L’Acqua Pia è uno degli acquedotti che fino al Novecento alimentavano i rubinetti nelle abitazioni dei romani, in particolare nella zona settentrionale della città. La mostra terminale di questo acquedotto è la Fontana delle Naiadi in piazza Esedra (oggi piazza della Repubblica), realizzata nel 1870.
L’acquedotto dell’Acqua Pia nasce dal ripristino e restauro dell’Acqua Marcia, un antico acquedotto realizzato nel 144 a.C. dal pretore Quintus Marcius Rex e reputato per la qualità delle sue acque il miglior approvvigionamento della città, che era stato interrotto assieme agli altri condotti idrici nel VI secolo d.C. dai Goti. Il ripristino è stato effettuato da Luigi Canina sotto papa Pio IX, con capitali di imprenditori italiani e inglesi.
Per la gestione di queste acque, nel 1868 la “Anglo Romana Water Company”, in seguito “Società Anonima dell’Acqua Marcia,” diventa la Società dell’Acqua Pia Antica Marcia. Il nome è un tributo al pontefice, il cui intervento è determinante per la realizzazione dell’opera. Tale società rimane a lungo una delle principali fornitrici di acqua della città e il suo marchio si può ancora vedere su alcune fontane e tombini.
Il 10 settembre del 1870 (dieci giorni prima della Breccia di Porta Pia) il primo zampillo dell’Acqua Marcia sgorga in una fontana sita nello slargo tra la vecchia stazione ferroviaria e le Terme di Diocleziano e caratterizzata da grande vasca. Questa fontana successivamente è spostata a Piazza Esedra (l’attuale piazza della Repubblica) e, arricchita con gruppi scultorei realizzati da Mario Rutelli, diviene la Fontana delle Naiadi a che è attualmente la mostra terminale dell’acquedotto.
Con la “nazionalizzazione” degli acquedotti e dei relativi impianti di distribuzione idrica, la società dell’Acqua Marcia è liquidata e inizia a operare nel settore immobiliare, specializzandosi nelle costruzioni e nel recupero e riqualificazione di grande opere, complessi industriali e complessi turistici. Con i suoi oltre 150 anni di storia questa società, oggi in liquidazione, è la più antica società immobiliare italiana.
Con la crescita della popolazione, nel 1929 si cerca di captare una seconda fonte in località Agosta ma la popolazione locale non lo consente. Tali resistenze sono superate solo nel dopoguerra, quando finalmente l’acquedotto è potenziato.
L’acqua di questo acquedotto, chiamata dai romani con il vecchio nome di Acqua Marcia, continua ad alimentare i rubinetti della parte nord della città fino agli anni Settanta del Novecento, anni in cui è sostituita da quella dell’acquedotto del Peschiera.
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