Villa Glori è uno dei parchi storici romani con ingresso carrabile in piazzale del Parco della Rimembranza e ingresso pedonale in viale Maresciallo Pilsudski. Intorno al parco, oltre a viale Maresciallo Pilsudski, via Giulio Gaudini, via Argentina, via Venezuela, lungotevere dell’Acqua Acetosa, via Antonio Sant’Elia, Piazzale del Parco della Rimembranza dove termina viale dei Parioli.
- MAPPA della Zona Parioli 5 (Villaggio Olimpico e Villa Glori)
Villa Glori è il nome di una bel parco pubblico comunale situato nel quartiere Parioli, tra il Tevere, il Villaggio Olimpico, viale Maresciallo Pilsudski e la sorgente dell’Acqua Acetosa.
E’ l’unica villa storica comunale di Roma che non abbia origini da una villa nobiliare. La sua origine è nel Parco della Rimembranza dedicato ai caduti italiani in tutte le guerre.
Gli asse viari principali sono:
- la strada carrabile che dal grande cancello di piazzale del Parco della Rimembranza sale dolcemente sinuoso, lasciando alla sua sinistra il piazzale dell’Altare,
- viale dei Settanta che dal cancello su viale Maresciallo Pilsudski sale ripido e rettilineo verso la sommità del colle dove sorgono le case famiglia di Villa Glori della Caritas e
- una serie di strade minori intitolate ai compagni dei fratelli Cairoli (viale Alfredo Candida, viale Giovanni Mancini, viale Cesare Elisei, viale Pio Vittorio Ferrari, viale Angelo Perozzi).
- una strada carrabile di servizio, con accesso da via Venezuela, che serve le Case famiglia Caritas in cima al colle.
Villa Glori è situata su una collinetta prospiciente le alture dei Parioli, su un promontorio di 56 metri sul livello del mare ricco di verde, in posizione particolarmente gradevole che domina la valle del Tevere.
Anticamente il colle era chiamato Monte Caciarello e ancora prima Saxum Mollaricum. Prima che l’ing. Vincenzo Glori acquistasse questi terreni l’altura era conosciuta come Rupe Boncompagni.
Il fulcro del parco è oggi nel piazzale centrale, Piazzale dell’Altare, in posizione panoramica sull’Auditorium, sul Villaggio Olimpico, sulla valle del Tevere e, in lontananza, Monte Mario, con un monumentale altare in lastre di travertino, che commemora i caduti italiani della grande guerra, ricoperto con preziosi marmi provenienti dall’Antiquarium. Oggi però il monumento ha perso la sacralità che i suoi creatori avevano voluto dargli.
Nella piazza del Mandorlo è conservato il relitto del tronco del mandorlo (di cui è ormai è visibile solo il basamento in muratura) sotto cui fu adagiato Enrico Cairoli morente (Mandorlo di Enrico Cairoli) e un’antica colonna di marmo di Pietrasanta messa lì nel 1885 a commemorazione dei garibaldini caduti nel 1867 (Monumento ai Settanta) . Qui infatti, nel 1867, avvenne lo scontro a fuoco con i carabinieri pontifici che pose termine all’impresa dei Fratelli Cairoli e dei settanta patrioti garibaldini e in questa battaglia Enrico Cairoli fu ferito a morte. L’eroe risorgimentale morì in un casale lì vicino: il cosiddetto Casale Cairoli. La storia dell’impresa è stata fedelmente raccontata in venticinque sonetti: Villa Gloria, di Cesare Pascarella.
Nello stesso piazzale, Nel 2008, è stata collocata nel terreno una piccola lapide, dedicata ai carabinieri morti a Nassiryia (IRAQ) nel 2003: IN MEMORIA / DEI / 19 VALOROSI ITALIANI / CADUTI A NASSIRYA / IL 12 NOVEMBRE 2003 e su un blocco di travertino all’estremità del piazzale si legge con lettere plumbee una scritta: AI MILITARI ITALIANI / CADUTI / IN TEMPO DI PACE / IL COMUNE DI ROMA. ROMA 16-7-1987.
Ma il fatto che il parco sia dedicato a caduti italiani di diverse epoche non genera nessuna tristezza. Nei vialetti tra querce, pini, ippocastani, olmi, platani, robinie, olivi, frotte di bambini corrono in bicicletta, giovani mamme sostano con i più piccoli in carrozzina e signori e signore in mutande corrono senza sosta.
