Museo Andersen

Il Museo Andersen è una elegante palazzina dal colore rosa che sorge in via Pasquale Stanislao Mancini 20, tra lungotevere Arnaldo da Brescia e via Flaminia, a pochi metri dal Tevere.  Nel Museo si conservano le opere di Hendrik Christian Andersen, scultore, pittore e urbanista statunitense, di origine norvegese.  Lui stesso l’aveva fatta costruire e la utilizzava sia come sua abitazione che atelier.

Andersen nasce a Bergen in Norvegia nel 1872 da una modesta famiglia e, ancora bambino, emigrato con la famiglia negli Stati Uniti, a Newport, nel Rhode Island e diventa cittadino americano.  Nel 1894, il giovane Andersen intraprende il viaggio di formazione in Europa e nel 1922, dopo alcuni anni Parigi, si stabilisce definitivamente a Roma dove vivrà per oltre quarant’anni.  

L’artista muore a Roma nel 1940 ed è sepolto nel Cimitero acattolico di Roma a Porta San Paolo.   Era un ammiratore di Mussolini e al duce lascia il suo studio-abitazione e quanto in essa contenuto: opere, arredi, carte d’archivio, materiale fotografico, libri.

Usufruttuaria del lascito è Lucia Andersen, adottata nel 1919 dalla madre dell’artista e, per circa vent’anni, Villa Helene è stata utilizzata come pensione, mentre alla Galleria Nazionale è affidata la tutela delle numerose opere presenti e dell’edificio.  Tra gli altri, nella “Pensione Villa Helene” ha soggiornato per circa sei mesi la Marinetti, figlia del noto pittore futurista.  Alla morte di Lucia, nel 1978, si completa il passaggio di proprietà a beneficio dello Stato italiano e, dopo un completo lavoro di restauro e sistemazione degli ambienti, è nata la casa-museo che oggi possiamo visitare.

Il piano terra dell’edificio è diviso in due grandi sale.  Una sala era lo “studio”, in cui l’artista progettava e creava le sue opere che poi esponeva al pubblico nell’altra sala: “la galleria”.  Nei due spazi sono in mostra una quarantina di sculture di grandi dimensioni in gesso e in bronzo.  Il primo piano era l’abitazione di Andersen e oggi ospita i disegni, i dipinti e piccole sculture.

La collezione delle opere (oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni, in gesso e bronzo; oltre duecento dipinti; oltre trecento opere grafiche) si segnala per la sua caratteristica di essere quasi interamente incentrata attorno all’idea utopica di una grande “Città mondiale”, destinata ad essere la sede internazionale di un perenne laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione e financo della cultura fisica.

La collezione di sculture, dipinti, opere grafiche sorprende non solo per il volume ma per il fatto che quasi tutto è inserito in un grande progetto dell’artista: la realizzazione di un unico progetto, la “Città mondiale”, alla cui diffusione, Andersen aveva dedicato, insieme all’architetto francese Ernest Hébrard, un ponderoso volume: Creation of a World Centre of Communication (consultabile presso il Museo) che, partendo dalle concezioni urbanistiche delle antiche civiltà, doveva indicare l’approdo alla nuova e moderna “Città”.

Il Museo Andersen è aperto dal 1999 ed è inserito nella Direzione Regionale Musei del Lazio.  Villa Helene oggi ospita anche gli uffici del Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL).

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CEPELL

Il "Centro per il Libro e la Lettura" ha sede in via Mancini 20, nell'edificio chiamato Villa Helene, ed è un istituto autonomo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo il cui compito è quello di divulgare il libro e la lettura in Italia e promuovere all’estero libri, la cultura e...

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Via Pasquale Stanislao Mancini

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In rete:  

Biblioteca essenziale:

  •  M. Amaturo, La vocazione al contemporaneo del museo Hendrik C. Andersen, in Italia Ora, catalogo della mostra (Roma, Museo Hendrik Christian Andersen, 8 ottobre-13 novembre 2011), a cura di A. Bonito Oliva, Napoli 2011,
  • E. Di Majo, La Casa Museo di Hendrik Christian Andersen. Uno scultore americano a Roma, in Gli ateliers degli scultori, “Atti del secondo convegno internazionale sulle gipsoteche” (Possagno, Fondazione Canova, 24-25 ottobre 2008), a cura di M. Guderzo, Possagno 2010,
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