Accademia di Santa Cecilia

L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è l’unico caso fra le accademie italiane di origine rinascimentale ad aver assunto la fisionomia di un’azienda moderna e produttiva. L’attuale sede dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è l’Auditorium Parco della Musica e la sua storia coincide con quella dell’Auditorium romano.

L’Accademia di Santa Cecilia è fondazione dal 1998 ed è costituita da un corpo accademico di 70 membri effettivi e 30 onorari, nel quale figurano i maggiori musicisti italiani e stranieri, un’orchestra e un coro sinfonici, noti e apprezzati in tutto il mondo. L’Accademia unisce ad un’attività di promozione della cultura e del patrimonio musicale, una tradizione didattica di altissimo livello e soprattutto una attività concertistica di fama internazionale in continua espansione.

Negli anni ’70 del Cinquecento, sulla spinta di un gruppo di musicisti che riuniva i più importanti compositori dell’epoca attivi a Roma, tra cui Pierluigi da Palestrina, nasce la Congregazione dei Musici con scopi artistici e assistenziali. La nuova organizzazione si trova subito in antitesi con i cantori sistini, l’altro importante sodalizio musicale della Roma papale, con cui si scontrerà fino alla fine del regno pontificio. Nel 1585 il papa Sisto V pubblica l’atto ufficiale di fondazione della Congregazione, che ha come patroni la Vergine e i due santi musicali per eccellenza, Gregorio Magno, che per tradizione aveva istituito il canto ecclesiastico (il così detto canto gregoriano), e Cecilia, vergine e martire che a partire dal tardo medioevo si era progressivamente sostituita a Davide nel ruolo di patrona della musica.

Sua prima sede fu la chiesa di Santa Maria ad Martires, più nota come Pantheon. Poi, nel Seicento, la Congregazione cambia numerose sedi: San Paolino alla Colonna, Santa Cecilia in Trastevere, San Nicola dei Cesarini, la Chiesa della Maddalena. Papa Urbano VIII concede ai ceciliani il controllo della professione, della didattica e dell’editoria musicale a Roma. Questa bolla è revocata due anni più tardi su pressione dei sistini, ma gran parte di questi privilegi sono riconfermati da papa Innocenzo XI che all’inizio del Settecento obbliga tutti i musicisti in Roma a iscriversi alla Congregazione.

Nel 1685 la Congregazione fissa la propria sede a San Carlo ai Catinari e la barocca Cappella di Santa Cecilia e il contiguo oratorio sono testimoni di assemblee generali, sfarzose celebrazioni musicali ma anche di adunanze segrete fino al 1848. I congregati, suddivisi nelle tre categorie di maestri di cappella (cioè compositori), strumentisti e cantanti, si danno una rigida organizzazione gerarchica guidata da due cardinali, nominati dalla curia, cui seguivano le cariche elettive fra i soci. Tra di essi, in questo periodo, spiccano i nomi di Arcangelo Corelli e Alessandro e Domenico Scarlatti. A fine Settecento arriva il primo socio femminile, la compositrice Maria Rosa Coccia e nel 1797 la Congregazione interrompe la sua attività che, salvo una breve parentesi nel periodo 1803-1809, riprenderà solo nel 1822, a Restaurazione avvenuta.

A metà Ottocento, il segretario della Congregazione Luigi Rossi, con la collaborazione con Gaspare Spontini, vara una profonda riforma della Congregazione trasformandola in Pontificia Accademia, aprendo a categorie fino ad allora escluse (poeti, librettisti, danzatori, musicologi-filologi, costruttori di strumenti musicali, editori) e invitando regnanti ed ambasciatori, in qualità di mecenati, e i maggiori esponenti del mondo musicale europeo, come soci onorari. In quel periodo sono soci dell’Accademia Cherubini, Morlacchi, Mercadante, Donizetti, Rossini, Paganini, Liszt, Mendelssohn, Berlioz, Gounod, l’attrice Adelaide Ristori, la regina Vittoria d’Inghilterra, Gugliemo IV di Prussia e Ferdinando II di Napoli.

A fronte di tante novità tuttavia, l’Accademia continua ad affrontare i problemi di rivalità con i cantori pontifici e, dal 1824, con l’Accademia Filarmonica Romana. La parentesi rivoluzionaria del ’48 vede per la prima volta i ceciliani schierati su posizioni antipontificie. Dal 1853 la sede è nel Palazzo camerale a Via di Ripetta.