Lungo il viale d’ingresso a destra è collocata una fontana con sarcofago, chiusa da anni con delle brutte transenne per il rischio di crollo della paretina sovrastante. Gli arredi e le attrezzature del parco, un chiosco bar, un recinto per i pony e i giochi, sono solo nel pianoro basso intorno al monumentale portale su viale Maresciallo Pilsudski, proveniente da qualche villa nobiliare distrutta.
In cima all’altura in fondo a viale dei Settanta, ci sono degli edifici di proprietà comunale, tra cui il Casale Cairoli a il Dispensario o Colonia Marchiafava, che dal 1988 ospitano alcune lodevoli iniziative della Caritas, come la Casa Famiglia di Villa Glori, nate dall’idea di ridare ad un parco la sua funzione di luogo della memoria collettiva e aggregazione e solidarietà sociale. Ancora per questo fine, nel 1997 sono state collocate nel parco diverse opere di artisti contemporanei ed è nato Il Parco di scultura di Villa Glori.
DA FARE
Villa Glori occupa uno dei quattro Monti Parioli, si tratta di un promontorio che si erge ad un’altezza di 56 metri sul livello del mare che domina la valle del Tevere. Quando l’ing. Vincenzo Glori acquistò questi terreni, a metà dell’800, l’altura era conosciuta come Rupe Boncompagni. Tra il medio-evo ed il rinascimento si chiamava Monte Caciarello e ancora prima Saxum Mollaricum. Il fulcro del parco attuale è il Piazzale dell’Altare che con la sua alta croce luminosa domina l’Auditorium, il Villaggio Olimpico, e la valle del Tevere e dialoga in lontananza con Monte Mario che si erge a quasi due chilometri di distanza aldilà del fiume. Nella piazza del Mandorlo, che occupa il culmine del colle c’è il relitto del tronco del mandorlo sotto cui fu adagiato Enrico Cairoli morente mentre un’antica colonna di marmo di Pietrasanta messa lì nel 1885 commemora i garibaldini caduti nel 1867. E’ qui infatti, che nel pomeriggio del 23 ottobre del 1867, avvenne lo scontro a fuoco con i carabinieri pontifici che pose termine all’impresa dei Fratelli Cairoli e dei settanta patrioti garibaldini con la morte di Enrico Cairoli. La storia dell’impresa è stata raccontata in una lunga poesia in sonetti di Cesare Pascarella: “Villa Gloria”.
Tutto il parco è dedicato a caduti italiani ricordati da querce, pini, ippocastani, olmi, platani, robinie, olivi, in mezzo ai quali frotte di bambini corrono in bicicletta, giovani mamme sostano con i più piccoli in carrozzina e signori e signore in mutande corrono senza sosta.
Lungo il viale d’ingresso a destra è collocata una fontana con sarcofago, chiusa da anni con delle brutte transenne per il rischio di crollo della paretina sovrastante. Gli arredi e le attrezzature del parco, un chiosco bar, un recinto per i pony e i giochi, sono solo nel pianoro basso intorno al monumentale portale su viale Maresciallo Pilsudski, proveniente da qualche villa nobiliare distrutta.
In cima all’altura in fondo a viale dei Settanta, ci sono degli edifici di proprietà comunale, tra cui il Casale Cairoli a il Dispensario o Colonia Marchiafava, che dal 1988 ospitano alcune lodevoli iniziative della Caritas, come la Casa Famiglia di Villa Glori, nate dall’idea di ridare ad un parco la sua funzione di luogo della memoria collettiva e aggregazione e solidarietà sociale. Ancora per questo fine, nel 1997 sono state collocate nel parco diverse opere di artisti contemporanei ed è nato Il Parco di scultura di Villa Glori.
Pagine al livello inferiore:
Il tram di Villa Glori di Francesco Trombadori
Cavalli a Villa Glori
Villa Gloria 1876
Protetto: Vincenzo Glori
Parco della Rimembranza
Campeggio di Roma
Note sulla campagna garibaldina dell’agro romano
Monumento sul piazzale del Mandorlo di Villa Glori
Due passi a Villa Glori, di Marco Lodoli
Impresa dei Fratelli Cairoli
Pagina al livello superiore: no
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- Ipogeo di Villa Glori,
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