Righetto

Fino a pochi anni fa nel seminterrato della palazzina di viale dei Parioli …, con accesso in via Castellini 6, c’era Bartocci Sport il negozio del mitico Righetto , dal quale tutti i ragazzi dei Parioli hanno acquistato i primi jeans.

Enzo Bartocci era un venditore ambulante di saponi e poco più. Con l’arrivo degli americani, prima vende prodotti di igiene made in USA, poi ha la brillante idea di vendere jeans e altri indumenti che riesce ad acquistare per pochi soldi dai militari alleati che si trovavano in fondo al viale in quell’area che allora si chiamava Campo Parioli (dove ora sorge il Villaggio Olimpico).

Inizialmente espone la sua mercanzia in strada e qualche vecchio abitante si ricorda ancora che utilizzava il muretto all’incrocio di via Giosuè Borsi con via Ruggero Fauro. Lì vicino c’era un falegname che si chiamava Enrichetto. Passando davanti alla sua bottega Enzo lo salutava con un confidenziale: “ciao Erì”; quello, sornione, gli rispondeva facendogli il “verso” e completando il suo nome: “ciao Righè” e tutti pensarono che
a chiamarsi così fosse Enzo che da allora decise di chiamare assumere questo “nome d’arte” e chiamare Righetto il suo banco.

Quando gli affari cominciano ad andar bene, Enzo trova una cantina a via Gualtiero Castellini 6, con un piccolo ingresso e una ripida scala per accedere al locale. Qui Righetto offre, per primo a Roma, prodotti che entrano subito nell’abbigliamento dei ragazzi pariolini e poi della gioventù di tutta la città: jeans Levi Strauss, Lee e Wranglers, scarpe Clarks e
Timberland, magliette Fruit of the Loom e di altre case americane
allora completamente sconosciute in un paese appena uscito
da anni di guerra e autarchia.

Nella sua attività Enzo era coadiuvato dalla moglie e dai tre figli. Il più piccolo, Maurizio, era un ragazzone alto e svelto, abile a prendere le misure solo guardando il cliente (o al massimo mettendogli le mani sulle spalle), a convincerlo a comprare gli articoli del nuovo campionario spiegandogli che “ormai è di moda così” e a fare il prezzo in funzione di quanto gli fosse simpatico (o antipatico).

Nel frattempo Franco, un altro figlio, correva in moto a livello professionistico e, quando smette, apre il suo negozio prima a via Rubicone e poi a viale Regina Margherita 51, dove è ancora lì con l’insegna “Bartocci Sport”.

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