Dal capitolo Quartiere Nomentano del libro di Guglielmo Cerroni: Roma nei suoi quartieri e nel suo suburbio Palombi Editori, 1942.
Superata Sant’Agnese s’incontra la parte nuova che fiancheggia via Nomentana. Un po – un po’ molto – diversa dal lungo tratto precedente ma ricca di nuovi aspetti e chiaramente aperta sulla campagna che ancora fiorisce rigogliosa tra questo quartiere e Monte Sacro.
Un caratteristico aspetto della zona lo si ha in via Sant’Angela Merici nei pressi dell’Istituto omonima che s affaccia sulla grande arteria. Qui dall’impresa di costruzioni “Caesar” si è esperimentato felicemente un tipo di costruzioni autarchiche: si sono create case di tre e più piani senza impiegare un sol chilogrammo di ferro. Volte a botte coprono le cantine a padiglione e le camere, dando a queste un eleganza ed un’estetica che solo nelle grandiose costruzioni antiche si riscontrano, aumentando la robustezza della costruzione stessa e dando quel senso di tranquillità che le case in cemento armato hanno tolto con la loro sonorità. Per eseguire questo tipo di costruzione occorrono naturalmente ambienti ben larghi, mura spesse e ben fatte, del tipo classico romano.
Da questo lato oltre la Caserma dell’8° Reggimento del Genio la cui palazzina di Comando si affaccia sulla via Nomentana, non vi sono altri palazzi degni di nota; ma c’è tutt’ora un gran lavoro per l’assestamento delle strade, per l allargamento della strozzatura che la Nomentana faceva all’antica Barriera Daziaria e sopratutto per la costruzione delle zone di saldamento tra la Città e quel Monte Sacro che è stato costruito e si è popolato ancor prima dello sviluppo della Nomentana.
In fondo al tratto urbano dell’antica via. voltando sulla destra, ci s’incontra con quel Ponte Nomentano che è uno dei più famosi ponti romani poiché non v’è pittore – quasi – che non l’abbia dipinto in tutte le ore della giornata: sotto il sole pieno, trionfale o al chiarore poetico della luna. Il ponte romano è a cavallo dell’Aniene e non starò qui a rievocare l’antica storia, chè altri meglio di me l’han fatto. Ma piuttosto non si può non ricordare che su questo ponte – e vi son quadri e fotografie che eternano l’avvenimento – son passate le legioni delle Camicie Nere nell’anno della rinascita (ndr la Marcia su Roma)e di qui, nel 1870, passarono le coorti bersaglieresche che espugnando Roma donarono all’Italia la sua Capitale.
Perché si possa fin d’ora scorgere il futuro assestamento di quest’ultimo tratto della Nomentana occorrerà presentare il piano particolareggiato già parzialmente in atto. Il piano prevede la sistemazione, secondo le direttive generali stabilite dal Piano Regolatore di massima della zona compresa tra il fiume Aniene e la ferrovia Roma-Firenze, zona attraversata da un tratto della via Nomentana tra il Ponte della Ferrovia ed il Ponte Nomentano.
La principale sistemazione stradale progettata è l’ampliamento a m. 40 di Via Nomentana e della deviazione della strada stessa che fa capo a quel ponte Tazio. che adduce, a cavallo dell’Aniene, a Monte Sacro.
La rete stradale della zona situata a sinistra della Nomentana è stata studiata avendo particolare cura dei collegamenti, sia per la Via Nomentana, sia con i Prati Fiscali, verso cui è stato previsto un nuovo ponte sull’Aniene. Per gli isolati situati in tale zona è stata prevista la destinazione intensiva, trattandosi di località adatta allo sviluppo di un quartiere a densa popolazione.
Per l’isolato più prossimo al ponte della ferrovia, isolato posto in situazione più elevata, allo scopo di evitare il sorgere di edifici troppo elevati che potrebbero turbare le visuali della zona, sono state previste particolari limitazioni che consistono nell’altezza massima di m. 25 che tali costruzioni non possono superare.
Per un isolato sulla via Nomentana, in cui esiste una fornace abbandonata ed altre vecchie costruzioni. si è previsto il vincolo di zona laterale per demolizione e di costruzione intensiva.
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Fonti: Cerroni, Roma nei suoi quartieri e nel suo suburbio Palombi Editori 1942.
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