Nel 1895 l’Accademia fonda un coro e un’orchestra stabili e inizia l’organizzazione di regolari stagioni concertistiche. Gli uffici, in un primo tempo ospitati nel “”Ferro di cavallo”” a Via di Ripetta insieme a quelli dell’Accademia Filarmonica Romana e di altre istituzioni, trovano una sede definitiva nell’ex Convento delle Orsoline a Via Vittoria, oggi sede del Conservatorio. I concerti si tengono nella Sala Accademica a via Vittoria e poi all’Augusteo, il vecchio teatro Corea. Nel 1936, con la demolizione delle case intorno all’Augusteo per la realizzazione della piazza Augusto Imperatore e la smobilitazione del teatro per permettere lo studio la valorizzazione del Mausoleo di Augusto sottostante (Mussolini vuole farne il suo mausoleo), i concerti dell’Accademia vengono spostati all’Adriano poi, nel dopoguerra, al teatro Argentina e continua la ricerca della sede dell’Accademia, ormai diventata Nazionale.

In effetti il dibattito sulla localizzazione dell’auditorium prende il via subito dopo la demolizione dell’Augusteo e riprende negli anni Cinquanta con l’ipotesi del Borghetto Flaminio, una vasta area espropriata nell’anteguerra allo scopo di realizzare un complesso monumentale per celebrare la Marcia su Roma. E’ indetto un concorso di architettura e nel 1960 è predisposta una variante urbanistica per rendere possibile la costruzione della nuova struttura. Una vertenza allora in corso su alcuni espropri fa naufragare l’iniziativa. Fallito il concorso, è l’Auditorio Pio di via della Conciliazione di proprietà del Vaticano ad ospitare i concerti fino alla fine del secolo.

Nel 1967 con la legge di riforma dello Spettacolo, è istituita la Gestione Autonoma dei Concerti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ente pubblico incaricato di organizzare e gestire le stagioni concertistiche. Accademia e ente pubblico sono presieduti dallo stesso Presidente, che è anche sovrintendente e direttore artistico, ed è eletto dagli stessi accademici fra le proprie fila.

l dibattito sulla localizzazione dell’auditorium riprende negli anni settanta, per concludersi soltanto nel 1992 con l’abbandono definitivo dell’area del Borghetto Flaminio, sostenuta dagli urbanisti ma avversata soprattutto dagli ambientalisti capitanati da Francesco Rutelli, e l’adozione dell’ipotesi del Villaggio Olimpico caldeggiata, tra gli altri, da Antonio Cederna e Italia Nostra. L’area d’intervento viene individuata tra il Villaggio Olimpico e viale Maresciallo Pilsudski, dove sorgeva l’Ippodromo di Villa Glori e e nel 1993 viene bandito un terzo concorso internazionale che è vinto da Renzo Piano.

Finalmente nel 1996 si apre il cantiere del nuovo Auditorium ma pochi mesi dopo avviene il ritrovamento dei resti di un’antica villa romana durante i lavori di fondazione infatti (Villa Romana dell’Auditorium) e tutto viene bloccato. La situazione è sbloccata pochi mesi dopo da una proposta di Renzo Piano di rivedere (a fronte di un raddoppio dei costi di progettazione) e il nuovo Auditorium, con al centro i ritrovamenti archeologici della Villa Romana, viene inaugurato nel 2001.

Con la realizzazione dell’Auditorium Parco della Musica,  in cui l’Accademia ha sede, si cambia marcia. Dal 1990 al 2000 si passa da circa cento manifestazioni concertistiche l’anno alle attuali duecentocinquanta, articolate in due stagioni, sinfonica e da camera, cui si aggiungono una stagione estiva, rassegne di carattere divulgativo per bambini e ragazzi, di repertorio diverso dalla musica colta, di repertorio corale cameristico e polifonico, oltre a festival tematici e tournée in Italia e all’estero.

L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia inoltre, continua a essere un centro di eccellenza per l’alta formazione musicale, il suo patrimonio, riordinato e catalogato secondo le più moderne tecnologie, è stato trasferito a partire dal 2005 nella nuova bibliomediateca e nel 2008 è inaugurato il Museo degli Strumenti Musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che presenta al pubblico una delle principali collezioni italiane di strumenti.

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