Saccopastore

Saccopastore è il nome, ormai in disuso, del territorio adiacente a via Nomentana e situato sul lato destro dell’Aniene che lo circonda negli altri tre lati. Oggi l’area è nota come quartiere delle Valli.

  • Municipio III

Qui sulla sponda destra dell’Aniene, negli anni Trenta, fu trovato un giacimento di manufatti dell’età della pietra, ormai scomparso.

L’intera sequenza stratigrafica, databile tra 250 mila e 200 mila anni fa, venne studiata da Alberto Carlo Blanc, proprietario di Villa Blanc e professore di Geologia presso l’Università di Roma.

Saccopastore, dal punto di vista geologico, dà il nome al più recente dei tre distinti livelli (terrazzamenti di depositi alluvionali) formati in fasi diverse del Pleistocene medio e superiore nella bassa valle del fiume Aniene, oggi inglobata nella periferia nord-orientale della città di Roma (il terrazzo di Saccopastore).

Qui negli anni venti era attiva una cava di ghiaia di proprietà di Mario Grazioli dove sono rinvenuti due crani fossili (neandertaliani). Entrambi i rinvenimenti sono avvengono in modo fortuito: il primo nel 1929 nel corso dei normali lavori di estrazione della cava, il secondo nel 1935 in occasione di un sopralluogo sul sito di di Blanc e Breuil 1935. Dopo la scoperta del secondo reperto umano, nel 1936 è condotta una breve campagna di scavo a opera dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana, grazie alla quale è stata rinvenuta buona parte della fauna e dell’industria litica del sito. Il nome che fu dato al luogo fu Giacimento di Monte delle Gioie, dal nome del colle visibile da qui e, forse, per le soddisfazioni che diede agli studiosi della materia.

L’intera sequenza stratigrafica, inizialmente datata circa 125.000 anni fa, venne studiata da Alberto Carlo Blanc, proprietario di Villa Blanc e professore di Geologia presso l’Università di Roma.  Adesso l’analisi basata sull’identificazione degli elementi radioattivi presenti nei sedimenti ha dimostrato che i resti di Saccopastore sono più vecchi di oltre 100.000 anni rispetto a quanto inizialmente ritenuto, portando l’età del Neanderthal in Italia a 250.000 anni fa.

La posizione dei due crani umani era al contatto, rispettivamente inferiore e superiore, di una lente di limo con molluschi terricoli, inclusa delle ghiaie dell’unità più antica. Le ghiaie inferiori contenevano resti faunistici con dominanza di Hippopotamus amphibius e Palaeoloxodon, mentre superiormente all’orizzonte stratigrafico dei due crani è presente una fauna a Bos primigenius e flora di querceto misto.

Pochi sono stati i manufatti rinvenuti a Saccopastore tra cui una punta di selce, un piccolo nucleo discoidale e un raschiatoio doppio.

Fonte: Testo tratto dal sito http://www.isipu.org/

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