Storia del quartiere Flaminio dal 1870 al 1914

Per secoli l’area fuori Porta Flaminia era stata caratterizzata dai giardini delle ville costruite sulle alture a destra di via Flaminia: villa Giulia, villa Poniatowski, Villa Strohl Fern, villa Balestra, villa Ruffo, tanto per citare quelle ancora esistenti. Più avanti, verso il fiume, solo campi coltivati periodicamente invasa dagli straripamenti del Tevere.

A  fine Ottocento, con la decadenza di alcune di queste ville nel territorio intorno alla via consolare incominciano ad insediarsi stabilimenti industriali e di servizi: il cantiere centrale dei lavori dei Muraglioni lungo il Tevere, lo stabilimento per la produzione di ghiaccio (nell’edificio oggi dell’attuale Facoltà  di Architettura di via Flaminia), una conceria a villa Poniatowski (la Conceria Riganti), il gasometro nell’area tra il fiume e la Flaminia all’angolo tra via Gravina e lungotevere delle Navi, una centrale elettrica dove fino a pochi anni fa aveva sede l’ACEA in via Flaminia 80, carrozzieri e officine varie, ancora oggi presenti, nell’aera del Borghetto Flaminio.

Nell 1883, il secondo piano regolatore di Roma capitale d’Italia di A. Viviani è la guida all’ampliamento della città  negli anni tra la crisi economica della fine degli anni Ottanta e l’Esposizione Universale del 1911. Ma il piano fu realizzato soprattutto per adeguare quello precedente alla legge del 1881, che stanziava i finanziamenti dello stato per realizzare a Roma i servizi adeguati a una capitale. Nella zona Nord in particolare, questo Piano prevedeva la localizzazione di alloggiamenti e spazi di manovra per le truppe di presidio: il piano generale di difesa d’Italia, varato un decennio prima, dava infatti alla città  il ruolo di piazzaforte cardine del centro della penisola e prevedeva la realizzazione di una cinta di forti isolati, lontani dal perimetro delle mura aureliane. Nel 1884 è avviata la realizzazione di nuove caserme e della piazza d’armi ai Prati di Castello, tra il Tevere e la via Angelica (tra gli attuali viali Giulio Cesare e delle Milizie) ed è avviata la costruzione dei forti del campo trincerato a guardia delle vie Trionfale, Cassia, Flaminia e Salaria; in particolare, sono il forte Monte Mario (1877-82), il forte Trionfale (1882-88), il forte Monte Antenne (1882-91). Il territorio adiacente alla via Flaminia fino a Ponte Milvio è finalmente protetto dalla nuova cinta difensiva.

Sulla riva sinistra al Tevere oltre la Flaminia è prevista la realizzazione del Nuovo Gran Parco Margherita che, riprendendo l’antico progetto napoleonico del parco del gran Cesare, si estende dai Parioli a Villa Borghese ed era servito da un vialone alberato nuovo, parallelo alla via consolare (l’odierno viale Tiziano ne è l’erede) mentre un modesto ampliamento dell’abitato è previsto nello stretto corridoio tra la Flaminia e il fiume, da Porta del Popolo all’attuale viale Belle Arti. Un ampliamento ulteriore, nell’ansa del Tevere fino a Ponte Milvio, probabilmente è evitato per non portare la città  troppo a ridosso dei forti.

Le piante di Roma del 1889 e del 1891 testimoniano che, nell’ultimo decennio del secolo, venuta meno la funzionalità  del campo trincerato mentre ancora era in costruzione, esistono progetti per realizzare un denso abitato a scacchiera nell’attuale quartiere Flaminio, a ovest del Gran Parco Margherita ai Parioli, che continua a essere collegato al resto della città  da un nuovo viale da Porta del Popolo a Ponte Milvio. Ma nulla di tutto ciò ha seguito negli anni successivi, tranne che il raddoppio della Flaminia da Villa Giulia in poi (l’attuale viale Tiziano), e la situazione rimane pressoché invariata fino all’inizio del Novecento.

