanteggia, si può discutere della situazione palestinese con un giovane profugo che ha tanta voglia di raccontare le ragioni del suo popolo, che ci mostra le foto di casa sua e giura di voler combattere solo per una pace giusta; oppure con un barbuto che vende copie del Corano e che, stringendo con affetto la sua piccola bambina, ci tiene a spiegare meglio qual è il vero ruolo delle donne nell’Islam. E così, mentre proviamo un buffo copricapo celeste con ricami dorati, continuiamo a parlare e a scambiarci pacche sulle spalle e sentiamo che queste persone non sono sconosciuti da temere, ma gente confusa nel mondo, gente di Roma.
Fonte: Marco Lodoli
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