Pietro Angelo Secchi

Pietro Angelo Secchi (1818-1878) è stato un gesuita, meteorologo, geodeta e astronomo italiano, fondatore della spettroscopia astronomica. E’ lui che crea il nuovo Osservatorio del Collegio Romano sopra Sant’Ignazio dove abiteràa fino alla morte.  Via Angelo Secchi è una strada del quartiere Pinciano.

Dopo la breve parentesi della Repubblica Romana, alla fine del 1849 i gesuiti rientrano a Roma, riaprono l’osservatorio del Collegio Romano e il giovane fisico e matematico padre Angelo Secchi ne è nominato direttore. Grazie a una grossa somma ereditata da un suo collaboratore, l’osservatorio acquista un telescopio, ottimo per quei tempi ma che necessitava di un luogo adatto e padre Secchi riprende l’idea di Ruggero Boscovich (altro titolare di una via qui vicino) di trasferire l’osservatorio sopra la chiesa di Sant’Ignazio dove i robusti muri della chiesa offrono la possibilità di sopraelevare. Grazie alla sua energia e alla munificenza del Papa, il pontificio osservatorio è eretto in un anno.

Questo osservatorio in realtà, più che per le scoperte del padre Secchi, diventerà noto a tante generazioni di romani per un semplice ma pratico servizio reso loro ogni giorno: quello di dare l’ora esatta. Infatti, papa Pio IX aveva abolito la vecchia usanza del tempo “all’italiana”, che consisteva nel fissare le ore 24 a mezz’ora dopo il tramonto, e giornalmente i romani sono avvisati che è mezzogiorno da un colpo di cannone da Castel S. Angelo. Ma è l’osservatorio di Sant’Ignazio che da agli artiglieri il segnale, con la caduta di una palla lungo un’asta sul tetto, usanza che sarà poi imitata in altre capitali europee.

Padre Secchi si occupa di acquedotti, sanità ed elettricità Nel campo meteorologico, è premiato da Napoleone III in persona per uno strumento serve a registrare temperatura, pressione, umidità, direzione e velocità del vento e quantità di pioggia. E’ lui che nel 1870 calcola la longitudine di Roma di prendendo come riferimento, dopo che la cupola di San Pietro è scartata, la cima di Monte Mario dove è eretta una torre (ancora esistente) che diventa il punto di riferimento per la cartografia italiana fino al 1884 quando Greenwich sarà accettato come riferimento mondiale.

In effetti lui è un fisico e soltanto per ordine dei suoi superiori si dedica all’astronomia, con grandi risultati. Tra le stelle doppie distingue quelle che ruotano intorno a un comune baricentro da quelle doppie solo in quanto allineate all’occhio dell’osservatore ma distintissime l’una dall’altra. Studiando le nebulose capisce che molte di esse non sono gruppi di un enorme numero di stelle ma ammassi di sostanza gassosa e tenuissima. Di comete ne scopre tre di cui una prende il suo nome. Nel 1858 disegna una delle prime mappe di Marte anticipando l’uso del termine canale, anche se l’oggetto da lui così definito non corrisponde a quelli che saranno chiamati “canali” da Schiaparelli. Quotidianamente osserva e nota il numero, il movimento e l’aspetto delle macchie solari, fa dei viaggi avventurosi per inseguire le eclissi e osservare le protuberanze solari e ben presto trova la connessione fra questi due fenomeni e i suoi magnifici disegni delle immense fiamme rosse d’idrogeno che prorompono dalla superficie solare in forme fantastiche e sempre cangianti fanno il giro del mondo.

Nel 1861 è scoperto lo spettroscopio e Padre Secchi intuisce che con questo semplice strumento che scompone la luce nelle diverse componenti può studiare la costituzione chimica intima degli astri, colloca un prisma circolare davanti all’obiettivo e dirige il suo spettroscopio verso il cielo. Vede che lo spettro di una stella differisce dagli altri e quindi la caratterizzava come un’impronta digitale. Registra gli spettri della luce di più 4000 stelle, enuncia la prima classificazione delle stelle basata sul tipo spettrale, scopre che le stelle sono fatte con materiali presenti sulla terra e inizia a formulare una trattazione unitaria dei fenomeni e delle forze naturali, in terra come in cielo. Al di là dei risultati raggiunti padre Secchi mette a punto un metodo di analisi che si rivelerà un mezzo potentissimo per le ricerche sulla struttura e quindi sull’origine dei sistemi stellari.

Con l’arrivo degli italiani tutto cambua e nel 1873 il complesso del Collegio Romano è espropriato. Le proteste del padre Secchi sono talmente forti e motivate che l’Osservatorio, col suo personale, resta alla Santa Sede fino alla sua morte quando è annesso al Reale Ufficio Centrale di Meteorologia. Il busto di padre Secchi è eretto sul punto culminante del Pincio, nel punto in cui aveva messo su un albero un cartello con tasselli bianchi e neri per mettere a fuoco il suo cannocchiale.

Fonte:  http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2009/GIUGNO/Il%20busto%20di%20padre%20Angelo%20Secchi%20al%20Pincio.htm

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