Monumento a Wolfang Goethe

Il monumento a Wolfang Goethe sorge a Villa Borghese, al bivio tra viale San Paolo del Brasile e viale Goethe.

Johann Wolfang von Goethe nasce a Francoforte nel 1749 e muore a Weimar nel 1832. E’ stato uno scrittore, poeta e drammaturgo di fama mondiale, grande ammiratore dell’Italia e delle sue bellezze.   Nel 1786, all’età di 37 anni, intraprende un viaggio in cui visiterà tutta l’Italia fermandosi per più di un anno a Roma dove è accolto con grande ospitalità.

Nel suo soggiorno a Roma abita in via del Corso 18 dove oggi vi è un museo a lui dedicato (Casa di Goethe). Tornato in Germania scrive “Viaggio in Italia”, uno dei più interessanti resoconti di viaggio che siano mai stati scritti.

La statua di Goethe a Villa Borghese è stata realizzata in marmo di Carrara dallo scultore Valentino Casali su modelli predisposti dallo scultore tedesco Gustav Eberlein.

L’opera era stata commissionata dal kaiser Guglielmo II, imperatore della Germania e re di Prussia, che la offre nel 1904 all’allora sindaco di Roma Prospero Colonna in ricordo dell’ospitalità che Roma aveva offerto al poeta e come segno dell’amicizia che legava il popolo italiano a quello tedesco.  Il monumento, infatti, mette in evidenza il legame tra lo scrittore tedesco e la cultura italiana con opere d’arte di varie epoche messe nel basamento a simboleggiare Roma e la sua cultura.

Sul basamento poggia il grande capitello decorato da fogli di acanto che a sua volta sostiene la statua eretta di Goethe che è ritratto nel suo aspetto giovanile di quando arriva a Roma nel 1786.  Il poeta tiene in mano un taccuino a ricordo delle opere scritte proprio a villa Borghese quali “Elegie Romane” e “Ifigenia”.

Sulla base oltre al capitello poggiano tre gruppi scultorei che evocano la poetica di Goethe. Sul fronte all’angolo destro, ci sono “Ifigenia e Oreste”, simboli della poesia drammatica; all’angolo sinistro vi sono “Mignon e Lotario” personificazione della poesia lirica e sul retro vi è il gruppo di “Faust e Mefistofele” che rappresenta la poesia didascalica.

Il gruppo scultoreo è stato oggetto di numerosi atti vandalici. Nel 2010, per la seconda volta la testa di Mefistofele è stata asportata da due malviventi. Fortunatamente il pezzo è stato ritrovato dalla Guardia di Finanza pochi mesi dopo il furto.

Si ringrazia per il contributo l’amico Silvio Tranchina.

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