Iolanda di Savoia (1901-1986) è la figlia primogenita di Re Vittorio Emanuele III e trascorse la sua infanzia e gioventù a Villa Savoia, l’attuale Villa Ada.
La principessa respinse la pressione della nonna, la regina madre Margherita di Savoia che voleva spingerla verso un matrimonio ambizioso, con il principe ereditario d’Inghilterra, futuro Edoardo VIII. Sposò, invece, secondo i suoi desideri, il 9 aprile 1923, nella Cappella Paolina, il conte Giorgio Carlo Calvi di Bergolo, ufficiale di cavalleria ed eroe di guerra.
I Bergolo sono nobili piemontesi senza storia e Giorgio ha quarant’anni e insegna equitazione. Sia il Re avrebbe preferito un partito migliore, per esempio il principe di Galles Edoardo, erede al trono di Inghilterra, che allora ha 27 anni. Anche Mussolini aspira a tale apparentamento dei Savoia e tenta fino all’ultimo di mandare a monte le nozze, nella speranza di realizzare un vero e proprio matrimonio reale con un’importante connotato politico internazionale.
In realtà, la situazione economica dei conti Calvi di Bergolo, non era particolarmente florida. Allora, su questo delicato argomento girava il racconto di un “incidente giornalistico” avvenuto quando il futuro sposo arriva a Roma. Poche ore prima un barbone era stato trovato morto a Villa Borghese e il giorno dopo, su un giornale romano, esce un articolo: “Ieri mattina alle 9,45 col treno di Torino e arrivato a Roma il conte Calvi di Bergolo, fidanzato di S.A.R. la principessa Iolanda di Savoia. Il conte Calvi è ospite del Quirinale dove alloggerà sino al giorno delle nozze nell’appartamento a lui destinato nella cosiddetta Manica lunga. Perquisite le tasche del poverino, non s’é trovato neppure un centesimo.” Il giorno dopo il direttore del giornale, costernato, pubblica le sue scuse: “La notizia ieri è arrivata tardi in redazione, è stata messa in pagina all’ultimo momento e, per un imperdonabile errore del tipografo, le sono rimaste attaccate le ultime due righe di un altro articolo.” Nessuno saprà mai se fosse vero!
Tredici anni dopo, nel 1936, muore Giorgio V e il suo erede, Edoardo, annuncia che sarebbe salito al trono accompagnato dalla sua compagna Wallis Simpson, un’americana divorziata e chiacchieratissima. Tra le altre girava una voce che Wallis avesse avuto una relazione sentimentale con il conte Galeazzo Ciano, futuro genero di Benito Mussolini, e fosse rimasta incinta: l’aver abortito l’avrebbe poi resa sterile. Al di là delle voci, per la Chiesa anglicana, di cui è capo il Sovrano, il sacramento religioso del matrimonio non subisce effetto alcuno da un divorzio e quindi l’americana di fronte a Dio era sposata, Edoardo ne è l’amante-concubino e tale rimarrà anche a seguito del loro matrimonio civile. Stante la ferma intenzione di Edoardo di sposare Wallis, l’unica soluzione fu la sua abdicazione a favore del fratello minore Alberto duca di York, che diventa re Giorgio VI del Regno Unito.
Con l’armistizio e la fine della guerra, Iolanda segue i genitori con il marito ed i figli nell’esilio ad Alessandria d’Egitto e vi rimane fino alla morte del padre Vittorio Emanuele III. Poi con la sua famiglia torna a Roma in una villa tra Castel Porziano e Torvaianica, nella tenuta di Capocotta a quel tempo ancora proprietà degli eredi Savoia e oggi parte della tenuta presidenziale di Castelporziano.
Iolanda di Savoia è sepolta nel Cimitero Monumentale di Torino.
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