Duke’s Bar

In fondo a viale dei Parioli, al civico 200,  c’è un bar-ristorante con una terrazza-giardino, che offre ricercati piatti fusion italo-asiatici.  E’ il Duke’s, un locale che nasce nel 1998, proponendo un concetto diverso di ristorazione, il cosiddetto “fine casual dining” e “neighbourhood restaurant & bar”.

Il surf è una religione: con i suoi orari strani (“meglio all’alba prima del lavoro”), le sue mode vistose (bragoni colorati, magliette e cappellini), i suoi tempi lunghi (in attesa dell’onda o meglio della mareggiata), i suoi ritrovi spesso improbabili (baracche sulla spiaggia e bettole da porticciolo), i suoi luoghi remoti (Hawaii, Sud Africa, Bali, California) o nostrani (Banzai di Santa Marinella, Coccia de Morto), i suoi eroi, di ieri e di oggi, maschi e femmine.

Su tutti e tutto, l’indiscusso nume fondatore di questo sport: il Duke: Duke Paoa Kahinu Mokoe Hulikohola, detto The Big Kahuna, campione olimpico di nuoto, surfista e attore statunitense, considerato l’inventore del surf moderno.

Per gli appassionati di surf è obbligatorio un pellegrinaggio a Waikiki Beach, un tuffo nell’acqua tiepida della baia turchese, una surfata sotto Diamond Head (”pinna di tonno” in hawaiano) e infine un pasto, sulla spiaggia nel ristorante Duke’s con i suoi menù hawaiani apprezzati non solo dai surfisti.

Cavalcare le onde dà una forte emozione e un senso di onnipotenza, come se si fosse capace di dominare la natura, e i surfisti questi sentimenti se li portano dentro in tutto ciò che fanno.

E’ chiaro quindi che, quando nel 1998 i Flying Carrots, un gruppo di rampolli di note famiglie romane, tutti appassionati surfisti, decidono di diversificare le attività di padri e nonni, vanno a cercare riferimenti alle Haway piuttosto che a Testaccio.

I Flying Carrots, provengono dalla famiglia Iannozzi che aveva dato vita al Jackie O’, frequentato da divi e magnati nostrani e internazionali e il loro obiettivo è ambizioso: innovare il mercato della ristorazione romana con l’offerta di una cucina di qualità superiore, con un servizio attento ai propri ospiti ma caratterizzato dall’informalità: il cosiddetto fine casual dining.

Il nome del nuovo locale non potrà essere che Duke’s e il tema dominante la California, nelle sue espressioni gastronomiche, enologiche, architettoniche e di atmosfera. Chiarito l’obiettivo, è necessario trovare dove realizzarlo e i “ragazzi” trovano un posto “improbabile”, il capannone sull’ultima curva di viale dei Parioli prima delle casette dei Vigili urbani.

Il grande locale era stato lo showroom di Beppe Ercole dove il famoso play boy, scomparso a 72 anni nel 2010, aveva trasferito da piazza Pitagora la sua attività incentrata sull’arredamento neo-barocco (il “Furniture store”, gestito dai figli di Beppe Ercole, è ancora oggi attivo poco più giù, in fondo a viale della Moschea).

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