Società Generale Immobiliare

La “Società Generale Immobiliare di lavori di utilità pubblica ed agricola”, nota come “Società Generale Immobiliare” o semplicemente “Immobiliare” (o SGI), è stata tra i maggiori proprietari fondiari e il più importante promotore edilizio della città di Roma.

La Società Generale Immobiliare ha operato in Italia, in particolare a Roma, e nel resto del mondo come società costruttrice di interi quartieri ma è stata attiva anche nell’edilizia industriale.

Costituita a Torino nel 1862, comincia ad operare nel 1880 allorché trasferisce la propria sede a Roma, partecipando alla speculazione in atto in quel momento: come società costruttrice contribuisce all’edificazione dell’Esquilino, del quartiere Prati e del quartiere Ludovisi, che sorge a spese della più bella villa di Roma, villa Ludovisi.

Nel 1885, a seguito dello scoppio della bolla immobiliare, la società entra in crisi: crescenti immobilizzazioni e difficoltà di reperire credito la trasformano in una società dedita principalmente alla gestione del proprio patrimonio Il risanamento, curato inizialmente dalla Banca d’Italia, è in atto fino al 1939, anche se nel frattempo la società porta avanti, in proprio, grosse iniziative di edificazione, al quartiere Trieste, al quartiere Nomentano e in altre zone di Roma.

Momento importante nella storia della società sono i primi anni Trenta, quando il pacchetto azionario di controllo passa all’Amministrazione Speciale della Santa Sede, guidata in quel periodo dal banchiere cattolico Bernardino Nogara, che decise di investire in questa operazione parte del denaro ricevuto dal Vaticano come indennizzo a seguito della firma dei Patti Lateranensi, avvenuta l’11 febbraio 1929.

… area via Panama

Il periodo forse più florido della società arriva con la fine della seconda guerra mondiale, partecipando la società all’ulteriore sviluppo di Roma, con quartieri come la Balduina, Vigna Clara, Olgiata e Casal Palocco, ma la società costruisce anche nel resto d’Italia: a Livorno con il rifacimento di piazza Grande, a Catania con la riedificazione del quartiere San Berillo, a Palermo con l’edificazione presso Villa Sperlinga, a Milano con la costruzione, oltre che di diverse torri (tra cui la torre Velasca), anche di numerosi palazzi come il complesso Centro Romana, presso l’omonima porta. Numerose altre attività dell’Immobiliare sono a Bologna, Genova, Torino e Firenze. Parallelamente cominciano anche attività di espansione all’estero, nel Messico, in Francia, in Canada e negli Stati Uniti dove, tra l’altro, l’Immobiliare costruisce in complesso del Watergate Complex, con la consulenza di Luigi Moretti.

Nel 1968 la Generale Immobiliare passa sotto il controllo di Michele Sindona, che in breve tempo distruggerà il patrimonio aziendale, decretando una lunga crisi che si concluderà nel 1987 con il fallimento della società.

La Società Generale Immobiliare di lavori di utilità pubblica ed agricola, nota come Società Generale Immobiliare o semplicemente Immobiliare (o SGI), è stata tra i maggiori proprietari fondiari e il più importante promotore edilizio della città di Roma. Ha operato in Italia, in particolare a Roma, e nel resto del mondo come società costruttrice di interi quartieri ma attiva anche nell’edilizia industriale. Costituita a Torino nel 1862, cominciò ad operare nel 1880 allorché trasferì la propria sede a Roma, partecipando alla speculazione in atto in quel momento: operò principalmente come società costruttrice contribuendo all’edificazione dell’Esquilino, di Prati di Castello e del quartiere Ludovisi, che sorse a spese della più bella villa di Roma, villa Ludovisi. Nel 1885, a seguito dello scoppio della bolla immobiliare la società entrò in crisi: crescenti immobilizzazioni e difficoltà di reperire credito la trasformarono in una società dedita principalmente alla gestione del proprio patrimonio; il risanamento curato inizialmente dalla Banca d’Italia fu in atto fino al 1939, anche se nel frattempo la società aveva portato avanti, in proprio, grosse iniziative di edificazione, al quartiere Trieste, al quartiere Nomentano. Momento importante nella storia della società furono i primi anni trenta, quando il pacchetto azionario di controllo passò all’Amministrazione Speciale della Santa Sede, guidata in quel periodo dal banchiere cattolico Bernardino Nogara, che decise di investire in questa operazione parte del denaro ricevuto dal Vaticano come indennizzo a seguito della firma dei Patti Lateranensi, avvenuta l’11 febbraio 1929. Il periodo forse più florido della società venne con la fine della seconda guerra mondiale, partecipando la società all’ulteriore sviluppo di Roma, con quartieri come la Balduina, Vigna Clara, Olgiata e Casal Palocco, ma l’espansione si ebbe anche nel resto d’Italia: Livorno con il rifacimento di piazza Grande, Catania con la riedificazione del quartiere San Berillo, Palermo con l’edificazione presso Villa Sperlinga, Milano con la costruzione, oltre che di diverse torri (tra cui la torre Velasca), anche di numerosi palazzi come il complesso Centro Romana, presso l’omonima porta; numerose altre attività si trovano a Bologna, Genova, Torino e Firenze. Parallelamente cominciarono anche attività di espansione all’estero: Messico, Francia, Canada e Stati Uniti: proprio in quest’ultimo paese si evidenzia la costruzione del Watergate Complex, edificato dalla società con la consulenza di Luigi Moretti. Nel 1968 la Generale Immobiliare passa sotto il controllo di Michele Sindona, che in breve tempo distruggerà il patrimonio aziendale, decretando una lunga crisi che si concluderà nel 1987 con il fallimento della società.

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Bibliografia

  • La politica delle aree della Società generale immobiliare (1880-1920) di Paola Puzzuoli
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