Antonio Vasari (1511-1574) rivendica la prima progettazione di Villa Giulia ma anche la presenza del coetaneo Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) è documentata. Poi arrivano Bartolomeo Ammannati (1511-1592) e persino il vecchio Michelangelo Buonarroti (1475-1564) che suggerisce alcune varianti al progetto.
Il prospetto principale dell’edificio al centro della villa è caratterizzato dalla presenza di due soli piani, un esteso avancorpo delimitato da pilastri angolari, dalla bugnatura del portale arricchito da colonne con capitelli dorici, nicchie e lesene con capitelli corinzi che sostengono un’elegante loggia centrale. L’impianto dell’edificio è articolato sull’asse della valle. L’impianto dell’edificio è articolato sullo stesso asse della valle e, entrando, dall’atrio d’ingresso si prosegue in un portico, un grande cortile e infine il ninfeo, scoprendo una serie di soluzioni spaziali relazionate all’ambiente del giardino e nascoste dalla facciata compatta.
L’impresario direttore dei lavori è Bartolomeo Baronino da Casale Monferrato, che aveva appena finito di costruire Palazzo Farnese e palazzo Spada.
Giochi di mattoni …
Di fronte al portone di accesso si esce nel primo cortile è un grande emiciclo con al centro delle aiuole e intorno un portico affrescato nella volta a botte con l’imitazione di un pergolato ricco di grappoli d’uva. Anche questa decorazione ricorda ai visitatori che nonostante le apparenze la villa è “fuori porta”, cioè rustica, e garantisce a chi vi soggiorna tanto la raffinatezza dell’otium più colto quanto l’amenità della campagna.
Le due ali laterali del complesso sono moderne.
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