Lo sviluppo dell’area inizia nel 1904 con la nuova linea tranviaria a traino animale (l’omnibus). Nel 1905 la Società  Automobili Roma sceglie un’area sulla via Flaminia non distante da Piazza del Popolo per i propri stabilimenti industriali. Contemporaneamente, nell’area da piazzale Flaminio a piazzale della Marina venne avviata una prima urbanizzazione con il tracciamento delle strade e la nascita dei primi complessi di edilizia pubblica e privata.

Nel 1905 inizia la costruzione dello Stadio Nazionale (poi Stadio Torino, oggi Stadio Flaminio) e dell’Ippodromo Flaminio, nella piana sotto Villa Glori (Ippodromo di Villa Glori) che sarà  inaugurato in occasione dell’l’Esposizione Universale del 1911 che si tiene a Valle Giulia per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’unità  d’Italia e del regno. Nella stessa occasione è realizzato viale delle Belle Arti e Ponte Flaminio (poi Ponte Risorgimento), per il collegamento con la zona di piazza d’Armi oltre il Tevere, dove si svolgeva l’Esposizione Regionale Etnografica. In quegli anni inoltre nascono alcuni circoli sportivi sulle rive del Tevere e impianti sportivi. dalle altura di Piazzale delle Muse (Antico Tiro a Segno) fino alla sponda del Tevere (Cinodromo, Stadio della Rondinella per le partite di calcio). Questa scelta urbanistica di installare in questa zona di Roma infrastrutture a carattere sportivo sarà  poi confermata con la costruzione del Villaggio Olimpico.

Nel Piano Regolatore del 1909, le difese della città  sono spostate oltre i forti del campo trincerato: per la Flaminia e la Cassia, principali accessi da nord, per esempio, le difese sono essere posizionate all’altezza del lago di Bracciano. La piazza d’armi è spostata a Tor di Quinto, liberando i terreni sotto Monte Mario e quelli da Porta del Popolo a Ponte Milvio. Nel nuovo piano regolatore, nasce il disegno unitario del quartiere Flaminio prevedendone uno sviluppo residenziale, integrato da importanti attrezzature urbane. Giardini sono previsti nelle aree libere e sui Parioli e vengono salvate le aree verdi delle ville (Villa Glori, Villa Flaminia).

Oltre viale Tiziano, nella piana alluvionale tra Tevere e Monti Parioli, il piano disegna un grande parco in cui è inserito l’Ippodromo di Villa Glori e gli altri impianti sportivi. In tale contesto, il quartiere Flaminio fu pensato in maniera nuova rispetto al secolo precedente, con la prosecuzione del lungotevere sinistro fino a Ponte Milvio e la costruzione di tre ponti. Il primo, in corrispondenza dell’attuale via Fracassini. lo avrebbe collegato al futuro quartiere di Piazza d’Armi sull’altra riva del fiume. Dal secondo, in corrispondenza dell’attuale Ponte della Musica costruito ottanta anni dopo, si sarebbe impostato un tridente viario che, da una piazza rettangolare (l’attuale piazza Gentile da Fabriano), si irradiava verso la Flaminia articolandosi in lottizzazioni delimitate da percorsi secondari; a loro volta, questi erano perpendicolari agli assi maggiori e si flettevano verso sud lungo il confine di Villa Oblieght (oggi Villa Flaminia) e a nord di una piazza quadrata. Ancora verso la via Flaminia tre piazze segnavano l’innesto con la strada consolare prima della strettoia del Nuovo Ponte Risorgimento ??

Nel 1912 inizia la costruzione del Ministero della Marina (oggi Ministero della Difesa – Palazzo Marina) e i venti di guerra cominciano a soffiare.

Nonostante le proposte di Armando Brasini del 1916 e le varianti al Piano proposte dall’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura, tra il 1914 e il 1919, con la prima guerra mondiale e edificato un vasto insieme di caserme (la caserma Montello, le Officine meccaniche dell’Esercito, e l’attuale Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia) allineate sul via Guido Reni a saturare quasi completamente il triangolo tra la Flaminia stessa e i futuri viale del Vignola e viale Pinturicchio. L’insieme comprendeva anche la villa Oblieght e una lottizzazione di case a schiera costruita tra il 1909 e il 1916 su via Bernardo Celentano (l’attuale Piccola Londra), separata dalla villa dall’attuale via Donatello.

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