La Locanda

Un buon ristorante di specialità romagnole nel quartiere Trieste in cui il tempo sembra essersi fermato è in via Massaciuccoli, 26 (tel. 06 8620 7499).

Fuori gruppi di giovani ammassati davanti al cinema multisala e nei vicini wine bar e gelateria, dentro una pace che sembra quasi surreale. Stiamo parlando di un ristorante nel quartiere Trieste in cui il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa: La Locanda.

A questa atmosfera concorrono sicuramente gli arredi semplici (anche troppo) ed ispirati alla ristorazione anni ’80, così come la mise en place che prevede il cestino del pane con tanto di crackers e grissini confezionati, ma un contributo decisivo è dato dal simpatico oste, orgogliosamente di origine romagnola (di Imola).

Oltre alla spiegazione dei piatti presenti in menù, ispirati alle tradizioni di quelle terre, illustra con dovizia di particolari anche i fuori carta. Decisamente meno curato l’aspetto vino, con una lista non consegnata in quanto non attendibile sull’effettiva disponibilità e le due opzioni alla mescita della casa di livello mediocre. È questa una delle pochissime pecche di un ristorante che rilassa nella sua impostazione tradizionale e si fa perdonare pure la presenza del coperto a 2 euro per persona, visti i prezzi davvero onesti.

La nostra recente esperienza è cominciata con due sformatini soffici ed equilibrati, a base di verza con lardo di Colonnata e di patate con pecorino di fossa e guanciale. Abbiamo poi proseguito con una corroborante zuppa di farro e soprattutto con un classico del locale davvero imperdibile, i cappellacci del duca, in pratica dei grandi cappelletti farciti di ricotta e parmigiano, aromatizzati alla grappa e serviti con burro e salvia. L’unico piatto che non ci ha convinto lo abbiamo trovato fra i secondi, il filetto alla Rossini, non tanto per l’assenza del tartufo previsto nella versione originale, ma per il taglio di carne non esaltante. Ottima, invece, la tacchinella ripiena di castagne.

Altro classico de La Locanda è un dessert, il latte alla portoghese: una sorta di creme caramel più denso e complesso nei sapori che merita l’assaggio. Buona pure la mousse di cioccolato su letto di zabaione freddo, così come il caffè con cui abbiamo chiuso il pasto.

Articolo di Simone Cargiani pubblicato il 4/1/2013 su Il Corriere – Roma/Tempo libero

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