Complesso di Villa Giulia

La Villa Giulia che conosciamo noi negli anni in cui è costruita, durante il pontificato di papa Giulio III, e il centro di vaste proprietà intorno.

Villa Giulia voluta da papa Giulio III a metà Cinquecento è centrata su una valle, oggi denominata Valle Giulia, ancora oggi molto stretta nonostante i pesanti lavori di sbancamento effettuati per l’apertura del viale delle Belle Arti nel 1911. Una visione d’insieme del complesso è in Vaticano in un affresco nell’Appartamento della Guardia Nobile.

Per avere un’idea dell’estensione della proprietà basta andare a piazza di Villa Giulia e guardarsi intorno: tutto quello che vediamo intorno ne faceva parte e non solo, vista che le proprietà papali lungo la via Flaminia arrivavano da fuori Porta del Popolo a Ponte Milvio.

La proprietà in cui fu costruito il Casino Nobile della villa è allora chiamata la Vigna Vecchia o Vigna di Giulio III, perché è il primo terreno acquistato dal cardinale Antonio Ciocchi Del Monte, zio del papa. La proprietà comprende tutta la valle retrostante, caratterizzata da numerose grotte, e si estende verso est fino alle vigne che, dopo cinquant’anni, diventeranno Villa Borghese e che oggi conosciamo come Valletta dei Cani.

Proseguendo in senso orario, faceva parte della grande villa l’enorme proprietà a sud di via Julia Nova, la cosiddetta Vigna di Balduino, fratello del Papa, che comprendeva Villa Strohl Fern, l’attuale Villa Poniatowski e tutto il terreno lungo il lato destro di via Flaminia fino alla Porta del Popolo.

Fino al 1911, quando tutta questa valle fu sconvolta dai lavori per l’Esposizione Universale del 1911, davanti a noi c’era un grande portale, analogo a quello del Valadier esistente a sud del piazzale che appartiene a villa Strohl Fern e porta a Villa Poniatowski.  Era l’ingresso alla Vigna Bassa di papa Giulio che arrivava da qui alla Flaminia e, lungo via Flaminia, si estendeva dalla via Julia Nova fino all’attuale piazzale Manila ed oltre. All’angolo tra via Flaminia e via Julia Nova, dietro la Fontana dell’Acqua Vergine c’era il portico del Sansovino che, dopo dieci anni fu inglobato per volontà di papa Pio IV Medici nel Palazzo Borromeo. Il grande portale bugnato della Vigna Bassa nel 1911 viene smontato e ricostruito sull’Aventino in Santa Sabina per l’accesso al Giardino degli Aranci. Questa vigna era aperta al popolo romano e qui nasce il detto “famo come alla villa di papa Giulio” il cui significato è “entriamo in un’area privata e prendiamoci quello che vogliamo .

Al di là della Vigna Bassa, anche i terreni dall’altra parte della Flaminia fino al Tevere sono del papa. Era la Vigna di Porto, che comprendeva l’imbarcadero sul fiume dove attraccava la barca che portava il papa dal Vaticano, il grande portale su via Flaminia demolito a inizio Novecento per l’allargamento della strada consolare e un casino allineato sulla strada.

La parte occidentale di Monte Parioli, allora chiamato Monte San Valentino per via delle catacombe e della basilica sul versante opposto, con tutto il versante panoramico sulla valle del Tevere, era del cardinale Poggi, bolognese e collaboratore di papa Giulio che, qualche decennio prima dell’insediamento del papa, si era costruito una splendida villa. Giulio III acquista Villa Poggi e le numerose opere d’arte di scavo che il cardinale aveva raccolto vanno ad arricchire la collezione del papa. Il poco che rimane oggi di questa vastissima proprietà a sinistra di via dei Monti Parioli è il lacerto di giardino di Villa Balestra e il casino nobile di Villa Balestra su via dei Monti Parioli, costruito sul sito dell’antica villa cardinalizia.

Sul Monte San Valentino, dietro Villa Poggi, il papa possedeva un altro vasto terreno coltivato a vigna, detto le Vigne del Tartaro. Ad entrambe queste proprietà si accedeva attraverso l’Arco Oscuro e il vicolo omonimo.

Chiudendo il nostro giro d’orizzonte, va messo in evidenza che nel Cinquecento non esisteva l’ala settentrionale (quella a sinistra) di Villa Giulia né era stato effettuato quell’enorme sbancamento di terra che ha permesso l’apertura di viale della Belle Arti prima e di viale Bruno Buozzi dopo.

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