Celestina

“Celestina ai Parioli” era uno storico ristorante dei Parioli in viale dei Parioli.

“Distrutto dalle fiamme lo storico ristorante Celestina di viale Parioli.” Così si legge sui quotidiani un giorno d’inverno del 2016.  “L’incendio doloso è scoppiato nella notte tra mercoledì e giovedì, e sul posto chi ha appiccato il fuoco ha lasciato persino una tanica di benzina”.

Il ristorante era nato nel 1926 con il nome di “osteria della Stazione dell’Acqua Acetosa”.  Dopo la guerra la padrona della trattoria è una donna grassa e gentile. Si chiamava Celestina e tutte le mattine si recava prestissimo al mercato di via Locchi a fare la spesa dopodiché, se non piove, la potevi trovare seduta fuori sulla strada a sgranare piselli o pulire carciofi. I clienti dei primi anni sono i muratori e gli artigiani impegnati nella costruzione dei palazzi intorno ma con gli anni il menu si raffina e molte famiglie dei Parioli cominciano a frequentare il locale la domenica a pranzo. Piano piano l’osteria diventata un ristorante rinomato in tutta Roma frequentato, la sera, da divi e personaggi noti. La sera davanti a Celestina si potevano vedere lussuose macchine tra cui la Maserati di Renzo Arbore e il locale è citato in alcuni romanzi di Giorgio Montefoschi.

Il successo però è una bestia difficile da gestire. Arrivano problemi finanziari, nuovi soci e il nome del ristorante finisce in un’ordinanza nelle indagini relative a Mafia Capitale.

Frequentato da ormai più di mezzo secolo da vip, attori, personaggi del mondo dello spettacolo e della politica, Celestina è considerato una pietra miliare nella storia della ristorazione romana e dello star system.  Da Costanzo a Sophia Loren ai divi hollywoodiani come George Clooney, dai radical chic alla nobiltà, passando per la “mala” romana, tutti quelli che “contano” o hanno “contato” a Roma si sono seduti ai tavoli di Celestina a mangiare una piatto della tradizione.

il ristorante simbolo dei Parioli è finito pure nelle carte di Mafia Capitale. Di casa sono l’ex Nar Massimo Carminati e Giovanni De Carlo, l’uomo che il boss Ernesto Diotallevi considerava il suo erede. Ma sono molti i fili che legano “Celestina” alla maxi inchiesta. Il ristorante infatti è di proprietà della moglie di Stefano Massimi, imprenditore già legato a Marco Iannilli, per il quale lavorava nella Arc Trade, società coinvolta nell’inchiesta sugli appalti Enav e riconducibile a Massimo Carminati, di cui Iannilli sarebbe solo un prestanome. A macchiare il nome del locale pure un’inchiesta sull’abusivismo e sull’occupazione di suolo pubblico, partita in seguito a denunce di residenti della zona. Ascoltato dai poliziotti del commissariato Villa Glori, il rappresentante della società che gestisce il ristorante ha affermato di non aver mai ricevuto minacce, intimidazioni o richieste di “pizzo”.

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